Categoria: Rete Learn
Il sogno di Lino Swapon: educare i Dalit in Bangladesh
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di accogliere nella nostra sede Lino Swapon, partner di Mission Bambini per i progetti di educazione dei bambini Dalit in Bangladesh. La sua testimonianza è stata un potente esempio di come un singolo sogno possa trasformarsi in un cambiamento collettivo.



Dalit: una condizione di invisibilità
“Swapon” in bengalese significa “sogno”. E in quel nome c’è già tutta la storia di Lino.
Fin da bambino, Lino ha custodito nel cuore il sogno di un futuro diverso: non solo per sé, ma per migliaia di bambine e bambini Dalit, nati schiacciati dal peso di una casta che li voleva invisibili. Appartenente alla comunità Dalit, i “fuoricasta” del Bangladesh, Lino Swapon ha sperimentato da subito cosa significhi vivere senza diritti, senza voce, senza un banco di scuola su cui sedersi.
Nel suo villaggio, solo 3 bambini Dalit su 750 avevano accesso all’istruzione: un segno inequivocabile di discriminazione di casta. Quei tre erano tutti maschi, un’ulteriore barriera dettata dal fatto che le bambine venivano ritenute ancor meno meritevoli di un’istruzione.
Eppure, nonostante tutto, Lino ha scelto di resistere. Fin da giovanissimo ha lottato contro ogni ostacolo, con una forza d’animo rara anche tra gli adulti, già da ragazzino ha preso una decisione importante: credere nei propri sogni.
Il primo seme di cambiamento
Quando era ancora un ragazzo, Lino ha avuto un’idea: ha raccolto 50 canne di bambù insieme agli altri due suoi compagni Dalit: con quelle ha costruito una piccola aula nel suo villaggio, dove al pomeriggio insegnava agli altri bambini fuoricasta, preparandoli così al passaggio alla scuola governativa. Quel gesto di solidarietà ha segnato l’inizio di un’idea rivoluzionaria: l’istruzione come strumento di libertà per chi è “schiacciato”.
Con pochi mezzi e tanta determinazione, 3 bambini piantarono il primo seme del cambiamento: l’idea che l’educazione potesse essere un diritto di tutti, anche di chi, da sempre, era stato messo ai margini, escluso.
L’aiuto di Padre Lupi e il sogno italiano
Un incontro fondamentale è stato quello con Padre Lupi, missionario italiano che ha sostenuto Lino nel pagamento del suo primo esame scolastico e lo ha incoraggiato a proseguire gli studi, nonostante la sua famiglia lo avesse allontanato di casa a soli 12 anni per aver rifiutato un matrimonio. Grazie a questo sostegno, Lino ha avuto la possibilità di studiare in Italia, vicino Como, conseguendo una laurea in tecniche di laboratorio.
Ritorno in Bangladesh e nascita di Dalit NGO




Nel 1998 Lino è tornato in Bangladesh con un obiettivo chiaro: riprodurre in muratura la scuola di bambù del suo villaggio e dare vita a Dalit NGO. Oggi l’organizzazione supporta oltre 10.000 bambini, gestisce 75 scuole e ha realizzato un ospedale, con un’attenzione particolare alle bambine, le più vulnerabili alle violenze e ai matrimoni forzati. Grazie a queste attività e al dialogo con le istituzioni, la scolarizzazione nella comunità Dalit è salita al 35%.
Il Bangladesh è uno dei paesi più a rischio per i cambiamenti climatici, con inondazioni periodiche che colpiscono in particolare le aree dove vivono i Dalit, privi di infrastrutture adeguate. Mission Bambini è al fianco di Lino dal 2012, sostenendo programmi che garantiscono non solo l’accesso alla scuola, ma anche il supporto legale alle famiglie e l’alfabetizzazione delle mamme, per spezzare il ciclo di discriminazione.
Un sogno che ci chiama all’azione
Come ci ha ricordato Lino:
“Tutti insieme, uniti, possiamo fare davvero la differenza per migliaia di bambini e bambine, anche in contesti culturalmente lontani come il Bangladesh.”
Anche tu puoi aiutare a realizzare questo sogno collettivo: sostieni i progetti di educazione in Bangladesh e regala una possibilità di futuro ai bambini e alle bambine Dalit.
Uganda: da un bisogno urgente a nuove latrine sicure.
Come la generosità di tanti ha trasformato la vita di oltre 970 bambini a Kitanga
Fino a poco tempo fa, alla scuola St. Clelia di Kitanga, in Uganda, oltre 970 alunni condividevano appena 20 latrine: baracche in lamiera, lontane dalla scuola e pericolose, soprattutto di notte.
Per i bambini e le bambine, uscire per andare in bagno significava affrontare il buio, la paura e spesso… rinunciare. Non era raro che si facessero i bisogni addosso per il timore di allontanarsi da soli.
Oggi, grazie alla generosità di tanti donatori, le nuove latrine in muratura sono una realtà. Strutture sicure, vicine alla scuola, costruite per garantire igiene, dignità e tutela della salute.
Questo intervento ha un impatto concreto.




Significa ridurre il rischio di malattie infettive e intestinali, causate da condizioni igieniche precarie. In passato, queste patologie hanno portato molti bambini a soffrire e ad assentarsi per giorni dalle lezioni. Ora, invece, possono vivere e studiare in un ambiente più sano, protetto e rispettoso dei loro bisogni fondamentali.
🎥 Abbiamo documentato questo cambiamento in corso con un breve video, realizzato durante l’ultima visita al progetto.
Attraverso le immagini e gli sguardi dei bambini e delle bambine è possibile cogliere la portata di ciò che è stato realizzato. Quello che abbiamo costruito insieme è molto più di un blocco di nuove latrine sicure: è un passo avanti per la salute, l’istruzione e la dignità dei bambini e delle bambine di Kitanga.
La dignità comincia da qui: da un bagno sicuro, da una scuola accogliente, da chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte.
Thailandia: volontari in missione
A giugno, i volontari Dino e Roberto sono partiti in missione per la Thailandia, in particolare sul nostro progetto Children of the Forest a Sangkhlaburi.
Sono stati giorni ricchi di emozioni per i nostri volontari, che hanno portato sorrisi e svolto tante attività con i bimbi: dal giardinaggio ai giochi di società, dalla preparazione della cena fino alla realizzazione di marmellate di frutta. Dino e Roberto hanno anche dato lezioni di inglese, partecipato a feste di compleanno e raccolto foto e disegni da condividere con i nostri donatori. Grazie a loro, ogni giorno è stato speciale e ha reso i bambini ancora più felici.
Tra i tanti bimbi che alloggiano a Children of the Forest, oggi vi raccontiamo – tramite le parole di Roberto – la giornata di Gasawa.
–
Una giornata con Gasawa
Gasawa è una bambina di 10 anni. Frequenta da poco la scuola del nostro partner «Children of the Forest» a Sangkhlaburi, una zona di confine meta di famiglie rifugiate provenienti dal Myanmar.
È arrivata in Thailandia nel 2022; lei e la sorella maggiore di 21 anni vivono con gli zii, che hanno tre bambini piccoli. Abitano a Sampanrai, un villaggio distante circa un’ora a piedi da Sangkhlaburi. Il padre e la madre di Gasawa lavorano e vivono a Kanchanaburi, una città a circa 2 ore e mezzo di auto e, proprio a causa della distanza, Gasawa li vede saltuariamente.
La sua giornata comincia molto presto. Si alza alle 5:30 del mattino, alle 6 esce di casa e dopo un’ora di cammino nella foresta arriva sulla strada statale dove passa a prenderla il pullmino della scuola. Alle 7:45 arriva in classe.
Al mattino le lezioni si svolgono dalle 8 alle 11:30, al termine delle quali ogni alunno si reca alla mensa per pranzare.

–
Dopo una pausa, le lezioni proseguono quindi fino alle 15:30. Alle 16 i pullmini riaccompagnano i bambini verso i loro alloggi; Gasawa viene lasciata dove inizia il sentiero che la porterà a casa, dove arriva alle 17 dopo circa un’altra ora di cammino.
Lì trova i cuginetti ad aspettarla; appena arriva si toglie la divisa della scuola e si occupa di loro. Di solito aiuta anche in cucina e va a prendere l’acqua al fiume lì vicino.
–

Gasawa è una ragazzina molto volenterosa e le piace frequentare la scuola di Children of the Forest. Quando le è stato chiesto cosa volesse fare da grande, ha risposto: «La principessa!»
–
Roberto, Dino e tutti noi di Mission Bambini ci auguriamo che continui a studiare e che riesca a realizzare tutti i suoi sogni.
–
Anche tu puoi partire in missione con noi, o svolgere tante altre attività di volontariato con i bambini: