AllenaMenti per il Futuro riparte… da te

#educazione, #educazione italia, #NEET

Torna dal 2 maggio 2023 il corso AllenaMenti per il Futuro, in collaborazione con il servizio Informagiovani del Comune di Milano: se sei un ragazzo o una ragazza che non studia e non lavora, scopri di che cosa si tratta e comunicaci il tuo interesse!

 

Il corso: scopri i tuoi talenti e trova la tua strada per la realizzazione personale

AllenaMenti per il Futuro è un corso gratuito, promosso dalla nostra Fondazione e indirizzato a ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 17 e i 30 anni, che non studiano e non lavorano. 

Se sei uno di loro, ecco come il corso ti può aiutare:

  •  ti accompagniamo a capire quali siano i tuoi talenti, le tue competenze, e quale sia il modo migliore per metterli in campo nella costruzione del tuo percorso di crescita;
  •  ti prepariamo al mondo del lavoro, attraverso una comprensione del mercato esistente e un supporto nella compilazione del curriculum vitae, nell’individuazione dei migliori strumenti per la ricerca del lavoro e nella preparazione per sostenere un colloquio.

Allenamenti per il Futuro è composto da un percorso formativo di gruppo suddiviso in 6 incontri, che alternano momenti in presenza, online e laboratori pratici. È inoltre previsto un percorso di supporto individuale – ad adesione volontaria – gestito da uno psicologo. 

Gli incontri in presenza si svolgeranno presso la Sala Addestramento di Fondazione Mission Bambini in via Ronchi 17 – Milano.

Sfoglia la locandina del corso » 

 

I requisiti: che cosa ti serve per iscriverti

Per partecipare ad AllenaMenti per il Futuro non ti serve nulla, devi solo confermare di:

  •  avere un’età compresa tra i 17 e i 29 anni;
  •  avere la residenza a Milano o zone limitrofe;
  •  non essere inserito in un percorso di studio o lavorativo.

  

Vuoi iscriverti o ricevere maggiori informazioni?

Per ricevere maggiori informazioni puoi contattare:

 


Prima dell’iscrizione verrà fissato un colloquio conoscitivo con un referente dell’Informagiovani, per valutare insieme la motivazione e l’interesse dei potenziali partecipanti.

Scadenza iscrizioni: 16 aprile

 

Diario di Classe: un luogo aperto e inclusivo per bambini e ragazzi

#educazione, #educazione italia, #scuola

Diario di Classe è uno spazio, proprio come un diario personale, per raccogliere testimonianze intime ed emotive e accogliere le fragilità e i momenti di confusione tipici dei giovanissimi che si approcciano al mondo esterno. Uno spazio inclusivo e non giudicante che normalizzi le vulnerabilità, le debolezze e le risorse di bambini e ragazzi che vivono le nostre scuole. Un progetto dove poter decostruire stereotipi e aspettative, dove poter mettere in discussione il mito della competizione, della performance e del merito che, molto spesso, schiacciano e opprimono gli studenti. 

Il progetto è il risultato di tutte queste esperienze e del lavoro creativo dell’illustratrice Susanna Morari, che ha saputo cogliere e restituire la ricchezza delle testimonianze.

Marzo e l’inclusione sociale: quando le diversità ci rendono unici

Nel Diario di marzo raccontiamo la storia di Anna, bambina di 6 anni con qualche difficoltà di apprendimento.

“Non mi piace leggere e scrivere, perché mi vergogno, non ricordo mai come sono fatte le lettere, a volte le vedo confuse, sembrano ballare e mischiarsi tra loro.” 

Alcuni bambini che presentano le prime difficoltà d’apprendimento hanno vite familiari complesse, e spesso in queste famiglie gli spazi vitali dei più piccoli passano in secondo piano. Molti di questi alunni appaiono demotivati, oppositivi, stanchi. 

Attraverso le attività proposte, il progetto “Stringhe – piccoli numeri in movimento” mira allo sviluppo e rafforzamento nei bambini delle cosiddette competenze trasversali (soft skills): capacità di stampo cognitivo, relazionale, metodologico e comunicativo. In particolare:

  •  autonomia e fiducia in sé stessi;
  •  capacità comunicative, di analisi, di lavoro in team;
  •  problem solving;
  •  resilienza e responsabilità.

Durante i laboratori Stringhe gli alunni vivono delle esperienze capaci di stabilire in classe un clima di allegria, sollievo e impegno. In questo modo, questi studenti riescono a ritrovare la voglia di fare, di attraversare le difficoltà con l’aiuto degli altri e riprendono contatto con il mondo dell’apprendimento dal quale si stavano gradualmente allontanando.

Il progetto Stringhe è stato selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. È realizzato da Mission Bambini a livello nazionale insieme a: CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Didattiche, Cooperativa Stripes e Palestra per la Mente, Fondazione Laureus Italia, Avanzi; a Milano insieme a: Comune di Milano, Istituto Comprensivo “Cesare Cantù”, Istituto Comprensivo “Locatelli Quasimodo”, Istituto Comprensivo “Trilussa”, Fondazione Aquilone, Fondazione Maria Anna Sala; a Napoli insieme a: Comune di Napoli, Scuola dell’infanzia e primaria “30° C.D. Parini”, Associazione Celus; a Catania insieme a: Comune di Catania, Istituto Comprensivo Statale “Dusmet-Doria”, Associazione Talità Kum.

Leggi il Diario di Classe del mese di marzo » 

Aprile e l’importanza di riconoscere le emozioni

“… sette, otto, nove e dieci.”
Chi, quando è arrabbiato, non ha mai contato fino a 10 prima di rispondere o agire?

Il piccolo Mirko si arrabbia quando non riesce a fare bene i compiti, quando qualcosa non gli viene al primo colpo: “chi vuole stare con un bambino che non sa le tabelline?”

Linda, l’educatrice del doposcuola, gli spiega che la scuola serve proprio a questo, a imparare anche sbagliando! Grandi e piccoli provano emozioni, tutte sono importanti e non ne esistono di buone o cattive: l’importante è riconoscerle e imparare a gestirle.

Un bambino – per poter apprendere – deve potersi sentire al sicuro, essere visto e compreso.

“Ora sto meglio, forse posso riprovare a ripassare le tabelline. E se non riesco? Beh, posso sempre chiudere gli occhi, fare un bel respiro e contare fino a dieci… sette, otto, nove e dieci.”

Il progetto Spazio Mission Bambini offre, a Padova, un doposcuola emotivo relazionale. Alle attività del doposcuola accedono bambini e ragazzi che provengono da contesti familiari caratterizzati da basso livello socio-economico e con scarse risorse di supporto allo sviluppo e all’educazione emotivo-relazionale dei propri figli. L’obiettivo delle attività pomeridiane è quello di ricreare uno spazio sicuro e protetto dove i bambini, supportati da un operatore, possano svolgere le normali attività didattiche e trovare un supporto/guida che lavori anche sulle dinamiche relazionali e di regolazione emotiva.

Leggi il Diario di Classe del mese di aprile » 

#viciniaibambini, anche in Turchia e Siria

#emergenze

Siamo di fronte a una vera e propria emergenza.

Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio c’è stato un forte terremoto, di magnitudo 7.8, tra il sud della Turchia e il nord della Siria.

L’epicentro del primo terremoto, a cui sono seguite altre scosse, è stato poco a nord della città di Gaziantep, nella Turchia meridionale, a circa 90 chilometri dal confine siriano.

Si stimano, a pochi giorni da questo tragico evento, oltre 21mila vittime, 24 milioni di persone coinvolte e 5 mila bambini e bambine rimasti soli, senza famiglia. Numeri destinati a crescere.

Il numero degli sfollati sta diventando incontenibile e la situazione è resa ancora più drammatica dal freddo intenso. In queste ore difficili si continua a scavare, ma ora è necessario aiutare chi si è salvato da questa tragedia ma ha perso tutto.

 

Emergenza terremoto: insieme, per dare aiuti concreti

Ci siamo subito attivati per portare aiuti concreti alla popolazione, in particolare alle famiglie e ai bambini nella città di Gaziantep, epicentro del sisma in Turchia. Ci siamo organizzati, con l’aiuto e la collaborazione di Fondazione Progetto Arca, per far arrivare in loco beni di prima necessità come coperte, sacchi a pelo, vestiti pesanti e kit igienici, e per assicurare la distribuzione di pasti caldi.

Tutto questo perché, anche in un momento buio, bambini e bambine possano ritrovare la serenità che meritano.

Aiutaci anche tu a portare soccorsi immediati »

Grazie.

Disuguaglianze e opportunità di vita: al centro i bambini

#educazione, #educazione italia, #infanzia

Le disuguaglianze sociali incidono con effetti a lungo termine sui bambini, rischiando di comprometterne lo sviluppo.
Con disuguaglianza sociale si intende infatti la differenza di condizioni, di posizionamento geografico, di risorse e possibilità di un gruppo sociale che ne pregiudica la realizzazione e l’autodeterminazione individuale.

 

Come sta il nostro Paese? Un po’ di dati.

La crisi pandemica e la forte accelerazione dell’inflazione stanno aumentando le già ampie disuguaglianze (all’interno del Paese) colpendo le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare le donne, i giovani, gli stranieri, le persone con disabilità e le loro famiglie (1). Secondo i dati Istat più recenti, il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni – il 9,4% del totale. Le famiglie fragili sono invece raddoppiate da 800 mila a 1,96 milioni –  il 7,5%. 

La povertà assoluta è tre volte più frequente tra i minori, ed è passata dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021. Una panoramica particolarmente negativa è anche quella presente tra i giovani tra i 18 e i 34 anni: tra di essi si registra un aumento delle condizioni di povertà assoluta dal 3,1% del 2005 all’ 11% del 2021 – circa quattro volte tanto.

La misura della povertà assoluta fornisce la stima del numero di famiglie e persone con un livello di spesa per consumi così basso da non garantire l’acquisizione dei beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile. Rispetto alla povertà, a evidenziare quella che è forse tra le più drammatiche vulnerabilità dell’Italia è il dato dell’aumento della povertà nelle coppie con figli, nei monogenitori e nei giovani. (2)

 

La disuguaglianza nei bambinə – ostacoli e ripercussioni nell’infanzia

Sappiamo purtroppo che la crisi sanitaria provocata dalla pandemia, e la conseguente recessione economica, ha avuto e avrà un forte impatto sulla nostra società e in particolare su bambinə e adolescenti, aumentando ancora di più il divario tra coloro che hanno accesso a reti di protezione sociale e opportunità educative e coloro i quali ne sono invece privati.  Una disuguaglianza dagli effetti duraturi, perché è proprio durante i primi anni di vita che si formano le competenze e la coscienza – civile, democratica, ambientale – essenziali per crescere e sviluppare le proprie potenzialità. 

La prima infanzia rappresenta infatti un periodo cruciale nella vita delle persone. È il momento in cui si inizia a conoscere e capire il mondo, se stessi, gli altri. Economisti, neuro-scienziati e sociologi affermano che le competenze necessarie per crescere e vivere nel 21° secolo – cognitive, socio-emozionali e fisiche – si formano, in larga misura, a partire dalla nascita e prima dell’entrata nella scuola, seguendo un processo cumulativo. Proprio per questo le disuguaglianze tra i bambini, per quanto riguarda l’acquisizione di capacità e competenze, si formano ben prima di varcare la porta della scuola dell’obbligo. (3)

Entrando nel dettaglio, l’aumento delle disuguaglianze affonda le radici nell’aumento della povertà assoluta nei bambinə: essa è concentrata in alcune aree e tra le famiglie di origine straniera, ma dipende anche da un modello scolastico e da un sistema di istruzione che non riesce più a bilanciare la diversa provenienza socio-economica e culturale degli studenti. (4)

I dati Istat mostrano infatti come l’aumento delle disuguaglianze sociali riguardi in particolar modo i minori e in massima misura i minori stranieri. Di particolare impatto il tasso di povertà che riguarda i bambinə: è arrivato a essere il 14%, era il 3,9% nel 2005. Questo significa che oggi in Italia sono in povertà assoluta 1 milione 382 mila minori.

 

Un altro aspetto critico riguarda laccesso all’istruzione. Con l’espressione disuguaglianze nelle opportunità educative ci si riferisce all’esistenza di disparità oggettive nel successo scolastico tra categorie basate sull’origine sociale, il genere e l’etnia.  Restando in Italia, la pandemia ha notevolmente influito sull’apprendimento dei bambinə: la mancanza di device digitali, di una connessione domestica e di un grado di alfabetizzazione digitale adeguato da parte degli insegnanti, ha inevitabilmente  incrementato le disuguaglianze sociali e culturali.

In base agli ultimi dati disponibili, solo il 13,5% dei piccoli frequenta un servizio comunale o convenzionato (194.567 posti su 1 milione 400 mila bambini 0-2 anni residenti in Italia). Includendo tutti i servizi alla prima infanzia, anche privati non convenzionati, si arriva al 24,7%, per un totale di 355 mila posti autorizzati al funzionamento, di cui il 51% pubblici, con divari territoriali molto pronunciati. (5)

 

Contrastare le disuguaglianze è possibile?

Sì, e si può iniziare dal mettere al centro i più piccoli. Il World Social Report di UNDESA sottolinea come l’accesso universale all’istruzione sia la vera chiave per prevenire e contrastare le disuguaglianze. Tuttavia, occorre che il sistema educativo sia davvero accessibile a tutti e tutte.

Come l’educazione fa bene ai bambini? Perché permette di rompere la catena della povertà trasmessa di generazione in generazione?

Per combattere le disuguaglianze e rafforzare l’inclusione, i ricercatori si sono concentrati sull’istruzione prescolare e primaria, unita al supporto per le famiglie e ai servizi sanitari, nonché ai programmi comunitari. «L’istruzione è importante per una serie di risultati nelle fasi successive della vita», spiega Paul Leseman, ricercatore presso l’Università di Utrecht nei Paesi Bassi. «Si tratta anche di stabilire un terreno comune, condividere e co-creare norme e valori, supportare l’interazione interetnica e promuovere la cittadinanza democratica». (6)

 

Come recitano gli articoli 2 e 31 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, “ogni bambino ha diritto a essere protetti contro ogni forma di discriminazione. Ha inoltre diritto al riposo, al tempo libero, a giocare e a partecipare ad attività culturali”.

Perché bambini e ragazzi possano essere consapevoli delle proprie possibilità, e diventare protagonisti attivi nello sviluppo dei propri talenti, è dunque necessario che tutti abbiano pari opportunità educative, ricreative e di crescita.

 

Note

1. https://asvis.it/public/asvis2/files/Rapporto_ASviS/Rapporto_ASviS_2022/RapportoASviS2022.pdf

2. https://www.eticasgr.com/storie/approfondimenti/poverta-e-disuguaglianze-italia-istat-2022

3. https://www.epicentro.iss.it/scuola/prima-infanzia-e-poverta-educativa

4. https://www.savethechildren.it/blog-notizie/le-disuguaglianze-scuola-3-questioni-urgenti-su-cui-intervenire

5. https://www.epicentro.iss.it/scuola/prima-infanzia-e-poverta-educativa

6. https://cordis.europa.eu/article/id/415472-tackling-inequality-through-inclusive-education-and-social-support/it

Milano Marathon 2023: Run to #GivetheBeat

#milano marathon, #salute

Domenica 2 aprile si terrà la ventunesima edizione del più grande evento dedicato al running in Italia, la Milano Marathon 2023. Corri al nostro fianco e aiutaci a donare nuovi battiti a tanti bambini cardiopatici!

 

Inizia il riscaldamento: scopri di cosa si tratta

La Milano Marathon non è solo uno dei più importanti eventi sportivi dell’anno, ma è soprattutto un’occasione di solidarietà.

Il 2 aprile torna a Milano la Relay Marathon: crea la tua squadra e preparati per la staffetta, oppure partecipa individualmente alla maratona e corri con noi!

Il traguardo per noi è il futuro dei bambini: partecipando alla Maratona con Mission Bambini sosterrai il progetto “Cuore di Bimbi”, grazie al quale potremo donare ai bambini cardiopatici un volo per raggiungere i nostri ospedali in Italia e potersi sottoporre a interventi salvavita.

Nel mondo nascono, ogni anno, 1 milione di bambini e bambine affetti da malformazioni congenite al cuore. Circa l’80% nasce in un Paese povero: senza accesso a cure mediche e chirurgiche tempestive, metà di loro è destinata a non raggiungere il primo anno di vita.  Purtroppo non tutti i Paesi dispongono di adeguate strutture ospedaliere e, in questi casi, portare i bimbi nei nostri ospedali in Italia è l’unica possibilità per salvare loro la vita.

 

Vai ai blocchi di partenza: scopri come iscriverti

  •  Vai alla pagina di iscrizione dedicata che trovi a questo link
  •  Compila il form con i tuoi dati

Staffetta 4 runner

  •  La quota di partecipazione per la staffetta è di 200 a squadra (50 a runner)

Maratona (runner singolo)

  •  La quota di partecipazione per il runner è di 85

 

Per tutti i partecipanti ci sarà la possibilità di aprire una propria pagina Crowdfunding, dedicata a te e/o alla tua squadra, nella quale potrai coinvolgere amici, colleghi e familiari per raggiungere insieme l’obiettivo di donare un volo ad un bambin cardiopatico per potersi sottoporre ad un intervento salvavita in Italia.

 

Taglia il traguardo: scopri il valore della tua corsa

Le quote di iscrizione dei partecipanti sosterranno il progetto “Cuore di Bimbi”. Grazie al tuo contributo potremo sostenere il viaggio e l’operazione in Italia di bambini e bambine con gravi difetti cardiaci. Aiutaci a far battere forte i loro cuoricini!

 

Vuoi partecipare con la tua azienda?

La Relay Milano Marathon è l’esperienza perfetta da condividere con i propri colleghi: attraverso l’attività sportiva potrai rafforzare il legame all’interno del team, correndo insieme per raggiungere un importante obiettivo solidale!

Per avere maggiori informazioni e ricevere supporto nella fase di iscrizione, contattaci all’indirizzo mail: aziende@missionbambini.org

 

Iscriviti qui per uno sprint finale!

Il benessere psicologico di bambini e ragazzi è a rischio

#educazione, #educazione italia, #salute

Problemi riguardanti il benessere psicologico, in modo specifico mancanza di fiducia in se stessi, sensazione di noia, di confusione nel prendere decisioni, timore di ricevere critiche, incapacità nel riconoscimento, nella gestione e nella comunicazione delle emozioni sono frequenti tra i giovani.

Senza l’adeguato supporto e vivendo in un mondo ricco di stress è possibile che queste problematiche sfocino in comportamenti auto-sabotanti, aggressivi o addirittura in veri e propri episodi di bullismo (1-2-3).

In anni recenti, studiosi e ricercatori italiani hanno sottolineato l’importanza di promuovere la salute nei contesti educativi, cercando di assumere una prospettiva positiva e finalizzando gli interventi al miglioramento degli stili di vita e del benessere percepito (4-5).

 

Il contesto di riferimento

Ad ottobre 2021 l’Unicef ha reso noto il suo rapporto “On my mind” (6) dedicato alla salute mentale tra i giovani di tutto il mondo, che evidenzia come vi siano ben 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze che vivono con disturbi legati al benessere psicologico. A questo proposito, durante la pandemia si è discusso molto sulla salute mentale dei giovani, che hanno dovuto fare i conti con una scuola del tutto diversa, che ha modificato profondamente non solo il modo di studiare ma anche le relazioni sociali. 

Il rapporto mostra anche che il 19% dei ragazzi europei tra i 15 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale, seguiti da oltre il 16% delle ragazze nella stessa fascia d’età. Complessivamente si stima che siano 9 milioni gli adolescenti in Europa (tra i 10 e i 19 anni) che convivono con un disturbo che mina il loro benessere psicologico. Tra le patologie rilevate l’ansia e la depressione rappresentano oltre la metà dei casi. 

In Italia si stima che – nel 2019 – il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrissero di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

Interessante è anche uno studio italiano riportato su “Frontiers in Pediatrics”, in cui vengono indicati i fattori di rischio per il disagio mentale, associati poi anche ai cambiamenti di stile di vita causati dal lockdown. Tra questi sono stati indicati: vivere nelle zone più colpite dalla pandemia, la perdita del lavoro di almeno uno dei genitori, l’utilizzo di social media, videogiochi e TV per più di 2 ore al giorno e rimanere soli gran parte della giornata. Ulteriori dati (6), dimostrano infatti che un giovane su cinque tra i 15 e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività e “i giovani potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere”.

 

Cosa si può fare?

L’analisi dei dati può essere, in prima istanza, scoraggiante e pericolosa, ma una lettura più approfondita ci offre spunti per iniziare ad agire, ora. Perché l’importante è proprio questo: il non agire porterebbe infatti a un costo elevato in termini di peso sulle vite di bambini, ragazzi, famiglie e comunità. 

Nel concreto, cosa può fare ognuno di noi?

  •  Se hai un figlio o una figlia che potrebbe essere in difficoltà con il proprio benessere psicologico, rivolgiti a figure specializzate o proponi loro un incontro con uno psicologo.
  •  Informati sull’impatto che pandemia e DAD hanno avuto e continuano ad avere sulla vita dei più giovani e sul loro sviluppo psico-emotivo.
  •  Supporta enti e associazioni che operano per aiutare ragazzi e bambini a migliorare la propria salute mentale. Con noi puoi attivare un’adozione in vicinanza e dare un aiuto concreto a bambini svantaggiati.
  •  Fai volontariato nelle scuole e aiuta chi ha delle difficoltà con lo studio. Sul nostro sito trovi un’intera sezione dedicata al tutoring, una soluzione preziosa contro la dispersione scolastica.

 

Note

1. https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1872/articoli/20452/

2. Buzzi C, Cavalli A, De Lillo A. Rapporto giovani. Sesta indagine dell’Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia. Bologna: il Mulino, 2007

3. Polan JC, Sieving RE, McMorris, BJ. Are young adolescents’ social and emotional skills protective against involvement in violence and bullying behaviors? Health Promot Pract 2013; 14: 599-606.

4. Petrillo C. Promuovere la salute nei contesti educativi. Comportamenti salutari e benessere tra gli adolescenti. Milano: Franco Angeli, 2008.

5. Santinello M, Dallago L, Vieno A. Fondamenti di psicologia di comunità. Bologna: il Mulino, 2009.

6. https://www.unicef.org/media/108161/file/SOWC-2021-full-report-English.pdf

Allenamenti per il Futuro: ripartiamo insieme

#educazione, #educazione italia, #NEET

Torna dal 13 gennaio 2023 il corso AllenaMenti per il Futuro, in collaborazione con il servizio Informagiovani del Comune di Milano: se sei un ragazzo o una ragazza che non studia e non lavora, scopri di che cosa si tratta e comunicaci il tuo interesse!

 

Il corso: scopri i tuoi talenti e trova la tua strada per la realizzazione personale

AllenaMenti per il Futuro è un corso gratuito, promosso dalla nostra Fondazione e indirizzato a ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che non studiano e non lavorano. 

Se sei uno di loro, ecco come il corso ti può aiutare:

  •  ti accompagniamo a capire quali siano i tuoi talenti, le tue competenze, e quale sia il modo migliore per metterli in campo nella costruzione del tuo percorso di crescita;
  •  ti prepariamo al mondo del lavoro, attraverso una comprensione del mercato esistente e un supporto nella compilazione del curriculum vitae, nell’individuazione dei migliori strumenti per la ricerca del lavoro e nella preparazione per sostenere un colloquio.

Allenamenti per il Futuro è composto da un percorso formativo di gruppo suddiviso in 6 incontri, che alternano momenti in presenza, online e laboratori pratici e che continueranno fino al 16 febbraio 2023. È inoltre previsto un percorso di supporto individuale – ad adesione volontaria – gestito da uno psicologo. 

Gli incontri in presenza si svolgeranno presso la Sala Addestramento di Fondazione Mission Bambini in via Ronchi 17 – Milano.

Sfoglia la locandina del corso » 

 

I requisiti: che cosa ti serve per iscriverti

Per partecipare ad AllenaMenti per il Futuro non ti serve nulla, devi solo confermare di:

  •  avere un’età compresa tra i 18 e i 29 anni;
  •  avere la residenza a Milano o zone limitrofe;
  •  non essere inserito in un percorso di studio o lavorativo.

  

Vuoi iscriverti o ricevere maggiori informazioni?

Per ricevere maggiori informazioni puoi contattare:

 


Prima dell’iscrizione verrà fissato un colloquio conoscitivo con un referente dell’Informagiovani, per valutare insieme la motivazione e l’interesse dei potenziali partecipanti.

Scadenza iscrizioni: 22 dicembre

 

Missioni all’estero: bambini e volontari di nuovo insieme

#adozioni a distanza, #educazione, #educazione estero, #volontariato, #volontariato internazionale

Estate 2022: dopo due anni di stop, riprendono le missioni dei nostri volontari all’estero.

Ed è proprio con tre delle nostre volontarie – Ilaria, Valentina e Maria Elena – che abbiamo viaggiato in Repubblica Dominicana, più precisamente sul nostro progetto di educazione a Puerto Plata.

 

“È stata un’esperienza meravigliosa – racconta Maria Elena – Ho visto la realtà così com’è, senza filtri, ma allo stesso tempo mi sono sempre sentita al sicuro. La cosa più bella è la relazione che crei con i bimbi, che con un sorriso e uno sguardo ti trasmettono tutto”. 

Partire per una missione all’estero è sicuramente un’esperienza unica, e lo diventa ancor di più se rappresenta il primo viaggio in un Paese così lontano e in un contesto caratterizzato da disagio e povertà. È dunque normale, come ci raccontano le giovani volontarie, sentirsi spaesate i primi giorni; allo stesso tempo, provare l’adrenalina che caratterizza le prime esperienze ti fa scoprire di avere uno spirito di adattamento che mai avresti pensato di possedere.

 

 

La proprietaria dell’appartamento dove alloggiavano le ha trattate come figlie, le persone del luogo sono state super calorose e accoglienti. Anche i bambini sono certamente stati d’aiuto nel farle sentire a casa: tra attività ludiche in cortile, laboratori di disegno e qualche breve gita, il clima si è fatto subito più leggero. Ci raccontano che i più piccoli tendono ad affezionarsi subito e a essere più espansivi, mentre i più grandi ti guardano con curiosità e con loro si viene a creare un rapporto di dialogo e complicità.

“Abbiamo percepito un senso di dignità molto profondo, il che non è scontato – fa notare Ilaria. I bambini erano sempre puliti e ordinati, venivano educati all’igiene, e gli spazi comuni erano sempre in ordine… Viene dato molto valore e importanza all’educazione a tutto tondo.” 

 

 

Ilaria, Valentina e Maria Elena si sono portate a casa bellissimi ricordi da questa missione, definendola “una botta di vita ed energia incredibile”, e non vedono l’ora di ripartire per un’altra esperienza a contatto con i nostri bambini.

Scopri le nostre opportunità di volontariato con i bambini »

In Bangladesh dai Dalit: tra consapevolezza del presente e sogni per il futuro

#adozioni a distanza, #educazione, #educazione estero

Oggi, con questo articolo che racconta la missione in Bangladesh della nostra Program Coordinator Maria Torelli, vogliamo non solo parlarvi del contesto in cui vivono i bambini che insieme sosteniamo; vogliamo che sia anche l’occasione per dare voce ai bimbi, alle ragazze, alle mamme e ai papà che vivono nei villaggi, nonché dare valore all’operato del nostro partner locale DALIT NGO e del Direttore Esecutivo, Swapon Kumar Das, detto Lino.

 

Uno sguardo a tutto tondo

I Dalit, i “fuori casta”, sono circa il 5% della popolazione, anche se non vi è mai stato un censimento ufficiale poiché, secondo la Costituzione del Bangladesh, le caste non esistono più. Nella pratica però il sistema risulta tuttora in vigore; secondo il governo i Dalit sarebbero 6 milioni, ma si stima che siano decisamente di più (circa 9-10 milioni).

La zona del progetto (distretti di Satkhira e Khulna) è situata nella parte sud ovest del Bangladesh, nel distretto di Satkhira, non lontano dal confine con l’India.


A discapito della crescita economica costante, il Bangladesh rimane un paese povero, con il 14,3% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. Sono in particolare le comunità fuori casta i gruppi più emarginati dal punto di vista sociale, economico e politico e che vivono in condizioni di povertà o di povertà estrema. Molti fuori casta, infatti, pur abitando in villaggi rurali, non possiedono terreni e molto spesso cambiano la loro principale occupazione, svolgendo impieghi giornalieri saltuari. Molti bambini, a causa delle difficoltà economiche della famiglia, sono spinti dai genitori a cominciare a lavorare in giovanissima età, e molte ragazze sono costrette a sposarsi giovanissime con matrimoni combinati per non pesare sull’economia familiare. Le condizioni socioeconomiche della popolazione, inclusi i Dalit, sono inoltre peggiorate sia a causa della pandemia da Covid-19, che in Bangladesh è stata affrontata con ripetuti lockdown estesi, sia a causa della guerra in Ucraina che ha fatto più che raddoppiare il prezzo dell’olio da cucina e aumentare significativamente il prezzo del riso, che lì è l’alimento base.

 

Diamo voce a coloro che vogliono farsi sentire

Il progetto educativo si rivolge a circa 900 beneficiari, ed ha come obiettivo il raggiungimento di un’educazione inclusiva e di qualità per migliorare il livello di alfabetizzazione e istruzione dei bambini e delle bambine fuoricasta e di altre comunità marginalizzate, favorendo l’inserimento scolastico nelle scuole pubbliche e riducendo la discriminazione affinché possano evitare il drop out e raggiungere il diploma primario e secondario e, per le ragazze più meritevoli, continuare con gli studi terziari.

 

Nel primo villaggio in cui abbiamo fatto tappa, quello di Dhulanda, abbiamo incontrato una ragazza che si è sposata in VIII classe e che ha un bambino di qualche mese, e poi un gruppo di ragazze madri che dialogavano con alcune ragazze non sposate.

Mamma 1: “Mi sono sposata a 15 anni, quando ero in X classe e ho un figlio di 2 anni. Non volevo, ma i miei genitori hanno insistito. Avrei voluto continuare a studiare ma mio marito dice che non abbiamo abbastanza soldi.”

Mamma 2: “Anche per me è andata esattamente così, ho un figlio di 2 anni nato subito dopo il matrimonio” 

Mamma 3: “I miei genitori mi hanno obbligata a sposarmi quando facevo la V. La mia famiglia è molto povera e non avrebbero potuto mantenermi. Hanno pagato 25.000 taka (circa 250 euro) per la dote, anche se sarebbe vietata per legge, e mio marito esige ancora un’integrazione. Se penso a mia figlia, certamente questo a lei non avverrà, dovrà finire gli studi prima di sposarsi.”

Mamma 4: “Anch’io mi sono sposata in V. Non ero d’accordo, ma poi ho dovuto cedere. Sono sposata da 5 anni e ho un figlio di 3. Spero che lui possa continuare gli studi e che poi trovi un buon lavoro.”

Mamma 5: “La mia storia è un po’ diversa perché io ho acconsentito al matrimonio. Durante la pandemia ero in XI classe e non sapevamo per quanto tempo sarebbe continuato il lockdown. Avevo già 17 anni e temevo che l’isolamento sarebbe durato per anni, impedendo la ripresa dei miei studi e rendendo più difficile trovare marito a causa della mia età avanzata, quindi ho pensato che fosse meglio sposarmi.”

Ragazza non sposata: “E’ molto utile ascoltare le storie delle ragazze che purtroppo hanno dovuto sposarsi prima di diventare maggiorenni. Ho deciso che voglio continuare gli studi e sposarmi solo dopo aver trovato un lavoro. Non ci sono motivi che possano indurci a sposarci prima. Anche se i nostri nonni sono anziani e vorrebbero vederci sposate, noi dobbiamo dire che quello che conta è il nostro futuro. Io attualmente frequento la XII e vorrei diventare poliziotta.”


 

Nel villaggio di Muragachha abbiamo parlato con un gruppo di mamme e nonne presenti fuori dalla scuola, a cui si è rapidamente aggiunto un gruppo di padri con i quali si è discusso di educazione e matrimoni precoci.

Madre 1: “Io non sono mai andata a scuola. Non so di preciso quanti anni ho, ma credo circa 40. Sentendo questi discorsi, quasi quasi viene voglia anche a me di andare a scuola. E’ davvero importante che i nostri figli continuino a studiare.”

Padre 1: “In passato il nostro villaggio era conosciuto perché eravamo soliti mangiare la carne di mucche ormai morte che erano state gettate nel fiume. Ora questa pratica appartiene al passato. Ma adesso non dobbiamo guardare al passato, quello che è stato è stato. Io ho fatto sposare mia figlia quando frequentava l’VIII classe. Quattro mesi fa suo marito l’ha ripudiata ed è tornata a casa. Ho capito di avere sbagliato e ora vorrei che possa riprendere gli studi.” 


 

Nel villaggio di Balia abbiamo incontrato i membri dello Youth Club poiché, essendo pomeriggio, le lezioni nella scuola DALIT erano terminate. Gli Youth Club sono associazioni, presenti nei diversi villaggi, con membri dai 16 anni ai 35 anni che frequentano almeno l’VIII classe.

A Balia il gruppo è composto da 30 persone, di cui 5 ragazze. Il club, attivo dal 2019, sta svolgendo un ottimo lavoro per quanto riguarda la relazione con il governo e in particolare la possibilità di accedere a opportunità governative, ad esempio il technical training (autista, riparatore di frigorifero, riparatore di computer…) o per sussidi per persone appartenenti a categorie vulnerabili spesso analfabete, o ancora per risolvere difficoltà del villaggio (mancanza d’acqua, elettricità, pavimentazione strade etc). Ha inoltre un ruolo fondamentale nella prevenzione dei matrimoni precoci e nella sensibilizzazione sull’uso di droga e i rischi dei social network. Durante la fase acuta della pandemia i membri hanno distribuito mascherine e hanno registrato gli abitanti per le vaccinazioni. Intervengono anche per risolvere controversie, mentre prima venivano chiamate persone di alta casta che le alimentavano per impadronirsi dei terreni. Hanno infine organizzato un torneo di sport e competizioni culturali con altri villaggi per conoscersi, e preparano eventi di danza per i bambini che a scuola sono generalmente esclusi da queste attività in quanto Dalit. 

Giovane 1: “I nostri genitori pensavano che la nostra condizione di marginalità fosse il nostro destino e che fosse sufficiente mangiare e vivere perché non sapevano neanche cosa fosse l’educazione. Ma adesso i loro occhi si stanno aprendo sulla discriminazione e la violenza da parte di alcune persone di alta casta. Il nostro ruolo fondamentale è quello di esigere che i nostri diritti vengano rispettati.”

Giovane 2, presidente del club: “Le nostre mamme non erano istruite, e senza educazione il futuro è buio. Noi vogliamo essere agenti di cambiamento e permettere al villaggio di liberarsi dai tabù grazie all’istruzione. L’aiuto di DALIT in questo percorso è stato fondamentale e in questi 3 anni abbiamo avuto risultati che non avremmo mai immaginato.”

Giovane 3: “Grazie alle attività svolte dal club, dal 2019 è avvenuto un solo matrimonio precoce. Siamo invece riusciti a sventare 3 tentativi di matrimoni precoci nel 2021.”


 

Abbiamo infine avuto l’occasione di parlare direttamente con alcune ragazze beneficiarie del programma Borse Rosa.

Sopna: “Sto studiando per la laurea triennale in inglese. Mio padre fa il contadino e mia madre è casalinga. E’ importante che le ragazze siano istruite adeguatamente. Poi si può scegliere di essere moglie e madre, ma non va bene diventarlo essendo analfabete.”

Pushpa: “Studio giurisprudenza a Khulna e vorrei diventare giudice. È molto interessante vedere qui con noi oggi due donne: una (Nazmun Nahar, Upazila Women’s Affairs Officer di Tala, NdR) è un esempio vivente di cosa si può fare per prevenire i matrimoni precoci, l’altra è venuta dall’estero quindi è la dimostrazione che anche le donne possono viaggiare da sole se studiano. Prima non c’erano opportunità educative per i Dalit, non avevamo scelta. Ora dobbiamo cambiare mentalità: noi donne, insieme agli uomini, possiamo essere agenti di cambiamento. Noi ragazze dobbiamo sempre ricordarci che dobbiamo essere gentili come fiori ma anche forti come il fuoco.”

Sumita: “DALIT mi ha sostenuta nel mio percorso educativo sin dalla scuola dell’infanzia e ora studio all’università. La mia esperienza non è stata priva di ostacoli, perché in IX avevo scelto di studiare scienze ma ho avuto difficoltà a passare l’esame di Secondary School Certificate alla fine della X e ho capito che sarebbe stato meglio passare al curriculum arte e, dopo la XII, mi sono iscritta a economia. Vorrei essere d’esempio per altre ragazze e portare la luce alla mia famiglia, ai Dalit e al Paese.”

Priya: “Noi ragazze sostenute dal progetto sentiamo il bisogno di restituire almeno in parte quello che stiamo ricevendo; abbiamo infatti costituito un piccolo fondo attraverso il quale aiutiamo persone povere che hanno bisogno, o anche qualcuna di noi che non riesce a pagare la quota prevista per gli esami. Oltre a questo, interveniamo sempre quando sentiamo che nel villaggio si sta organizzando un matrimonio precoce, parliamo coi genitori e, se non cambiano idea, contattiamo DALIT e la polizia.”

Jaya: “Io sono del villaggio di Banka e, in parallelo agli studi universitari per i quali ricevo un supporto da DALIT, ho seguito un corso di artigianato organizzato dal governo con il sostegno del Giappone e sto aiutando 60 donne del villaggio a confezionare borse realizzate con la iuta. Abbiamo già ricevuto un ordine di 1000 borse.”

I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia nel 12° Rapporto CRC

#educazione, #educazione italia

Il 12° Rapporto CRC tiene conto degli eventi di questi ultimi due anni, che ci hanno posto davanti a scenari e difficoltà nuove: la pandemia da COVID-19 prima e il conflitto in Ucraina poi hanno avuto e avranno un impatto enorme sulle generazioni presenti e future.

Leggi con noi gli aspetti più salienti e scarica il documento integrale.

Uno sguardo generale

Il Rapporto, alla cui redazione hanno contribuito 156 operatori delle oltre 100 associazioni che – come Mission Bambini – fanno parte del Network, offre una fotografia aggiornata e puntuale rispetto a tutti i contesti in cui si declina e si determina il benessere delle persone di minore età.

Povertà minorile, denatalità e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare alla luce dei dati disponibili, che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato.

Si tratta tuttavia anche di un periodo di grandi opportunità, perché finalmente l’infanzia e l’adolescenza sono entrate con maggior attenzione nell’agenda politica anche grazie al ruolo del Terzo Settore e dello stesso Gruppo CRC: oggi nel dibattito pubblico si parla in maniera più strutturata di accoglienza nelle emergenze, di servizi educativi per la prima infanzia, di scuola, di salute mentale, di disabilità e benessere dei più giovani.

Nuova linfa al futuro dei bambini

L’inquinamento atmosferico è in Italia il primo fattore di rischio ambientale: l’81.9% della popolazione vive in zone con inquinamento superiore ai valori considerati sicuri; il traffico, il riscaldamento domestico e l’attività industriale sono i maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. Una seconda criticità è rappresentata dalla scarsità di spazi verdi cittadini usufruibili dai ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico.

Noi di Mission Bambini abbiamo a cuore il futuro dei bambini: per questo abbiamo creato dei progetti volti a promuovere l’educazione ambientale nelle scuole e lo sviluppo psico-fisico dei minori, aiutandoli a recuperare il loro rapporto con l’ambiente. Inoltre, nelle classi e nei doposcuola della rete dei nostri partner, portiamo PiantaLà: un gioco educativo per sensibilizzare i più giovani sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente. Infine, con il supporto di Selva Urbana, portiamo avanti attività di piantumazione di ex aree industriali alla periferia di Milano, che diventeranno così meta di uscite didattiche per le scuole della zona.

Bambini e adolescenti in condizione di povertà in Italia

La povertà minorile rimane poi la grande sfida da affrontare: i minorenni in condizioni di povertà assoluta, complice lo scenario pandemico e le relative conseguenze sul piano sociale, secondo i dati pubblicati da ISTAT riferiti all’anno 2021 sono 1.382.000, pari al 14,2%.

Nel 2021 il Gruppo CRC ha pubblicato la seconda edizione del Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, con l’intento di sollecitare le istituzioni alla raccolta puntuale di dati relativi alle persone di minore età essenziali per programmare interventi efficaci e sostenibili. Il tentativo è stato quello di sistematizzare i dati sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza disponibili su base regionale da fonti ufficiali.

Ma la povertà è anche educativa, e noi ci impegniamo per contrastarla anche così.

Educazione a 360°

Rispetto all’educazione, oltre alle preoccupazioni rispetto agli effetti della pandemia da Covid-19 sul learning loss e sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, il tema prioritario trasversale all’analisi svolta nel Rapporto è quello relativo al consolidamento della qualità del sistema educativo e scolastico sotto il versante della formazione del personale scolastico.

Altro tema che il Gruppo CRC segue da anni e che è evidenziato nel Rapporto è quello relativo all’educazione all’affettività, che prevede di introdurre in tutte le scuole di ogni ordine e grado programmi di educazione emotiva e al rispetto delle diversità, necessari per rafforzare le competenze affettive e relazionali, educare alla parità di genere e alla prevenzione della violenza.

E un’educazione a 360° è quella che noi promuoviamo con i progetti Stringhe e Spazio Mission Bambini.