Categoria: Educazione Italia
Il back to school del Diario di Classe
Diario di Classe è uno spazio, proprio come un diario personale, per raccogliere testimonianze intime ed emotive e accogliere le fragilità e i momenti di confusione tipici dei giovanissimi che si approcciano al mondo esterno. Uno spazio inclusivo e non giudicante che normalizzi le vulnerabilità, le debolezze e le risorse di bambini e ragazzi che vivono le nostre scuole. Un progetto dove poter decostruire stereotipi e aspettative, dove poter mettere in discussione il mito della competizione, della performance e del merito che, molto spesso, schiacciano e opprimono gli studenti.
Il progetto è il risultato di tutte queste esperienze e del lavoro creativo dell’illustratrice Susanna Morari, che ha saputo cogliere e restituire la ricchezza delle testimonianze.
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Settembre e il back to school
Nel Diario di settembre raccontiamo la storia di Riccardo.
Riccardo non dorme sonni tranquilli perché, ogni notte, un incubo gli fa compagnia; si sveglia di soprassalto, terrorizzato. Altre sere, invece, non riesce proprio ad addormentarsi perché continua a pensare alla sua classe: i compagni che si sono trasferiti in altre parti d’Italia e che quindi non rivedrà più, nuovi compagni che non gli sono simpatici, i compagni di sempre che non lo fanno giocare con loro. Non gli sono mai piaciuti gli inizi e gli sembra di dover iniziare tutto da capo: le amicizie, la scuola, i compiti… ha tanta paura.
Un giorno – nella classe di Riccardo – arrivano Cecilia e Margherita, le psicologhe di Spazio Mission Bambini che conducono i laboratori sulle emozioni. Parlano di tante emozioni che spesso anche Riccardo prova e che fa davvero fatica a gestire: la rabbia, la tristezza, la paura e anche la felicità. Riccardo ha sempre considerato queste emozioni come nemiche, da combattere, contro cui lottare. Cecilia gli ha insegnato che non c’è niente di sbagliato a sentire queste emozioni e che le provano tutti; Riccardo ha infatti scoperto che, come lui, anche tutti i suoi compagni ogni giorno le sperimentano. “Mi sono sentito compreso, mi sono sentito normale, uguale agli altri!”.
Negli Spazi Mission Bambini, all’interno di scuole primarie e secondarie e con il supporto di educatori, psicologi e volontari, promuoviamo il benessere degli studenti più fragili e li accompagniamo nello studio per evitare l’abbandono scolastico.
Le psicologhe Cecilia e Margherita hanno aiutato il piccolo Riccardo a gestire le sue emozioni; per scoprire come, non ti resta che leggere il Diario di Classe di settembre.
Banco dei Desideri is back… per il Back to School!
Il 9 e il 10 settembre partecipa insieme a noi alla quinta edizione del Banco dei Desideri.
Basta poco per rendere felici i bambini.
Matite e pennarelli, per disegnare un mondo di mille colori.
Libri e favole, per viaggiare con la fantasia.
Giochi e costruzioni, per diventare una principessa o un supereroe.
In Italia 1,3 milioni di minorenni vivono in povertà assoluta: per loro abbiamo creato il “Banco dei Desideri”, per regalare colori, libri e giochi.
Vieni a trovarci nelle librerie LaFeltrinelli di tutta Italia (trova quella più vicina a te nella mappa qui sotto!), e aggiungi ai tuoi acquisti articoli per la scuola, il gioco e la lettura per tutti i bambini che stanno per iniziare un nuovo anno scolastico. Distribuiremo i prodotti raccolti alle scuole e alle strutture per la prima infanzia della tua città.
Ti aspettiamo, per offrire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti il back to school che meritano.
Beppe Sala in visita a Mission Bambini
Il 16 maggio è stata una giornata importante per la nostra Fondazione: il Sindaco di Milano, Beppe Sala, è venuto a trovarci!
Una visita istituzionale per conoscere i progetti di Mission Bambini e per portare i ringraziamenti di tutta la città.
Ad accoglierlo il nostro Presidente, l’Ingegner Goffredo Modena; la nostra Direttrice Generale, Sara Modena; tutto lo staff e una delegazione di nostri volontari.
“Nel mio essere Sindaco – ha dichiarato Beppe Sala – ho capito che i milanesi sono molto esigenti, ma anche molto generosi. Esprimono senso di solidarietà, guardando al futuro e allo sviluppo sostenibile. C’è tanta brava gente in questa città e voi di Mission Bambini ne siete l’esempio: anima e cuore si uniscono alla capacità organizzativa e tutto funziona”.
Durante la visita ha potuto conoscere i nostri progetti e le persone che si impegnano per realizzarli. Per tutti noi è stato un onore poter accogliere il primo cittadino del comune nel quale la nostra Fondazione è nata; un onore che condividiamo con tutti i nostri sostenitori.
Questa è Mission Bambini: siamo persone vere e vere persone che si impegnano, ogni giorno, per rendere felici e sani i bambini.
Le forme della maternità: il podcast di Mission Bambini a cura di Francesca Bubba
Il podcast che abbiamo costruito insieme a Francesca Bubba, divulgatrice e attivista, vuole essere un luogo aperto e inclusivo dove vengono accolte le molteplici preoccupazioni, sensazioni ed esperienze delle donne in gravidanza e delle neomamme che vivono lo sportello del “Salotto delle Mamme”.
Il podcast: come nasce e quali temi tratta
L’obiettivo del progetto è quello di trattare temi legati alla gravidanza, al parto, alla maternità e, in generale, argomenti che emergono durante lo scambio del Salotto delle Mamme, con uno sguardo critico che mira a decostruire gli stereotipi e a de-romanticizzare il concetto di maternità.
Il podcast vuole essere dunque un’opportunità per:
- dare voce a tutte quelle storie che non sono conformi con la narrazione di maternità idealizzata;
- decostruire stereotipi e aspettative, analizzando la funzione che questi hanno, prima fra tutti il controllo dei corpi delle donne;
- parlare di ciò di cui nessuno vuole parlare: fragilità, difficoltà, e depressione post-partum;
- analizzare insieme cosa significa diventare madri oggi: quali difficoltà si affrontano soprattutto nella conciliazione con il lavoro e con la propria individualità;
- parlare della potenza e della bellezza di un luogo come il Salotto delle Mamme, da cui nasce sorellanza e supporto effettivo. In generale, valorizzare l’importanza di fare rete e fronte comune.
Il servizio: il Salotto delle Mamme
Il Salotto delle Mamme è offerto dalla Cooperativa La Grande Casa di Sesto San Giovanni (MI), apre le sue porte tutti i venerdì dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e collabora da anni con noi di Mission Bambini.
Questo servizio nasce con l’idea di accompagnare e sostenere le donne nel loro diventare madri, prendendosi cura in particolare dell’aspetto emotivo, affettivo e relazionale del nascere come genitore; per dare la possibilità alle neomamme, in attesa o accompagnate dai propri bimbi, di potersi ritrovare in un luogo accogliente e non giudicante, e dare loro modo di raccontare e ascoltare condividendo desideri, paure, sogni e aspettative. Uno spazio che rifiuta la narrazione stereotipata della gravidanza e della maternità, ma che affronta le difficoltà che tantissime donne incontrano durante il percorso di gestazione e nel ricoprire il ruolo di madri.
Crediti
“Le forme della maternità” è un podcast di Mission Bambini.
Prodotto da: Mission Bambini
Con: Francesca Bubba
Scritto da: Francesca Bubba, Mission Bambini e il servizio il Salotto delle Mamme
Montaggio: Chiara Ercolani
Musiche: Leonardo Stella
Abbandono scolastico in Italia: una possibile svolta
Che cos’è l’abbandono scolastico?
Con la parola abbandono scolastico si intende un’interruzione precoce degli studi che avviene spesso al termine della scuola media. Un concetto da non confondere con la dispersione scolastica, che è invece un rallentamento del percorso di studio causato da varie problematiche – come il cambio di indirizzo scolastico – che possono poi portare all’abbandono.
A livello internazionale, i giovani che si trovano in questa situazione possono essere definiti con due acronimi: i NEET (Not in Education, Employment or Training) sono quelli che non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso di istruzione o di formazione; gli ELET (Early Leaver from Education and Training) sono coloro che non hanno mai completato il proprio percorso di studi.
Qual è la situazione del nostro Paese?
Secondo i dati Eurostat pubblicati nel 2022, l’abbandono scolastico è un fenomeno particolarmente diffuso in Italia: ben il 12,7% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni ha rinunciato a ottenere il diploma di scuola superiore o alla formazione professionale. Si parla comunque di un numero più basso rispetto al 2020, quando il tasso di abbandono arrivava al 13,1% (1). Tuttavia, proprio nel 2020, tutti gli Stati dell’Unione Europea si erano impegnati a ridurre la media degli abbandoni scolastici a meno del 10% (2).
Che conseguenze sta portando questo fenomeno?
A fine 2022 il Cedefop, l’agenzia dell’Unione Europea che si occupa delle politiche in materia di istruzione e formazione, ha pubblicato lo European Skills Index: una misurazione in una scala da 1 a 100 che confronta lo sviluppo delle competenze professionali in tutti gli Stati europei. In questa speciale classifica l’Italia si posiziona all’ultimo posto con soli 15 punti, cosa già accaduta nei due anni precedenti, anche se con punteggi leggermente più alti: 20 punti nel 2021 e 17 punti nel 2020. L’abbandono scolastico innesca un meccanismo per cui le ragazze e i ragazzi italiani rimangano privi di un titolo di studio rilevante; in questo modo faticano a sviluppare le competenze appropriate per trovare lavoro, per rendersi autonomi e per essere attivi all’interno della società.
Quali possono essere le cause dell’abbandono?
Per intervenire efficacemente in modo da ridurre l’abbandono scolastico è essenziale capire quali sono le cause che portano a questo fenomeno: in molti casi si tratta di problemi economici, con le famiglie che non possono garantire il proseguimento degli studi ai propri figli; ci possono essere anche motivazioni sociali, quando sono proprio le famiglie che non spingono i figli a completare la scuola perché non la ritengono così importante. Inoltre, sono molti i bambini che arrivano in Italia da un Paese straniero: per loro diventa ancora più difficile adattarsi ad un nuovo contesto e ottenere, quindi, un titolo di studio. Infine, esistono anche delle cause individuali, perché molti giovani hanno delle difficoltà di apprendimento o addirittura soffrono di ansia e, a volte, l’offerta formativa delle scuole non riesce a venire incontro a questo tipo di necessità (3).
Quali sono le possibili soluzioni?
In Italia sta per avvenire un cambiamento che potrà contribuire a risolvere il fenomeno dell’abbandono scolastico: parliamo dell’attuazione del PNRR – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – che punta a una crescita del nostro Paese in favore delle generazioni future. All’interno di questo piano, infatti, è compreso il progetto Futura, che prevede una serie di interventi nella scuola italiana grazie ad investimenti pari a 17,59 miliardi di euro fino al 2026 (4).
I cambiamenti previsti riguardano nuove infrastrutture scolastiche, un’avanzata formazione degli insegnanti, un miglior orientamento per studenti di scuole medie e superiori affinché possano scegliere liberamente del proprio futuro, una riduzione del numero di studenti per classe in modo da aumentare la qualità dell’insegnamento e, più in generale, un arricchimento dell’offerta formativa. Tutto questo ha come obiettivo quello di mettere la scuola al centro della crescita del nostro Paese, adattandosi pienamente alla dimensione europea; la disparità tra domanda e offerta di lavoro potrebbe essere colmata e molti più giovani potranno realizzarsi e svolgere un ruolo attivo nella società. Inoltre, è previsto un miglior supporto agli studenti con difficoltà di apprendimento, una sensibilizzazione sull’importanza della scuola e un maggior coinvolgimento delle famiglie nel percorso scolastico dei figli (4). In questo modo sarà possibile portare il tasso di abbandono scolastico almeno al 9% entro il 2030, come stabilito dal Consiglio Europeo (5).
Dove ci inseriamo noi?
Noi ci impegniamo direttamente per venire incontro ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso di istruzione o di formazione: lo facciamo con il progetto AllenaMenti per il Futuro, che prevede un ciclo di incontri per aiutare ragazzi e ragazze a riscoprire i propri talenti, così che possano costruire la loro strada verso una professione che permetta loro di realizzarsi. Il prossimo corso prenderà il via nel mese di maggio 2023.
L’importanza di soluzioni come queste è sottolineata anche dall’Articolo 28 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che sostiene come tutti i ragazzi e le ragazze abbiano diritto a essere educati e istruiti adeguatamente, per evitare che possano abbandonare il proprio percorso scolastico (6).
Note
2.https://education.ec.europa.eu/it/document/education-and-training-monitor-2020-eu-factsheet?
4.https://pnrr.istruzione.it/wp-content/uploads/2021/12/PNRR.pdf
6.https://www.unicef.it/convenzione-diritti-infanzia/articoli/
Diario di Classe: un luogo aperto e inclusivo per bambini e ragazzi
Diario di Classe è uno spazio, proprio come un diario personale, per raccogliere testimonianze intime ed emotive e accogliere le fragilità e i momenti di confusione tipici dei giovanissimi che si approcciano al mondo esterno. Uno spazio inclusivo e non giudicante che normalizzi le vulnerabilità, le debolezze e le risorse di bambini e ragazzi che vivono le nostre scuole. Un progetto dove poter decostruire stereotipi e aspettative, dove poter mettere in discussione il mito della competizione, della performance e del merito che, molto spesso, schiacciano e opprimono gli studenti.
Il progetto è il risultato di tutte queste esperienze e del lavoro creativo dell’illustratrice Susanna Morari, che ha saputo cogliere e restituire la ricchezza delle testimonianze.
Marzo e l’inclusione sociale: quando le diversità ci rendono unici
Nel Diario di marzo raccontiamo la storia di Anna, bambina di 6 anni con qualche difficoltà di apprendimento.
“Non mi piace leggere e scrivere, perché mi vergogno, non ricordo mai come sono fatte le lettere, a volte le vedo confuse, sembrano ballare e mischiarsi tra loro.”
Alcuni bambini che presentano le prime difficoltà d’apprendimento hanno vite familiari complesse, e spesso in queste famiglie gli spazi vitali dei più piccoli passano in secondo piano. Molti di questi alunni appaiono demotivati, oppositivi, stanchi.
Attraverso le attività proposte, il progetto “Stringhe – piccoli numeri in movimento” mira allo sviluppo e rafforzamento nei bambini delle cosiddette competenze trasversali (soft skills): capacità di stampo cognitivo, relazionale, metodologico e comunicativo. In particolare:
- autonomia e fiducia in sé stessi;
- capacità comunicative, di analisi, di lavoro in team;
- problem solving;
- resilienza e responsabilità.
Durante i laboratori Stringhe gli alunni vivono delle esperienze capaci di stabilire in classe un clima di allegria, sollievo e impegno. In questo modo, questi studenti riescono a ritrovare la voglia di fare, di attraversare le difficoltà con l’aiuto degli altri e riprendono contatto con il mondo dell’apprendimento dal quale si stavano gradualmente allontanando.
Il progetto Stringhe è stato selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. È realizzato da Mission Bambini a livello nazionale insieme a: CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Didattiche, Cooperativa Stripes e Palestra per la Mente, Fondazione Laureus Italia, Avanzi; a Milano insieme a: Comune di Milano, Istituto Comprensivo “Cesare Cantù”, Istituto Comprensivo “Locatelli Quasimodo”, Istituto Comprensivo “Trilussa”, Fondazione Aquilone, Fondazione Maria Anna Sala; a Napoli insieme a: Comune di Napoli, Scuola dell’infanzia e primaria “30° C.D. Parini”, Associazione Celus; a Catania insieme a: Comune di Catania, Istituto Comprensivo Statale “Dusmet-Doria”, Associazione Talità Kum.
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Aprile e l’importanza di riconoscere le emozioni
“… sette, otto, nove e dieci.”
Chi, quando è arrabbiato, non ha mai contato fino a 10 prima di rispondere o agire?
Il piccolo Mirko si arrabbia quando non riesce a fare bene i compiti, quando qualcosa non gli viene al primo colpo: “chi vuole stare con un bambino che non sa le tabelline?”
Linda, l’educatrice del doposcuola, gli spiega che la scuola serve proprio a questo, a imparare anche sbagliando! Grandi e piccoli provano emozioni, tutte sono importanti e non ne esistono di buone o cattive: l’importante è riconoscerle e imparare a gestirle.
Un bambino – per poter apprendere – deve potersi sentire al sicuro, essere visto e compreso.
“Ora sto meglio, forse posso riprovare a ripassare le tabelline. E se non riesco? Beh, posso sempre chiudere gli occhi, fare un bel respiro e contare fino a dieci… sette, otto, nove e dieci.”
Il progetto Spazio Mission Bambini offre, a Padova, un doposcuola emotivo relazionale. Alle attività del doposcuola accedono bambini e ragazzi che provengono da contesti familiari caratterizzati da basso livello socio-economico e con scarse risorse di supporto allo sviluppo e all’educazione emotivo-relazionale dei propri figli. L’obiettivo delle attività pomeridiane è quello di ricreare uno spazio sicuro e protetto dove i bambini, supportati da un operatore, possano svolgere le normali attività didattiche e trovare un supporto/guida che lavori anche sulle dinamiche relazionali e di regolazione emotiva.
Disuguaglianze e opportunità di vita: al centro i bambini
Le disuguaglianze sociali incidono con effetti a lungo termine sui bambini, rischiando di comprometterne lo sviluppo.
Con disuguaglianza sociale si intende infatti la differenza di condizioni, di posizionamento geografico, di risorse e possibilità di un gruppo sociale che ne pregiudica la realizzazione e l’autodeterminazione individuale.
Come sta il nostro Paese? Un po’ di dati.
La crisi pandemica e la forte accelerazione dell’inflazione stanno aumentando le già ampie disuguaglianze (all’interno del Paese) colpendo le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare le donne, i giovani, gli stranieri, le persone con disabilità e le loro famiglie (1). Secondo i dati Istat più recenti, il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni – il 9,4% del totale. Le famiglie fragili sono invece raddoppiate da 800 mila a 1,96 milioni – il 7,5%.
La povertà assoluta è tre volte più frequente tra i minori, ed è passata dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021. Una panoramica particolarmente negativa è anche quella presente tra i giovani tra i 18 e i 34 anni: tra di essi si registra un aumento delle condizioni di povertà assoluta dal 3,1% del 2005 all’ 11% del 2021 – circa quattro volte tanto.
La misura della povertà assoluta fornisce la stima del numero di famiglie e persone con un livello di spesa per consumi così basso da non garantire l’acquisizione dei beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile. Rispetto alla povertà, a evidenziare quella che è forse tra le più drammatiche vulnerabilità dell’Italia è il dato dell’aumento della povertà nelle coppie con figli, nei monogenitori e nei giovani. (2)
La disuguaglianza nei bambinə – ostacoli e ripercussioni nell’infanzia
Sappiamo purtroppo che la crisi sanitaria provocata dalla pandemia, e la conseguente recessione economica, ha avuto e avrà un forte impatto sulla nostra società e in particolare su bambinə e adolescenti, aumentando ancora di più il divario tra coloro che hanno accesso a reti di protezione sociale e opportunità educative e coloro i quali ne sono invece privati. Una disuguaglianza dagli effetti duraturi, perché è proprio durante i primi anni di vita che si formano le competenze e la coscienza – civile, democratica, ambientale – essenziali per crescere e sviluppare le proprie potenzialità.
La prima infanzia rappresenta infatti un periodo cruciale nella vita delle persone. È il momento in cui si inizia a conoscere e capire il mondo, se stessi, gli altri. Economisti, neuro-scienziati e sociologi affermano che le competenze necessarie per crescere e vivere nel 21° secolo – cognitive, socio-emozionali e fisiche – si formano, in larga misura, a partire dalla nascita e prima dell’entrata nella scuola, seguendo un processo cumulativo. Proprio per questo le disuguaglianze tra i bambini, per quanto riguarda l’acquisizione di capacità e competenze, si formano ben prima di varcare la porta della scuola dell’obbligo. (3)
Entrando nel dettaglio, l’aumento delle disuguaglianze affonda le radici nell’aumento della povertà assoluta nei bambinə: essa è concentrata in alcune aree e tra le famiglie di origine straniera, ma dipende anche da un modello scolastico e da un sistema di istruzione che non riesce più a bilanciare la diversa provenienza socio-economica e culturale degli studenti. (4)
I dati Istat mostrano infatti come l’aumento delle disuguaglianze sociali riguardi in particolar modo i minori e in massima misura i minori stranieri. Di particolare impatto il tasso di povertà che riguarda i bambinə: è arrivato a essere il 14%, era il 3,9% nel 2005. Questo significa che oggi in Italia sono in povertà assoluta 1 milione 382 mila minori.
Un altro aspetto critico riguarda l’accesso all’istruzione. Con l’espressione disuguaglianze nelle opportunità educative ci si riferisce all’esistenza di disparità oggettive nel successo scolastico tra categorie basate sull’origine sociale, il genere e l’etnia. Restando in Italia, la pandemia ha notevolmente influito sull’apprendimento dei bambinə: la mancanza di device digitali, di una connessione domestica e di un grado di alfabetizzazione digitale adeguato da parte degli insegnanti, ha inevitabilmente incrementato le disuguaglianze sociali e culturali.
In base agli ultimi dati disponibili, solo il 13,5% dei piccoli frequenta un servizio comunale o convenzionato (194.567 posti su 1 milione 400 mila bambini 0-2 anni residenti in Italia). Includendo tutti i servizi alla prima infanzia, anche privati non convenzionati, si arriva al 24,7%, per un totale di 355 mila posti autorizzati al funzionamento, di cui il 51% pubblici, con divari territoriali molto pronunciati. (5)
Contrastare le disuguaglianze è possibile?
Sì, e si può iniziare dal mettere al centro i più piccoli. Il World Social Report di UNDESA sottolinea come l’accesso universale all’istruzione sia la vera chiave per prevenire e contrastare le disuguaglianze. Tuttavia, occorre che il sistema educativo sia davvero accessibile a tutti e tutte.
Come l’educazione fa bene ai bambini? Perché permette di rompere la catena della povertà trasmessa di generazione in generazione?
Per combattere le disuguaglianze e rafforzare l’inclusione, i ricercatori si sono concentrati sull’istruzione prescolare e primaria, unita al supporto per le famiglie e ai servizi sanitari, nonché ai programmi comunitari. «L’istruzione è importante per una serie di risultati nelle fasi successive della vita», spiega Paul Leseman, ricercatore presso l’Università di Utrecht nei Paesi Bassi. «Si tratta anche di stabilire un terreno comune, condividere e co-creare norme e valori, supportare l’interazione interetnica e promuovere la cittadinanza democratica». (6)
Come recitano gli articoli 2 e 31 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, “ogni bambino ha diritto a essere protetti contro ogni forma di discriminazione. Ha inoltre diritto al riposo, al tempo libero, a giocare e a partecipare ad attività culturali”.
Perché bambini e ragazzi possano essere consapevoli delle proprie possibilità, e diventare protagonisti attivi nello sviluppo dei propri talenti, è dunque necessario che tutti abbiano pari opportunità educative, ricreative e di crescita.
Note
1. https://asvis.it/public/asvis2/files/Rapporto_ASviS/Rapporto_ASviS_2022/RapportoASviS2022.pdf
2. https://www.eticasgr.com/storie/approfondimenti/poverta-e-disuguaglianze-italia-istat-2022
3. https://www.epicentro.iss.it/scuola/prima-infanzia-e-poverta-educativa
5. https://www.epicentro.iss.it/scuola/prima-infanzia-e-poverta-educativa
Il benessere psicologico di bambini e ragazzi è a rischio
Problemi riguardanti il benessere psicologico, in modo specifico mancanza di fiducia in se stessi, sensazione di noia, di confusione nel prendere decisioni, timore di ricevere critiche, incapacità nel riconoscimento, nella gestione e nella comunicazione delle emozioni sono frequenti tra i giovani.
Senza l’adeguato supporto e vivendo in un mondo ricco di stress è possibile che queste problematiche sfocino in comportamenti auto-sabotanti, aggressivi o addirittura in veri e propri episodi di bullismo (1-2-3).
In anni recenti, studiosi e ricercatori italiani hanno sottolineato l’importanza di promuovere la salute nei contesti educativi, cercando di assumere una prospettiva positiva e finalizzando gli interventi al miglioramento degli stili di vita e del benessere percepito (4-5).
Il contesto di riferimento
Ad ottobre 2021 l’Unicef ha reso noto il suo rapporto “On my mind” (6) dedicato alla salute mentale tra i giovani di tutto il mondo, che evidenzia come vi siano ben 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze che vivono con disturbi legati al benessere psicologico. A questo proposito, durante la pandemia si è discusso molto sulla salute mentale dei giovani, che hanno dovuto fare i conti con una scuola del tutto diversa, che ha modificato profondamente non solo il modo di studiare ma anche le relazioni sociali.
Il rapporto mostra anche che il 19% dei ragazzi europei tra i 15 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale, seguiti da oltre il 16% delle ragazze nella stessa fascia d’età. Complessivamente si stima che siano 9 milioni gli adolescenti in Europa (tra i 10 e i 19 anni) che convivono con un disturbo che mina il loro benessere psicologico. Tra le patologie rilevate l’ansia e la depressione rappresentano oltre la metà dei casi.
In Italia si stima che – nel 2019 – il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrissero di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).
Interessante è anche uno studio italiano riportato su “Frontiers in Pediatrics”, in cui vengono indicati i fattori di rischio per il disagio mentale, associati poi anche ai cambiamenti di stile di vita causati dal lockdown. Tra questi sono stati indicati: vivere nelle zone più colpite dalla pandemia, la perdita del lavoro di almeno uno dei genitori, l’utilizzo di social media, videogiochi e TV per più di 2 ore al giorno e rimanere soli gran parte della giornata. Ulteriori dati (6), dimostrano infatti che un giovane su cinque tra i 15 e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività e “i giovani potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere”.
Cosa si può fare?
L’analisi dei dati può essere, in prima istanza, scoraggiante e pericolosa, ma una lettura più approfondita ci offre spunti per iniziare ad agire, ora. Perché l’importante è proprio questo: il non agire porterebbe infatti a un costo elevato in termini di peso sulle vite di bambini, ragazzi, famiglie e comunità.
Nel concreto, cosa può fare ognuno di noi?
- Se hai un figlio o una figlia che potrebbe essere in difficoltà con il proprio benessere psicologico, rivolgiti a figure specializzate o proponi loro un incontro con uno psicologo.
- Informati sull’impatto che pandemia e DAD hanno avuto e continuano ad avere sulla vita dei più giovani e sul loro sviluppo psico-emotivo.
- Supporta enti e associazioni che operano per aiutare ragazzi e bambini a migliorare la propria salute mentale. Con noi puoi attivare un’adozione in vicinanza e dare un aiuto concreto a bambini svantaggiati.
- Fai volontariato nelle scuole e aiuta chi ha delle difficoltà con lo studio. Sul nostro sito trovi un’intera sezione dedicata al tutoring, una soluzione preziosa contro la dispersione scolastica.
Note
1. https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1872/articoli/20452/
2. Buzzi C, Cavalli A, De Lillo A. Rapporto giovani. Sesta indagine dell’Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia. Bologna: il Mulino, 2007
3. Polan JC, Sieving RE, McMorris, BJ. Are young adolescents’ social and emotional skills protective against involvement in violence and bullying behaviors? Health Promot Pract 2013; 14: 599-606.
4. Petrillo C. Promuovere la salute nei contesti educativi. Comportamenti salutari e benessere tra gli adolescenti. Milano: Franco Angeli, 2008.
5. Santinello M, Dallago L, Vieno A. Fondamenti di psicologia di comunità. Bologna: il Mulino, 2009.
6. https://www.unicef.org/media/108161/file/SOWC-2021-full-report-English.pdf
I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia nel 12° Rapporto CRC
Il 12° Rapporto CRC tiene conto degli eventi di questi ultimi due anni, che ci hanno posto davanti a scenari e difficoltà nuove: la pandemia da COVID-19 prima e il conflitto in Ucraina poi hanno avuto e avranno un impatto enorme sulle generazioni presenti e future.
Leggi con noi gli aspetti più salienti e scarica il documento integrale.
Uno sguardo generale
Il Rapporto, alla cui redazione hanno contribuito 156 operatori delle oltre 100 associazioni che – come Mission Bambini – fanno parte del Network, offre una fotografia aggiornata e puntuale rispetto a tutti i contesti in cui si declina e si determina il benessere delle persone di minore età.
Povertà minorile, denatalità e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare alla luce dei dati disponibili, che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato.
Si tratta tuttavia anche di un periodo di grandi opportunità, perché finalmente l’infanzia e l’adolescenza sono entrate con maggior attenzione nell’agenda politica anche grazie al ruolo del Terzo Settore e dello stesso Gruppo CRC: oggi nel dibattito pubblico si parla in maniera più strutturata di accoglienza nelle emergenze, di servizi educativi per la prima infanzia, di scuola, di salute mentale, di disabilità e benessere dei più giovani.
Nuova linfa al futuro dei bambini
L’inquinamento atmosferico è in Italia il primo fattore di rischio ambientale: l’81.9% della popolazione vive in zone con inquinamento superiore ai valori considerati sicuri; il traffico, il riscaldamento domestico e l’attività industriale sono i maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. Una seconda criticità è rappresentata dalla scarsità di spazi verdi cittadini usufruibili dai ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico.
Noi di Mission Bambini abbiamo a cuore il futuro dei bambini: per questo abbiamo creato dei progetti volti a promuovere l’educazione ambientale nelle scuole e lo sviluppo psico-fisico dei minori, aiutandoli a recuperare il loro rapporto con l’ambiente. Inoltre, nelle classi e nei doposcuola della rete dei nostri partner, portiamo PiantaLà: un gioco educativo per sensibilizzare i più giovani sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente. Infine, con il supporto di Selva Urbana, portiamo avanti attività di piantumazione di ex aree industriali alla periferia di Milano, che diventeranno così meta di uscite didattiche per le scuole della zona.
Bambini e adolescenti in condizione di povertà in Italia
La povertà minorile rimane poi la grande sfida da affrontare: i minorenni in condizioni di povertà assoluta, complice lo scenario pandemico e le relative conseguenze sul piano sociale, secondo i dati pubblicati da ISTAT riferiti all’anno 2021 sono 1.382.000, pari al 14,2%.
Nel 2021 il Gruppo CRC ha pubblicato la seconda edizione del Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, con l’intento di sollecitare le istituzioni alla raccolta puntuale di dati relativi alle persone di minore età essenziali per programmare interventi efficaci e sostenibili. Il tentativo è stato quello di sistematizzare i dati sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza disponibili su base regionale da fonti ufficiali.
Ma la povertà è anche educativa, e noi ci impegniamo per contrastarla anche così.
Educazione a 360°
Rispetto all’educazione, oltre alle preoccupazioni rispetto agli effetti della pandemia da Covid-19 sul learning loss e sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, il tema prioritario trasversale all’analisi svolta nel Rapporto è quello relativo al consolidamento della qualità del sistema educativo e scolastico sotto il versante della formazione del personale scolastico.
Altro tema che il Gruppo CRC segue da anni e che è evidenziato nel Rapporto è quello relativo all’educazione all’affettività, che prevede di introdurre in tutte le scuole di ogni ordine e grado programmi di educazione emotiva e al rispetto delle diversità, necessari per rafforzare le competenze affettive e relazionali, educare alla parità di genere e alla prevenzione della violenza.
E un’educazione a 360° è quella che noi promuoviamo con i progetti Stringhe e Spazio Mission Bambini.
Social Team Building: si parte con Mediobanca
La collaborazione con Mediobanca ci ha visti impegnati nella realizzazione di un giardino sensoriale in una scuola alla periferia di Milano: una struttura di cui beneficeranno bambini e insegnanti nelle attività outdoor.
Restare #viciniaibambini diventa green
All’interno dell’Istituto Comprensivo Arcadia – nel Quartiere Gratosoglio di Milano – è stato progettato e realizzato dai dipendenti di Mediobanca un giardino sensoriale: un’attività all’aria aperta per allenare soft skills e comportamenti organizzativi.
Grazie al Social Team Building è infatti possibile vivere un’esperienza di crescita personale e professionale e, al contempo, generatrice di valore sociale per se stessi, la comunità e l’ambiente.
Lo spazio rinnovato permetterà agli studenti di realizzare lezioni e attività tradizionali immersi nel verde, superando i confini fisici delle aule, e renderà possibile l’attivazione di nuove forme di didattica laboratoriale per fornire una struttura più interattiva e dinamica alle lezioni.
Si creerà dunque un setting idoneo per esperienze di apprendimento complete e coinvolgenti, in cui la multisensorialità diventa il canale privilegiato per lo sviluppo di competenze e la costruzione del pensiero riflessivo.
Social Team Building: di cosa si tratta?
È un format di Fondazione Mission Bambini, che consente di unire la formazione e il volontariato d’impresa.
Da un lato fornisce un importante contributo di arricchimento personale, attraverso il miglioramento delle proprie competenze e abilità professionali; dall’altro coniuga il bisogno formativo delle persone e dei team ad un valore sociale più ampio.
Ogni volontario avrà la possibilità di fare esperienza su tre livelli:
- Individuale, allenando le proprie competenze
- Di team, sperimentando la condivisione di gruppo
- Sociale, contribuendo a generare impatto sociale nella comunità
Il Social Team Building è realizzato in collaborazione con Orbita Architettura, società di consulenza che coniuga il mondo HR con il mondo dell’architettura; e con l’impresa sociale Solaris Lavoro e Ambiente.