Diventare papà oggi

#educazione italia, #infanzia

Ogni libreria, anche la più piccola, è piena di libri che spiegano alle future mamme cosa aspettarsi da questa nuova fase della loro vita. Ma ai papà chi glielo spiega? È vero, di maternità si parla tanto – anche se non sempre in modo adeguato – mentre di paternità non si parla affatto.

Il contesto: desideri e realtà

Tra il 2013 e il 2022, la percentuale di uomini che ha usufruito del congedo di paternità si è più che triplicata[1], confermando un trend ben visibile nella nostra società: i papà vogliono essere presenti nella vita dei propri figli. La paternità, e la definizione attribuita a essa, è in continuo mutamento: anche le donne madri richiedono maggiore partecipazione ai propri partner, e i padri non si accontentano più di un ruolo marginale nell’educazione dei propri figli[2].

Dopo decenni, se non secoli, di una statica definizione di paternità necessariamente distante, forte e autorevole, i neopapà di oggi si sentono intrappolati tra ciò che la società ancora richiede e i loro bisogni e desideri. Da un lato lo stereotipo di genere che impone agli uomini di essere, sempre e costantemente, protettori e colonna portante della famiglia, instancabili lavoratori e “poliziotti cattivi” nell’educazione dei figli; dall’altro lato l’esigenza e la volontà, sempre più documentate, di contribuire al lavoro di cura e alla crescita emotiva dei figli[3].

Gli stereotipi e i ruoli di genere sono comunque ancora difficili da superare. La visione patriarcale, spesso in noi implicita e nascosta che, ad esempio, raffigura l’uomo come fonte di reddito e la donna come padrona di casa, è tuttora presente nella nostra società. Nonostante l’evidente aumento di partecipazione da parte dei padri del terzo millennio nella vita dei figli, il lavoro di cura resta ancora prevalentemente un compito delle madri che, anche se lavoratrici, vedono ricadere su di loro la maggior parte del lavoro non retribuito di assistenza[4].

Il congedo di paternità in Italia

Sono solo 10 in Italia i giorni di congedo di paternità obbligatori e retribuiti al 100%. La normativa italiana non si discosta molto da quella di tanti altri stati dell’Unione Europea, che garantiscono anche loro lo standard minimo di 10 giorni richiesto dalle direttive UE o poco più, ma è anche vero che sono diversi i paesi che garantiscono un periodo retribuito più elevato[5]. La Spagna, per esempio, concede ai padri 16 settimane di congedo[6], la Finlandia prevede invece 160 giorni di congedo per genitore[7], mentre la Svezia è stata il primo paese al mondo a sostituire – addirittura nel 1974 – il congedo di maternità con il congedo parentale, garantendo oggi 480 giorni di permesso da suddividere[8].

In Italia è sicuramente ancora evidente come siano le madri a mettere in pausa la loro carriera lavorativa e a dedicarsi al lavoro di cura. Estendere il congedo di paternità è quindi una manovra necessaria per permettere una distribuzione più equa dei compiti – diminuendo di conseguenza la percentuale di madri che si sentono costrette a dover lasciare il lavoro – e per garantire una presenza più attiva della figura paterna sin dall’inizio. Immaginare un congedo parentale equo è anche fondamentale per avviare un cambiamento culturale diffuso, che sia in grado di scardinare gli stereotipi di genere e la definizione prettamente patriarcale di famiglia.

Ognuno è padre a modo suo

Quando si parla di paternità, ma anche di maternità e di educazione e crescita dei figli, c’è una certezza: non esiste una ricetta perfetta. Ognuno è padre a modo suo ed è necessario allontanarsi dal rischio di ricadere in un’altra definizione stereotipata, anche se diversa da quella patriarcale che si sta cercando di superare. Il proprio bambino o bambina non arriva al mondo con una guida, anzi, la sua nascita è una rivoluzione e un cambiamento radicale che porta con sé emozioni e paure. Permettere a se stessi e autorizzarsi, come padri, a essere e a esercitare un maschile differente rispetto a quello che ci portiamo dietro culturalmente è, di per sé, un punto di partenza fondamentale per immaginare una paternità diversa rispetto a quella che ora sta stretta a molti neopapà.

È importante immaginare l’arrivo di un figlio anche come la nascita di una triade composta da diverse persone, i cui ruoli sono non solo tutti importanti, ma anche necessari. La figura paterna in questo triangolo non è una figura secondaria, ma invece ha un compito fondamentale che spesso viene tralasciato a livello sociale: quello di aiutare madre e figlio o figlia ad avviarsi ognuno verso il proprio spazio, fungendo da mediatore verso l’esterno. Il papà ha l’importante ruolo di essere, in primo luogo, la protezione al cambiamento, facilitando poi in seguito la donna a riprendere il proprio spazio personale e la propria autonomia, e il bimbo o la bimba ad allontanarsi dal legame simbiotico che inevitabilmente si crea con la mamma.

Terzo tempo: che tipo di papà vuoi diventare?

In questo momento storico di forte cambiamento, ciò che è necessario è quindi uno spazio sicuro e non giudicante per i neopapà, dove è possibile essere vulnerabili e immaginare – grazie anche all’aiuto di professionisti – la propria definizione di paternità e il proprio modo, unico e irripetibile, di essere padri. Mission Bambini e la cooperativa La Grande Casa di Sesto San Giovanni (MI) cercano di fare proprio questo con il servizio Terzo tempo: un progetto diviso in tre momenti – papà del passato, del presente e del futuro – che nasce proprio con l’idea di accompagnare e sostenere gli uomini nel loro diventare padri, aiutandoli a decostruire la vecchia definizione di paternità per costruire la loro, e prendendosi cura in particolare dell’aspetto emotivo, affettivo e relazionale del nascere come genitori.

Il nome del servizio – sostenuto dalla Fondazione nell’ambito del progetto Scintilla – nasce da una tradizione consolidata nel mondo del rugby: il terzo tempo è il momento in cui le due squadre e le due tifoserie, a fine partita, festeggiano insieme e mettono da parte le rivalità sportive. Il nome scelto invita implicitamente proprio a “mettere da parte” stereotipi e prese di posizioni statiche per abitare uno spazio più malleabile di confronto e possibilità.

Terzo tempo è un luogo dove poter affrontare insieme le problematiche dell’attuale società e la mancata corrispondenza tra i bisogni e i desideri dei padri del terzo millennio e la realtà che li circonda. Non si tratta però di incontri formativi, ma piuttosto di momenti che hanno lo scopo di far emergere le proprie idee di paternità e come queste idee possano essere sia messe in discussione sia esercitate. L’obiettivo di Terzo tempo non è fornire la ricetta per diventare il papà perfetto, ma quello di pensare, sperimentare e capire insieme che tipo di padre si vuole diventare.


[1] Dati INPS, citati da Save the Children, “Festa del Papà: aumenta l’utilizzo dei congedi di paternità”.

[2] Save the Children, Le equilibriste: la maternità in Italia – 2023.

[3] Save the Children, Le equilibriste: la maternità in Italia – 2023.

[4] Save the Children, Le equilibriste: la maternità in Italia – 2023.

[5] Quotidiano Nazionale, Congedo di paternità, l’Italia a confronto con i Paesi Ue.

[6] Save the Children, Le equilibriste: la maternità in Italia – 2023.

[7] https://www.azets.fi/en/blog/family-leave-model-in-finland/

[8] Il Fatto Quotidiano, Congedo di paternità, in Italia solo 10 giorni e in Spagna 16 settimane: come funziona in Ue e perchè se “non trasferibile” fa la differenza.

A maggio, allacciamo le Stringhe!

#educazione italia, #progetto Stringhe

Si è tenuto giovedì 9 maggio, dalle ore 15:30 alle ore 18:30, allo Stripes Digitus Lab di Milano (all’interno dell’ex sito Expo 2015) il Convegno “Educativa digitale e corporea per una didattica innovativa” organizzato da Mission Bambini e dai partner di “Stringhe: piccoli numeri in movimento”, per raccontare 4 anni di attività del progetto.

Guarda la registrazione dell’evento »

Il Convegno prende il via con l’intervento di Ennio Ripamonti, docente dell’Università Milano-Bicocca, “Povertà educativa: un quadro del fenomeno nel nostro Paese”. Segue la presentazione del progetto “Stringhe” con gli interventi dei rappresentanti di Mission Bambini, Cooperativa Stripes, Fondazione Laureus e CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Didattiche. Sarà inoltre presente un insegnante dell’IC Cantù di Milano, che porterà la propria testimonianza sullo svolgimento delle attività di progetto in aula insieme ai bambini.

Infine, una tavola rotonda “Stringhe come nuovo modo di fare didattica: prospettive di sviluppo” sull’introduzione nelle scuole della nuova metodologia didattica.

Qualcosa di più sul progetto

Realizzato principalmente all’interno delle scuole e in collaborazione con il sistema scolastico, il progetto “Stringhe” prevede l’introduzione di attività per bambini che si basano sull’uso combinato del coding e della robotica educativa da un lato, con la psicomotricità e l’attività sportiva dall’altro. L’obiettivo principale è quello di contrastare la povertà educativa nei contesti di intervento attraverso la sperimentazione e la messa a punto della Metodologia Integrata Stringhe (MIS): una nuova metodologia didattica in grado di orchestrare innovative pratiche educative nel contesto delle attività curriculari delle differenti discipline di studio. L’obiettivo primario della MIS è potenziare l’abilità di pensiero computazionale. Il progetto, avviato nell’AS 2020/2021, è attivo in 10 scuole dell’infanzia e primarie di Milano, Napoli e Catania.

Il progetto Stringhe è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è realizzato a livello nazionale insieme a: CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Didattiche, Cooperativa Stripes e Palestra per la Mente, Fondazione Laureus Italia, Avanzi. Si tratta del primo progetto in Italia a portare nelle scuole una metodologia integrata che unisce educativa digitale e corporea. Il convegno sarà anche occasione di confronto sul tema tra docenti e ricercatori, dirigenti scolastici, istituzioni, insegnanti ed educatori.


A livello locale il progetto Stringhe è realizzato a Milano insieme a: Comune di Milano, IC “Cesare Cantù”, IC “Locatelli Quasimodo”, IC “Trilussa”, Fondazione Aquilone, Fondazione Maria Anna Sala; a Napoli insieme a: Comune di Napoli, 30esimo CD “G. Parini”, Associazione Celus; a Catania insieme a: Comune di Catania, IC “Dusmet-Doria”, Associazione Talità Kum.

Il teatro: su il sipario dell’apprendimento

#educazione italia, #infanzia, #progetto Scintilla

Il teatro: un luogo in cui è possibile giocare, fare esperienza della propria interiorità e della realtà esterna. Un luogo della scoperta e delle possibilità.

Approfondiamo l’arte di fare teatro con i più piccoli, come accade a Napoli al Centro Pizzicalaluna.

La funzione educativa del teatro

Nel processo di crescita dell’infanzia ci sono alcune condizioni che favoriscono gli apprendimenti complessi come, per esempio lo sviluppo della capacità immaginativa: è la capacità di usare conoscenze acquisite in situazioni precise per vivere altre situazioni, per elaborare altri concetti, per entrare in altri contesti di conoscenza, per diventare capaci di

realizzazioni più complesse. L’immaginazione porta, infatti, a esplorare molteplici possibilità e a scoprire nuovi percorsi. La finzione che richiede il teatro porta a imparare a immaginare. Se il teatro è visto come un ventaglio di opportunità offerte al bambino per la sua crescita, lo spettacolo può essere vissuto da tutti (bambini, genitori, insegnanti, educatori) come un momento del processo di conoscenza e di espressione di sé.(1)

Il gioco ha anch’esso un ruolo fondamentale: è un metodo naturale di apprendimento, fin dall’età prescolare. Attraverso il gioco i bambini sono in grado di conoscere meglio il proprio corpo, le proprie emozioni e i propri pensieri per dare spazio alla creatività.

Dall’unione di educazione e teatro può nascere qualcosa di magico. L’arte drammatica è una delle attività artistiche che meglio può contribuire allo sviluppo del bambino: per questo motivo è bene che trovi un suo posto nei programmi educativi, così come accade a Pizzicalaluna.

Nunzia Schiano, attrice di tv e teatro, dialoga con Salvatore Amabile, educatore a Pizzicalaluna, Stella Mission Bambini di Napoli.

Il teatro a Pizzicalaluna, una Stella Mission Bambini

Le Stelle Mission Bambini – presenti a Milano, Bari, Napoli e Catania all’interno del progetto Scintilla – garantiscono il diritto alla vita e allo sviluppo ai bimbi con maggiori difficoltà di accesso ai servizi, assicurandosi di porre sempre il bambino al centro.

Oggi andiamo a Napoli, nella Stella Mission Bambini al Centro Infanzia Pizzicalaluna, dove si tengono attività relative al teatro e all’espressione di sé; per la precisione, si tratta di laboratori comunicativo-espressivo a scopo inclusivo.

Il concetto di inclusione deriva dal fatto che nella “finzione” teatrale – attraverso l’immaginazione – puoi essere tutto quello che vuoi; così si supera qualsiasi tipo di barriera (disabilità, lingue differenti, ritardi e fragilità). I bambini piccoli non possono imparare una parte a memoria, il loro è tutto un lavoro di immaginazione e sperimentazione, di scoperta di se stessi e dell’altro. 

L’immaginazione porta, infatti, a esplorare molteplici possibilità e a scoprire nuovi percorsi; la finzione che richiede il teatro porta a imparare a immaginare.(1)

Salvatore Amabile, educatore a Pizzicalaluna, ci spiega: “Il nostro pensiero non si è fermato solo all’inclusione rispetto al far parte di un gruppo, ma si estende alla forma di accudimento che ognuno deve avere nei confronti dei tanti che faranno parte del gruppo stesso, mettendo in luce – come punto di forza – la diversità stessa come unicità di ognuno di noi. Questo rende quel tale gruppo unico, perché ha una propria forma data dalla bellezza che si ottiene nel farne parte così come si è… Quasi come se fosse un capovolgimento dei ruoli teatrali che per gioco si affrontano”

Il teatro in questo caso diviene lo strumento sociale attraverso cui si può entrare sia nei ruoli, sia nelle diversità che ci circondano per potersi interfacciare con esse; nel momento in cui il gioco finisce qualcosa di unico del personaggio interpretato resta con noi. Il fare insieme favorisce e arricchisce la socializzazione dando valore alla diversità.

Bambine e bambini di Pizzicalaluna durante uno spettacolo teatrale.

Qualche dettaglio sul laboratorio teatrale

Il laboratorio teatrale coinvolge tutti (educatori, esperti di attività teatrali, genitori e bambini) e quella che si crea è una vera e propria comunità.

In totale, 52 bambini nella fascia 0-6 anni sono stati coinvolti – insieme ai loro genitori, nella realizzazione dei costumi e i più piccoli (32 in tutto) anche nelle attività di laboratorio teatrale.

Tutto è stato coordinato da 2 esperti esterni e supportato da 5 educatori di riferimento e da 1 volontaria. A breve, il Centro replicherà tale esperienza per le attività di chiusura dell’anno scolastico a giugno perché, come dicevamo sopra, lo spettacolo viene vissuto da grandi e piccoli come un momento di conoscenza e di espressione di sé.

Chiudiamo con una citazione del grande attore teatrale Gigi Proietti: “Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso!”.


Fonte:
(1)Gaetano Oliva – Facoltà di Scienze della Formazione. Dipartimento di Italianistica e Comparatistica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, “La funzione educativa del teatro”

Crediti video:
Riprese: Chiara Ercolani e Victor Deleo; montaggio: Chiara Ercolani

Location:
Teatro Stabile Galleria Toledo di Napoli

Nuova edizione di “AllenaMenti per il Futuro”

#educazione italia, #progetto AllenaMenti

Torna da lunedì 8 aprile il corso AllenaMenti per il Futuro, in collaborazione con il servizio Informagiovani del Comune di Milano: se sei un ragazzo o una ragazza che non studia e non lavora, scopri di che cosa si tratta e comunicaci il tuo interesse!

Il corso: scopri i tuoi talenti e trova la tua strada per la realizzazione personale

AllenaMenti per il Futuro è un corso gratuito promosso dalla nostra Fondazione e indirizzato a ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 17 e i 30 anni, che non studiano e non lavorano.

Se sei uno di loro partecipa al corso, e potremo accompagnarti a capire quali sono i tuoi talenti, le tue competenze e qual è il modo migliore per metterli in campo nella costruzione del tuo percorso di crescita.

Allenamenti per il Futuro è composto da un percorso formativo di gruppo suddiviso in 6 incontri, che alternano momenti in presenza e online. È inoltre previsto un percorso di supporto individuale – ad adesione volontaria – gestito da uno psicologo.

Gli incontri in presenza si svolgeranno presso la Sala Addestramento di Fondazione Mission Bambini in via Ronchi 17 – Milano.

Sfoglia la locandina del corso » 

I requisiti: che cosa ti serve per iscriverti

Per partecipare ad AllenaMenti per il Futuro non ti serve nulla, devi solo confermare di:

  •  avere un’età compresa tra i 17 e i 30 anni;
  •  avere la residenza a Milano o zone limitrofe;
  •  non essere inserito in un percorso di studio o lavorativo.

Vuoi iscriverti o ricevere maggiori informazioni?

L’edizione di Allenamenti per il Futuro di aprile 2024 sta per partire. Per ricevere maggiori informazioni puoi contattare:


Prima dell’iscrizione verrà fissato un colloquio conoscitivo con un referente dell’Informagiovani, per valutare insieme la motivazione e l’interesse dei potenziali partecipanti.

Scadenza iscrizioni: 24 marzo 2024

A Napoli una “Stella” illumina l’inclusione sociale

#educazione italia, #infanzia, #progetto Scintilla

Il contesto

A Napoli il quartiere Bagnoli è situato sulla costa ovest della città, storicamente una zona di origine operaia e popolato da famiglie di pescatori; la sua struttura sociale, nel tempo, ha  subìto grandi trasformazioni. Rinomato sin dall’epoca romana per il proprio impianto termale, Bagnoli fu luogo di incontro, anche tra classi sociali differenti, fino ai primi anni del ‘900.

All’inizio del XX secolo la sua natura venne però stravolta: le terme cementificate e la zona trasformata in un importante polo industriale. Questo permise al quartiere di affermarsi come colosso siderurgico,  tuttavia portò con sé anche gravi criticità, prime fra tutte il prezzo ambientale e sulla salute che il territorio e le persone di Bagnoli si trovano ancora oggi a pagare.

In anni più recenti, il quartiere si caratterizza per l’arrivo di famiglie della borghesia napoletana e, contemporaneamente, per l’insediamento di gruppi etnici stranieri in situazione di disagio socio-economico, con problemi di integrazione. La Municipalità ospita oggi il 7,7% di popolazione straniera iscritta all’Anagrafe del Comune di Napoli e si fa carico anche delle necessità della zona limitrofa di Pozzuoli, che ospita quasi 29.000 famiglie.

La Stella Mission Bambini

La Stella Mission Bambini di Napoli è una delle strutture del progetto Scintilla tramite cui Mission Bambini rafforza la propria presenza sul territorio nazionale, supportando i bambini tra gli 0 e i 6 anni. Scintilla è infatti una costellazione di servizi per la prima infanzia che, messi in rete, contrastano la povertà educativa e difendono il diritto all’infanzia nelle grandi periferie d’Italia.

Nel quartiere Bagnoli la necessità che emerge è di una più ampia offerta di servizi per la prima infanzia, che possa accogliere i numerosi minori esclusi dalle strutture pubbliche e lavori nella direzione di una maggiore inclusione socio-culturale.

La Stella Mission Bambini di Napoli opera, insieme al Centro Infanzia Pizzicalaluna, esattamente nell’ambito dell’accoglienza del disagio, coinvolgendo i bambini tra gli 0 e i 6 anni in attività mirate a indurre comportamenti di inclusione grazie alla sperimentazione di diversi registri espressivi.

Alcuni esempi dei laboratori, coordinati da educatori ed esperti di diversi settori, che la Stella offre sono:

  • Laboratorio comunicativo-espressivo a scopo inclusivo
  • Laboratorio creativo
  • Laboratorio naturalistico a scopo didattico/inclusivo

Inoltre, le famiglie possono beneficiare di spazi dedicati al loro ascolto e sostegno, nonché di percorsi personalizzati, che partono dalle esigenze del singolo bambino. Infine, all’intera comunità sono dedicati sportelli di ascolto e informazione sulle problematiche infantili e genitoriali, attività formative aperte alla cittadinanza ed eventi finalizzati alla promozione e sviluppo della comunità educante e di una genitorialità maggiormente consapevole.

stella napoli

Cenni di Luce

Giuseppe è un bambino con necessità speciali e un ritardo psicomotorio; arrivato alla Stella di Napoli i suoi movimenti erano per lo più inconsulti e le sollecitazioni cadevano nel vuoto, come se vivesse in un mondo immobile e senza colore.

Nei mesi, osservando e rispettando i suoi tempi e le sue esigenze – come la difficoltà a sopportare il chiasso o la necessità di avere vicino una figura di riferimento – Giuseppe è cambiato molto.

Il percorso è iniziato con l’organizzazione di un incontro con i suoi genitori, la psicomotricista e la counsellor, per rendere chiaro che tipo di lavoro si potesse intraprendere insieme. Con la psicomotricista, Giuseppe è riuscito a potenziare le proprie risorse cognitive e motorie attraverso giochi-stimolo e ha imparato a mettere in atto strategie comunicative grazie alle quali relazionarsi ai bambini con cui trascorre gran parte della sua giornata. Dal canto loro, gli altri bimbi hanno imparato a comprendere e accogliere Giuseppe, per includerlo e coinvolgerlo nei giochi.

I genitori di Giuseppe sono stati coinvolti in tutto il percorso e hanno avuto l’opportunità, con la counsellor, di riattivare risorse inutilizzate e potenzialità inespresse che li hanno aiutati a sostenere il figlio nel suo cammino, imparando ad osservare i propri timori e le difficoltà di genitori da diverse angolazioni per individuare strategie risolutive sempre diverse.

Illumina il futuro, corri con Mission Bambini

#educazione italia, #infanzia, #milano marathon

Domenica 7 aprile si terrà l’appuntamento con la ventiduesima edizione del più grande evento sul running in Italia, la Milano Marathon 2024. Corri al nostro fianco e aiutaci a donare un’infanzia tranquilla e serena a tanti bambini!

Inizia il riscaldamento: scopri di cosa si tratta

La Milano Marathon non è solo uno dei più importanti eventi sportivi dell’anno, ma è soprattutto un’occasione di solidarietà. Il 7 aprile torna a Milano la Relay Marathon: crea la tua squadra e preparati per la staffetta, oppure partecipa individualmente alla maratona e corri con noi!

Il traguardo per noi è il futuro dei bambini: partecipando alla Maratona con Mission Bambini sosterrai il progetto Scintilla, una rete di centri socioeducativi – le Stelle – con cui offriamo un supporto a 360°: ai bambini, aiutandoli a scoprire le proprie passioni offrendo progetti educativi stimolanti e di qualità; ai genitori, mettendo a disposizione servizi per la prima infanzia accessibili e un percorso di sostegno; agli educatori, rafforzando le competenze professionali offrendo loro percorsi di formazione.

Vai ai blocchi di partenza: scopri come iscriverti

  • Vai alla pagina di iscrizione dedicata che trovi a questo link
  • Compila il form con i tuoi dati

Staffetta 4 runner

  • La quota di partecipazione per la staffetta è di 300€ a squadra (75€ a runner)

Maratona (runner singolo)

  • La quota di partecipazione per il runner è di 100€. (Per ricevere maggiori informazioni o per iscriversi, scrivi direttamente a aziende@missionbambini.org)

Per tutti i partecipanti ci sarà la possibilità di aprire una propria pagina Crowdfunding, dedicata a te e/o alla tua squadra, nella quale potrai coinvolgere amici, colleghi e familiari per raggiungere insieme l’obiettivo di donare un’infanzia tranquilla e serena a tanti bambini, in cui possano accedere a nidi e servizi per la prima infanzia.

Taglia il traguardo: scopri il valore della tua corsa

Le quote di iscrizione dei partecipanti sosterranno il progetto Scintilla. Grazie al tuo contributo potremo sostenere i costi per l’educazione e il benessere dei bambini!

Ti interessa partecipare con la tua azienda?

La Relay Milano Marathon è l’esperienza perfetta da condividere con i propri colleghi: attraverso l’attività sportiva potrai rafforzare il legame all’interno del team, correndo insieme per raggiungere un importante obiettivo solidale!

Per avere maggiori informazioni e ricevere supporto nella fase di iscrizione, contattaci all’indirizzo mail: aziende@missionbambini.org

Nuova edizione di “AllenaMenti per il Futuro”

#educazione italia, #progetto AllenaMenti

Torna da lunedì 29 gennaio 2024 il corso AllenaMenti per il Futuro, in collaborazione con il servizio Informagiovani del Comune di Milano: se sei un ragazzo o una ragazza che non studia e non lavora, scopri di che cosa si tratta e comunicaci il tuo interesse!

Il corso: scopri i tuoi talenti e trova la tua strada per la realizzazione personale

AllenaMenti per il Futuro è un corso gratuito, promosso dalla nostra Fondazione e indirizzato a ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 17 e i 30 anni, che non studiano e non lavorano.

Se sei uno di loro partecipa al corso, e potremo accompagnarti a capire quali sono i tuoi talenti, le tue competenze e qual è il modo migliore per metterli in campo nella costruzione del tuo percorso di crescita.

Allenamenti per il Futuro è composto da un percorso formativo di gruppo suddiviso in 6 incontri, che alternano momenti in presenza e online. È inoltre previsto un percorso di supporto individuale – ad adesione volontaria – gestito da uno psicologo.

Gli incontri in presenza si svolgeranno presso la Sala Addestramento di Fondazione Mission Bambini in via Ronchi 17 – Milano.

Sfoglia la locandina del corso » 

I requisiti: che cosa ti serve per iscriverti

Per partecipare ad AllenaMenti per il Futuro non ti serve nulla, devi solo confermare di:

  •  avere un’età compresa tra i 17 e i 30 anni;
  •  avere la residenza a Milano o zone limitrofe;
  •  non essere inserito in un percorso di studio o lavorativo.

Vuoi iscriverti o ricevere maggiori informazioni?

L’edizione di Allenamenti per il Futuro di gennaio 2024 sta per partire. Per ricevere maggiori informazioni puoi contattare:


Prima dell’iscrizione verrà fissato un colloquio conoscitivo con un referente dell’Informagiovani, per valutare insieme la motivazione e l’interesse dei potenziali partecipanti.

Scadenza iscrizioni: 16 gennaio 2024

13° Rapporto CRC e la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Il 20 novembre si celebra la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: un grandissimo traguardo per la storia dell’umanità.

Bambini e ragazzi, da oggetto di tutela e protezione, divengono protagonisti attivi e soggetti di diritti. In una situazione storica così particolare come quella che stiamo vivendo, non possiamo permetterci di correre il rischio di dimenticare i nostri bambini e ragazzi: dobbiamo continuare a lavorare per garantire i loro diritti, da quello del gioco, a quello dell’istruzione, passando attraverso il loro diritto di essere ascoltati e di crescere in un ambiente sano, sicuro e stimolante.

13° Rapporto CRC: I diritti mancati di una generazione sospesa tra sogni e incertezze

In occasione della giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza il Gruppo CRC pubblica il 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia.

Il 13° Rapporto CRC fornisce come una panoramica completa di tutti i diritti riconosciuti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC). Dall’analisi e dal confronto con i 174 operatori e professionisti coinvolti nella stesura del Rapporto CRC – tra cui Mission Bambini – emerge tutta la complessità della realtà odierna, ed emerge anche chiaramente la difficoltà che hanno sia i ragazzi che le famiglie a gestire tale complessità.

Quella che abbiamo davanti è una realtà in cui le ragazze ed i ragazzi che vivono nel nostro Paese manifestano un malessere diffuso, che si esprime in diversi modi e coinvolge le diverse fasce d’età. Pesa la percezione di un futuro incerto: crisi economiche ricorrenti, crescenti disuguaglianze, pandemia, guerre anche ai confini dell’Europa. Nello stesso tempo resta viva in molti bambini e ragazzi la volontà di impegnarsi personalmente e collettivamente per affrontare le sfide dei nostri giorni. Su queste grandi risorse, di coscienza e di solidarietà, si può e si deve far leva per rendere bambini e ragazzi più protagonisti del loro presente e del loro futuro.

Capitolo VII ‘sport, movimento ed educazione’ – scritto con il contributo di Mission Bambini

La struttura del capitolo presenta una breve introduzione sui benefici dello sport e un richiamo ai temi dell’attuale riforma sportiva e al PNRR. Si passa poi al tema della pratica e del drop out sportivo, agli abusi in ambito sportivo (con un affondo sulla Child Safeguarding Policy) e al tema scuola-sport, dove ci focalizziamo su due sotto-argomenti: l’inserimento di insegnanti di educazione motoria in 4a e 5a elementare e le criticità legate all’insegnamento di questa disciplina. Per la stesura abbiamo portato al tavolo spunti raccolti dai nostri operatori sul campo (operatori che collaborano con noi sul progetto Stringhe: piccoli numeri in movimento) e abbiamo condiviso il tutto con il gruppo di lavoro.

Evidenze scientifiche dimostrano i benefici dello sport per le persone di minore età, non solo nella prevenzione di alcune patologie ma anche come valido strumento per combattere le disuguaglianze sociali, poiché aiuta la socializzazione e migliora l’empowerment personale e la vita di chi lo pratica.

Secondo una recente indagine [1], è stato rilevato che circa 1 bambino su 5 nell’età compresa fra i 6 e i 10 anni non pratica sport e nel 30% dei casi le ragioni sono di tipo economico. Per molte famiglie l’attività fisica dei propri figli rischia di essere un lusso e l’attività svolta in orario scolastico rappresenta una di queste rare occasioni.

La criticità dell’insegnamento dell’educazione fisica, motoria e sportiva nella scuola primaria deve fare i conti con la distinzione della cultura sportiva dalla semplice cultura dell’attività fisica. L’utilizzo di un approccio multidisciplinare, che metta in relazione il processo cognitivo con il linguaggio del corpo e valorizzi il valore interdisciplinare proprio delle discipline motorie, potrebbe essere una risposta. Gli obiettivi delle attività andrebbero preventivamente condivisi e le attività co-costruite con i docenti di ruolo, tenendo conto delle fragilità di ogni classe. Così questa disciplina sarebbe integrata con le attività curriculari e i docenti agevolati nel riconoscimento delle ricadute didattiche dell’educazione motoria.

Leggi il 13° Rapporto CRC » 

Note

[1] https://www.openpolis.it/esercizi/la-presenza-di-strutture-sportive-nelle-scuole/

La collaborazione tra Mission Bambini e Mediobanca prosegue

#aziende, #educazione italia

Educazione ambientale al centro

Prosegue la collaborazione tra Mission Bambini e Gruppo Mediobanca attraverso la riqualificazione ambientale di un’area ex industriale di Rozzano con la piantumazione di nuovi alberi.

Oltre 250 nuovi alberi piantati in un solo giorno e altrettanti nelle prossime settimane al Parco Comunale 1 a Rozzano, alle porte di Milano, grazie all’impegno congiunto di Mission Bambini e del Gruppo Mediobanca. Trenta dipendenti del Gruppo bancario hanno dedicato una giornata di volontariato aziendale per la riqualificazione di quest’area a Sud di Milano attraverso un programma di piantumazione di diverse tipologie di piante autoctone, tra cui querce, noccioli, olmi, prugnoli, pero selvatico, biancospino e rosa canina. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Selva Urbana, che si è occupata di mappare il territorio individuando l’area idonea insieme al Comune di Rozzano che si farà a sua volta carico della manutenzione dell’area riqualificata nei 5 anni successivi alla piantumazione.

L’impegno proseguirà nelle prossime settimane con la piantumazione di ulteriori 245 nuovi alberi, raggiungendo un totale di 500 nuove specie per il Parco Comunale 1 di Rozzano.  L’obiettivo è quello di creare un piccolo bosco che sarà oggetto di uscite didattiche di educazione ambientale per i bambini e i ragazzi delle scuole circonstanti, insegnando loro il rispetto per la natura e l’importanza di preservarla.

 

Insieme per garantire il benessere di studenti e insegnanti

Laboratori e attività multidisciplinari per gli studenti e incontri formativi per gli insegnanti finalizzati al benessere della comunità scolastica: sono queste le due linee guida del progetto Spazio Mission Bambini che parte a novembre a Roma all’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone nel quartiere Torpignattara.

In collaborazione con il Gruppo Mediobanca, il progetto prevede la presenza a scuola di un’equipe psico-pedagogica che opera in stretta collaborazione con un team di educatori. L’obiettivo è migliorare il benessere degli studenti affiancandoli nello sviluppo delle loro competenze, essenziali per la costruzione di relazioni sociali positive e in generale per la loro crescita e, contestualmente, supportare il corpo docente. Venti dipendenti del Gruppo Mediobanca hanno inoltre contributo a riqualificare alcuni spazi della scuola prima dell’avvio del progetto, in particolare attraverso attività di tinteggiatura.

Grazie a Spazio Mission Bambini gli studenti vengono coinvolti in un percorso multidisciplinare che prevede laboratori di arte, sport, teatro, coding e robotica educativa, utili per lo sviluppo delle loro life skills. In parallelo, agli insegnanti sono dedicati incontri di formazione e supervisione con l’obiettivo di fornire gli strumenti essenziali alla costruzione di un buon clima in classe e alla gestione degli studenti sia nella quotidianità che in situazioni di criticità.

Il progetto prevede il coinvolgimento di 5 classi (3 prime medie e 2 terze medie) per un totale di 116 studenti e 10 insegnanti. L’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone si trova nel Municipio V, nel quartiere di Torpignattara, un’area territoriale a densità abitativa medio-alta con composizione socio-economica di livello basso e medio-basso e un alto tasso di presenza di popolazione straniera. Il contesto in cui l’Istituto opera è quindi molto variegato.

Prima di Roma, lo Spazio Mission Bambini per il supporto agli studenti e la formazione per gli insegnanti è stato avviato anche a Padova e Milano.

Premio “Costruiamo il Futuro” a Mission Bambini

#educazione italia, #volontariato

Il Comitato d’Onore del Premio Costruiamo il Futuro Milano ha assegnato a Mission Bambini uno dei Premi Costruiamo il Futuro per l’edizione 2023.

Abbiamo presenziato alla cerimonia di premiazione di sabato 21 ottobre presso l’Auditorium Allianz MiCo di Milano, insieme a una delegazione di volontari attiva sulla città.

È stato un momento di festa e di racconto di quanto facciamo per i bambini e i ragazzi, in particolare all’interno delle scuole. Il premio in denaro sarà infatti utilizzato per le attività all’interno dello Spazio Mission Bambini: l’obiettivo generale del progetto è promuovere il benessere della comunità scolastica e contrastare il fenomeno della povertà educativa.

A tal fine, l’intervento mira a creare all’interno della scuola un presidio ad alto impatto educativo, dove un gruppo di professionisti – in stretta collaborazione con i docenti – potrà lavorare tramite una proposta multidisciplinare allo sviluppo e potenziamento delle life skills degli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado caratterizzate da livelli medio-alti di disagio sociale ed educativo.

Lo Spazio Mission Bambini si pone all’interno del sistema scuola così da poter generare un cambiamento, promuovendo un lavoro di ascolto, prevenzione e intercettazione precoce attraverso non solo attività pensate ad hoc per i bambini, ma anche con il sostegno, la formazione e la sensibilizzazione degli adulti di riferimento.

Ogni figura inserita all’interno del progetto ha un ruolo specifico e collabora in stretta relazione con gli altri, così che ognuno possa esercitare la propria competenza e si possa creare un’alleanza produttiva al fine di raggiungere lo scopo comune: il benessere dei bambini e delle bambine.