L’educazione non si è fermata per 633 bambini e ragazzi in Italia

#covid-19, #educazione italia

Nella fase 1 dell’emergenza coronavirus ci siamo subito attivati con un obiettivo preciso: dare ai bambini e ai ragazzi più fragili la possibilità di continuare a studiare, attraverso la didattica a distanza. Ecco i risultati del nostro impegno.

 

La distribuzione di dispositivi tecnologici e l’accompagnamento allo studio

A partire da metà marzo abbiamo portato il nostro aiuto concreto a 633 (*) studenti svantaggiati attraverso un duplice intervento:

  •  la distribuzione di tablet, laptop, smartphone, schede telefoniche per la connessione a internet, necessari per poter seguire le lezioni online, fare i compiti e studiare, restare in contatto con insegnanti e compagni di classe;
  •  l’attività di accompagnamento educativo e didattico, svolta quotidianamente a distanza dai nostri operatori e indispensabile per non lasciare nessun alunno solo o indietro.

Il nostro intervento è stato realizzato in collaborazione con i centri di aiuto allo studio e con le scuole primarie e secondarie di 1° grado, con cui da anni contrastiamo il rischio di dispersione e insuccesso scolastico per i bambini e i ragazzi più vulnerabili, che vivono in contesti di disagio socio-economico.

Milano sono 10 gli istituti scolastici coinvolti (IC Cadorna, IC Calasanzio, IC Cesare Cantù, IC Confalonieri, IC Don Orione, IC Locatelli-Quasimodo, IC Maffucci, IC Scialoia, IC Sorelle Agazzi, IC Tito Speri), insieme ai centri di aiuto allo studio gestiti da Fondazione Aquilone e Fondazione Maria Anna Sala; a Padova il VII Istituto Comprensivo San Camillo; a Torino l’IC Tommaseo; a Brescia l’Istituto Razzetti. In aggiunta, su tutto il territorio nazionale, rientrano tra i beneficiari gli 8 centri “Ora di Futuro sostenuti da Generali e The Human Safety Net.

(*) Dati aggiornati al 15/05/2020.

 

Grazie a tutti per essere restati con noi #viciniaibambini!

Il nostro “grazie” va ai donatori privati che, per la prima volta o per l’ennesima, sono rimasti con noi #viciniaibambini e hanno sostenuto la nostra campagna su Rete del Dono oppure con altre modalità di donazione.

Così come un “grazie” va a tutte le aziende e alle fondazioni che, nuove o già nostre partner, ci hanno aiutato a continuare a fare scuola e a essere comunità per i bambini e i ragazzi più fragili: Amazon – Assotech – Boselli & Partners – Clifford Chance – Dell Technologies – Fondazione di Comunità Milano – Fondazione Prosolidar – Fondazione Snam – Fondazione Sodalitas – Ford Italia – Generali Italia e The Human Safety Net – IRQ10 – Linklaters – VF Corporation e Timberland.

Continuiamo a fare scuola e comunità, a distanza

#covid-19, #educazione italia, #scuola

A seguito della decisione di chiudere le scuole in tutta Italia, abbiamo ascoltato le esigenze dei nostri partner, impegnati a garantire la continuità didattica e di comunità in contesti svantaggiati, e abbiamo risposto con un aiuto concreto.

 

Il problema: l’impatto della chiusura delle scuole su bambini e famiglie vulnerabili

L’emergenza COVID-19 che ha travolto l’Italia, imponendo la chiusura delle scuole e un mutamento radicale delle nostre abitudini, ha fatto emergere e in molti casi ha esacerbato quelli che sono i bisogni concreti dei bambini e delle famiglie più fragili.

Fermare l’intervento educativo rischia infatti di penalizzare ulteriormente chi vive già una condizione di disagio e di avere pertanto dei costi sociali enormi per un’intera generazione di studenti e per le comunità.
Da un lato, la carente digitalizzazione che caratterizza alcuni contesti svantaggiati andrebbe a danneggiare proprio quei bambini (poveri, stranieri, con bisogni educativi speciali) in cui più forte è la necessità di un accompagnamento educativo e didattico a distanza; dall’altro, l’isolamento forzato, la paura e l’insicurezza dettate dallo stato emergenziale rischierebbero di dar luogo a ricadute pesanti sul piano psicologico.

Per questo motivo, in accordo con i partner con cui collaboriamo da anni, ci siamo impegnati a individuare delle soluzioni concrete per continuare a garantire un sostegno a distanza soprattutto ai bambini più vulnerabili, già a rischio di insuccesso scolastico, e alle loro famiglie, in condizioni di disagio socio-economico. E abbiamo individuato due modalità di intervento: il potenziamento della strumentazione informatica e il sostegno psicologico.

 

Il potenziamento digitale: postazioni informatiche e fornitura di device elettronici alle famiglie

Come possiamo assicurare una continuità didattica ed educativa ai bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado, che vivono in condizioni di disagio?
Innanzitutto, attraverso un potenziamento delle dotazioni informatiche, a più livelli.

Il primo riguarda i centri di aiuto allo studio, che attualmente non possono essere frequentati da bambini e ragazzi. In loro sostituzione allestiremo delle postazioni informatiche virtualiin modo da fornire agli operatori gli strumenti necessari a fare scuola e a stare vicini ai bambini e alle famiglie, anche a distanza.
L’accesso ai servizi didattici per bambini e ragazzi sarà gratuito e in via telematica, con il supporto a distanza dei nostri operatori.

Il secondo livello del nostro intervento riguarda proprio le abitazioni degli alunni e prevede la possibilità di fornire a domicilio, alle famiglie maggiormente in difficoltà, pc portatili, tablet, telefoni cellulari per lo svolgimento a distanza delle attività didattiche.

 

Il sostegno psicologico: ascolto, supporto emotivo e ricostruzione sociale

Purtroppo sappiamo che l’emergenza coronavirus avrà ricadute pesanti anche sul piano psicologico. Per questo motivo stiamo già pianificando, insieme alla rete dei nostri servizi educativi e alle scuole, percorsi di ascolto e sostegno psicologico per bambini e genitori, da avviare una volta che la fase di isolamento ed emergenza sarà terminata.

L’obiettivo diventerà allora quello della “ricostruzione sociale”, per facilitare la rielaborazione delle nuove paure vissute e il superamento delle diffidenze che la situazione attuale sta inevitabilmente generando.

 

Le aree geografiche di intervento: da Milano al resto d’Italia

La nostra Fondazione comincerà a mettere in atto gli interventi descritti a Milano, nei 4 quartieri più periferici e fragili a nord della città (Bruzzano, Comasina, Maciachini, Niguarda). La nostra intenzione, ora che le misure restrittive sono state estese a tutta Italia, è di replicare la stessa modalità di intervento anche in altre città, dove già siamo presenti, come Torino, Padova, Napoli e Catania.

 

Come puoi aiutarci: la campagna di crowdfunding su Rete del Dono

Per essere #viciniaibambini, anche e soprattutto in questo momento, abbiamo attivato una campagna di raccolta fondi su Rete del Dono. Se vuoi dare ai bambini più fragili la possibilità di continuare a studiare, clicca qui.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo

#educazione estero, #programma Borse Rosa, #volontariato

Ci sono storie che ci permettono di viaggiare in luoghi lontani e di conoscere nuove realtà. A volte, però, queste realtà non sono come ce le immaginiamo: è questo il caso delle bambine e delle donne di Paraìba, che vivono all’interno della loro comunità una situazione di emarginazione, vulnerabilità sociale e povertà. È Raffaella Fuso, nostra volontaria da oltre dieci anni, a portarci con lei in Brasile e a farci conoscere più da vicino questa difficile situazione. Lo fa a partire dalla sua visita al centro comunitario “Casa dos Sonhos”, creato da una comunità di Suore Domenicane con l’aiuto della nostra Fondazione e situato a circa 20 km dalla capitale Joao Pessoa, precisamente nel punto finale della cittadina di Santa Rita.

 

Una dura realtà, tra povertà e violenza

Il centro può essere considerato un’oasi felice: con l’obiettivo di accogliere e sostenere bambini, ragazzi, donne e famiglie della comunità che vivono una situazione problematica, offre programmi e attività di prevenzione, assistenza, formazione ed educazione basati sulla solidarietà, la giustizia e la valorizzazione della persona e dell’ambiente che la circonda.

Purtroppo la situazione cambia completamente non appena si esce al suo esterno.
Come ci racconta Raffaella, “le periferie si trovano fuori controllo e la quasi totale assenza dello Stato – che significa fra le altre cose assenza di diritti, servizi e sicurezza – sta portando sempre più persone oltre la soglia della povertà estrema, costringendo uomini, donne e bambini a mendicare o a raccogliere materiale da riciclare per poter sopravvivere. Nella maggior parte di queste famiglie la madre è di fatto l’unica fonte di sostegno di diversi figli e il piccolo contributo, denominato Bolsa Familia, è l’unica entrata economica certa rispetto ai pochi lavori irregolari e saltuari che si possono trovare.”

 

Foto di Raffaella Fuso

 

La violenza è sicuramente uno degli aspetti più preoccupanti che contraddistingue le periferie brasiliane e che Raffaella ha potuto vedere da vicino: “parliamo di violenza domestica sulle donne e i bambini, di violenza sociale legata alle devianze e alla povertà educativa e soprattutto della violenza delle organizzazioni criminali contrapposta a quella della polizia, che ogni giorno uccide quasi indiscriminatamente decine di persone. Le vittime di tutto questo restano uomini, donne e bambini costretti a vivere in un clima continuo di precarietà e paura.”

In un contesto difficile come quello appena descritto, dove l’emarginazione sociale si unisce alla violenza e alla mancanza di opportunità, c’è un altro aspetto ancora più difficile da accettare, presente ancora in molti Paesi del mondo e di cui la nostra volontaria si fa testimone: le bambine, se possibile, vivono condizionamenti ancora più forti. Responsabilizzate fin da piccole ad accudire i fratellini minori e vittime di una cultura a cui non interessa vederle studiare e realizzarsi in qualcosa che vada oltre il futuro ruolo di moglie e madre, si trovano destinate a un futuro già scritto. L’alto numero di violenze domestiche, matrimoni e maternità precoci e, non ultimo, il numero di femminicidi non fanno altro che confermare questa forte discriminazione di genere.

 

La “Casa dei Sogni”: un’oasi di pace e speranza

Nel contesto in cui è inserita, la “Casa dos Sonhos” rappresenta dunque l’unico punto di riferimento valido in grado di garantire i principali diritti e curare l’educazione, la salute e la sicurezza degli oltre 130 minori accolti, offrendo loro un’assistenza affettiva e sociale in grado di contrastare violenza, povertà e pregiudizio.

 

Foto di Raffaella Fuso

 

La “Casa dos Sonhos” è uno spazio in cui i bambini e gli adolescenti, seguiti da una preparata e variegata equipe di professionisti e volontari, possono mangiare, imparare, giocare, sognare e trovare un po’ di serenità rispetto al duro contesto in cui sono immersi quotidianamente. Raffaella può testimoniare quanto il Centro sia “un luogo che favorisce momenti di condivisione, di riflessione, di dialogo e di crescita verso la costruzione di una identità e di un futuro migliore – per i bambini e gli adolescenti accolti e per la comunità in cui vivono.”

Fondato nel 2004, il centro è oggi una realtà molto radicata nel territorio, esempio concreto e positivo di come l’educazione, l’integrazione e la creazione di una cultura di pace e rispetto possano nascere e svilupparsi, cambiando profondamente la qualità e le prospettive di vita di molte persone.

“Senza la presenza della “Casa dos Sonhos” – spiega Raffaella – tutti i bambini e gli adolescenti avrebbero trascorso il tempo per strada, potenziali vittime di droga, alcolismo, prostituzione e violenza. Tra le mura del centro, i minori trovano punti di riferimento sani, regole e limiti che li orientano, per evitare che il contesto e i cattivi comportamenti li conducano alla marginalizzazione.”

Il nostro aiuto, fornito attraverso i progetti ‘Una Casa dei Sogni contro la marginalizzazione’ e ‘Borse rosa per le ragazze di Santa Rita’ risulta fondamentale per il proseguimento delle attività del centro e il benessere di tutte le persone coinvolte.

 

L’empowerment femminile: un sogno che diventa pian piano realtà

È grazie al programma di Empowerment femminile che nel 2019 dodici ragazze e otto madri della comunità hanno potuto frequentare due corsi professionalizzanti per diventare “Grafici” e “Amministratore di cassa”. Sempre nell’ambito di questo progetto, alcune ragazze sono state coinvolte come volontarie nel centro e forniscono supporto alle diverse attività che vengono svolte giornalmente. La “Casa dos Sonhos” si conferma dunque essere un punto di riferimento per le famiglie e le madri della comunità, che qui possono trovare aiuto e assistenza in relazione alle numerose difficoltà incontrate ogni giorno.

“Questo il cambiamento che vorremmo vedere nel Mondo – conclude Raffaella. Un cambiamento volto alla creazione di una cultura di pace, integrazione, solidarietà reciproca, rispetto della natura e lotta contro il ciclo di violenza domestica e comunitaria. Questo è l’aspetto più difficile del lavoro del centro e il suo valore aggiunto: formare coscienze responsabili e insegnare il concetto di eguaglianza.”

 

Foto di Raffaella Fuso