Disuguaglianze e opportunità di vita: al centro i bambini

#educazione italia, #infanzia

Le disuguaglianze sociali incidono con effetti a lungo termine sui bambini, rischiando di comprometterne lo sviluppo.
Con disuguaglianza sociale si intende infatti la differenza di condizioni, di posizionamento geografico, di risorse e possibilità di un gruppo sociale che ne pregiudica la realizzazione e l’autodeterminazione individuale.

 

Come sta il nostro Paese? Un po’ di dati.

La crisi pandemica e la forte accelerazione dell’inflazione stanno aumentando le già ampie disuguaglianze (all’interno del Paese) colpendo le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare le donne, i giovani, gli stranieri, le persone con disabilità e le loro famiglie (1). Secondo i dati Istat più recenti, il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni – il 9,4% del totale. Le famiglie fragili sono invece raddoppiate da 800 mila a 1,96 milioni –  il 7,5%. 

La povertà assoluta è tre volte più frequente tra i minori, ed è passata dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021. Una panoramica particolarmente negativa è anche quella presente tra i giovani tra i 18 e i 34 anni: tra di essi si registra un aumento delle condizioni di povertà assoluta dal 3,1% del 2005 all’ 11% del 2021 – circa quattro volte tanto.

La misura della povertà assoluta fornisce la stima del numero di famiglie e persone con un livello di spesa per consumi così basso da non garantire l’acquisizione dei beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile. Rispetto alla povertà, a evidenziare quella che è forse tra le più drammatiche vulnerabilità dell’Italia è il dato dell’aumento della povertà nelle coppie con figli, nei monogenitori e nei giovani. (2)

 

La disuguaglianza nei bambinə – ostacoli e ripercussioni nell’infanzia

Sappiamo purtroppo che la crisi sanitaria provocata dalla pandemia, e la conseguente recessione economica, ha avuto e avrà un forte impatto sulla nostra società e in particolare su bambinə e adolescenti, aumentando ancora di più il divario tra coloro che hanno accesso a reti di protezione sociale e opportunità educative e coloro i quali ne sono invece privati.  Una disuguaglianza dagli effetti duraturi, perché è proprio durante i primi anni di vita che si formano le competenze e la coscienza – civile, democratica, ambientale – essenziali per crescere e sviluppare le proprie potenzialità. 

La prima infanzia rappresenta infatti un periodo cruciale nella vita delle persone. È il momento in cui si inizia a conoscere e capire il mondo, se stessi, gli altri. Economisti, neuro-scienziati e sociologi affermano che le competenze necessarie per crescere e vivere nel 21° secolo – cognitive, socio-emozionali e fisiche – si formano, in larga misura, a partire dalla nascita e prima dell’entrata nella scuola, seguendo un processo cumulativo. Proprio per questo le disuguaglianze tra i bambini, per quanto riguarda l’acquisizione di capacità e competenze, si formano ben prima di varcare la porta della scuola dell’obbligo. (3)

Entrando nel dettaglio, l’aumento delle disuguaglianze affonda le radici nell’aumento della povertà assoluta nei bambinə: essa è concentrata in alcune aree e tra le famiglie di origine straniera, ma dipende anche da un modello scolastico e da un sistema di istruzione che non riesce più a bilanciare la diversa provenienza socio-economica e culturale degli studenti. (4)

I dati Istat mostrano infatti come l’aumento delle disuguaglianze sociali riguardi in particolar modo i minori e in massima misura i minori stranieri. Di particolare impatto il tasso di povertà che riguarda i bambinə: è arrivato a essere il 14%, era il 3,9% nel 2005. Questo significa che oggi in Italia sono in povertà assoluta 1 milione 382 mila minori.

 

Un altro aspetto critico riguarda laccesso all’istruzione. Con l’espressione disuguaglianze nelle opportunità educative ci si riferisce all’esistenza di disparità oggettive nel successo scolastico tra categorie basate sull’origine sociale, il genere e l’etnia.  Restando in Italia, la pandemia ha notevolmente influito sull’apprendimento dei bambinə: la mancanza di device digitali, di una connessione domestica e di un grado di alfabetizzazione digitale adeguato da parte degli insegnanti, ha inevitabilmente  incrementato le disuguaglianze sociali e culturali.

In base agli ultimi dati disponibili, solo il 13,5% dei piccoli frequenta un servizio comunale o convenzionato (194.567 posti su 1 milione 400 mila bambini 0-2 anni residenti in Italia). Includendo tutti i servizi alla prima infanzia, anche privati non convenzionati, si arriva al 24,7%, per un totale di 355 mila posti autorizzati al funzionamento, di cui il 51% pubblici, con divari territoriali molto pronunciati. (5)

 

Contrastare le disuguaglianze è possibile?

Sì, e si può iniziare dal mettere al centro i più piccoli. Il World Social Report di UNDESA sottolinea come l’accesso universale all’istruzione sia la vera chiave per prevenire e contrastare le disuguaglianze. Tuttavia, occorre che il sistema educativo sia davvero accessibile a tutti e tutte.

Come l’educazione fa bene ai bambini? Perché permette di rompere la catena della povertà trasmessa di generazione in generazione?

Per combattere le disuguaglianze e rafforzare l’inclusione, i ricercatori si sono concentrati sull’istruzione prescolare e primaria, unita al supporto per le famiglie e ai servizi sanitari, nonché ai programmi comunitari. «L’istruzione è importante per una serie di risultati nelle fasi successive della vita», spiega Paul Leseman, ricercatore presso l’Università di Utrecht nei Paesi Bassi. «Si tratta anche di stabilire un terreno comune, condividere e co-creare norme e valori, supportare l’interazione interetnica e promuovere la cittadinanza democratica». (6)

 

Come recitano gli articoli 2 e 31 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, “ogni bambino ha diritto a essere protetti contro ogni forma di discriminazione. Ha inoltre diritto al riposo, al tempo libero, a giocare e a partecipare ad attività culturali”.

Perché bambini e ragazzi possano essere consapevoli delle proprie possibilità, e diventare protagonisti attivi nello sviluppo dei propri talenti, è dunque necessario che tutti abbiano pari opportunità educative, ricreative e di crescita.

 

Note

1. https://asvis.it/public/asvis2/files/Rapporto_ASviS/Rapporto_ASviS_2022/RapportoASviS2022.pdf

2. https://www.eticasgr.com/storie/approfondimenti/poverta-e-disuguaglianze-italia-istat-2022

3. https://www.epicentro.iss.it/scuola/prima-infanzia-e-poverta-educativa

4. https://www.savethechildren.it/blog-notizie/le-disuguaglianze-scuola-3-questioni-urgenti-su-cui-intervenire

5. https://www.epicentro.iss.it/scuola/prima-infanzia-e-poverta-educativa

6. https://cordis.europa.eu/article/id/415472-tackling-inequality-through-inclusive-education-and-social-support/it

Milano Marathon 2023: Run to #GivetheBeat

#milano marathon, #salute

Domenica 2 aprile si terrà la ventunesima edizione del più grande evento dedicato al running in Italia, la Milano Marathon 2023. Corri al nostro fianco e aiutaci a donare nuovi battiti a tanti bambini cardiopatici!

 

Inizia il riscaldamento: scopri di cosa si tratta

La Milano Marathon non è solo uno dei più importanti eventi sportivi dell’anno, ma è soprattutto un’occasione di solidarietà.

Il 2 aprile torna a Milano la Relay Marathon: crea la tua squadra e preparati per la staffetta, oppure partecipa individualmente alla maratona e corri con noi!

Il traguardo per noi è il futuro dei bambini: partecipando alla Maratona con Mission Bambini sosterrai il progetto “Cuore di Bimbi”, grazie al quale potremo donare ai bambini cardiopatici un volo per raggiungere i nostri ospedali in Italia e potersi sottoporre a interventi salvavita.

Nel mondo nascono, ogni anno, 1 milione di bambini e bambine affetti da malformazioni congenite al cuore. Circa l’80% nasce in un Paese povero: senza accesso a cure mediche e chirurgiche tempestive, metà di loro è destinata a non raggiungere il primo anno di vita.  Purtroppo non tutti i Paesi dispongono di adeguate strutture ospedaliere e, in questi casi, portare i bimbi nei nostri ospedali in Italia è l’unica possibilità per salvare loro la vita.

 

Vai ai blocchi di partenza: scopri come iscriverti

  •  Vai alla pagina di iscrizione dedicata che trovi a questo link
  •  Compila il form con i tuoi dati

Staffetta 4 runner

  •  La quota di partecipazione per la staffetta è di 200 a squadra (50 a runner)

Maratona (runner singolo)

  •  La quota di partecipazione per il runner è di 85

 

Per tutti i partecipanti ci sarà la possibilità di aprire una propria pagina Crowdfunding, dedicata a te e/o alla tua squadra, nella quale potrai coinvolgere amici, colleghi e familiari per raggiungere insieme l’obiettivo di donare un volo ad un bambin cardiopatico per potersi sottoporre ad un intervento salvavita in Italia.

 

Taglia il traguardo: scopri il valore della tua corsa

Le quote di iscrizione dei partecipanti sosterranno il progetto “Cuore di Bimbi”. Grazie al tuo contributo potremo sostenere il viaggio e l’operazione in Italia di bambini e bambine con gravi difetti cardiaci. Aiutaci a far battere forte i loro cuoricini!

 

Vuoi partecipare con la tua azienda?

La Relay Milano Marathon è l’esperienza perfetta da condividere con i propri colleghi: attraverso l’attività sportiva potrai rafforzare il legame all’interno del team, correndo insieme per raggiungere un importante obiettivo solidale!

Per avere maggiori informazioni e ricevere supporto nella fase di iscrizione, contattaci all’indirizzo mail: aziende@missionbambini.org

 

Iscriviti qui per uno sprint finale!

Il benessere psicologico di bambini e ragazzi è a rischio

#educazione italia, #salute

Problemi riguardanti il benessere psicologico, in modo specifico mancanza di fiducia in se stessi, sensazione di noia, di confusione nel prendere decisioni, timore di ricevere critiche, incapacità nel riconoscimento, nella gestione e nella comunicazione delle emozioni sono frequenti tra i giovani.

Senza l’adeguato supporto e vivendo in un mondo ricco di stress è possibile che queste problematiche sfocino in comportamenti auto-sabotanti, aggressivi o addirittura in veri e propri episodi di bullismo (1-2-3).

In anni recenti, studiosi e ricercatori italiani hanno sottolineato l’importanza di promuovere la salute nei contesti educativi, cercando di assumere una prospettiva positiva e finalizzando gli interventi al miglioramento degli stili di vita e del benessere percepito (4-5).

 

Il contesto di riferimento

Ad ottobre 2021 l’Unicef ha reso noto il suo rapporto “On my mind” (6) dedicato alla salute mentale tra i giovani di tutto il mondo, che evidenzia come vi siano ben 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze che vivono con disturbi legati al benessere psicologico. A questo proposito, durante la pandemia si è discusso molto sulla salute mentale dei giovani, che hanno dovuto fare i conti con una scuola del tutto diversa, che ha modificato profondamente non solo il modo di studiare ma anche le relazioni sociali. 

Il rapporto mostra anche che il 19% dei ragazzi europei tra i 15 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale, seguiti da oltre il 16% delle ragazze nella stessa fascia d’età. Complessivamente si stima che siano 9 milioni gli adolescenti in Europa (tra i 10 e i 19 anni) che convivono con un disturbo che mina il loro benessere psicologico. Tra le patologie rilevate l’ansia e la depressione rappresentano oltre la metà dei casi. 

In Italia si stima che – nel 2019 – il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrissero di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

Interessante è anche uno studio italiano riportato su “Frontiers in Pediatrics”, in cui vengono indicati i fattori di rischio per il disagio mentale, associati poi anche ai cambiamenti di stile di vita causati dal lockdown. Tra questi sono stati indicati: vivere nelle zone più colpite dalla pandemia, la perdita del lavoro di almeno uno dei genitori, l’utilizzo di social media, videogiochi e TV per più di 2 ore al giorno e rimanere soli gran parte della giornata. Ulteriori dati (6), dimostrano infatti che un giovane su cinque tra i 15 e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività e “i giovani potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere”.

 

Cosa si può fare?

L’analisi dei dati può essere, in prima istanza, scoraggiante e pericolosa, ma una lettura più approfondita ci offre spunti per iniziare ad agire, ora. Perché l’importante è proprio questo: il non agire porterebbe infatti a un costo elevato in termini di peso sulle vite di bambini, ragazzi, famiglie e comunità. 

Nel concreto, cosa può fare ognuno di noi?

  •  Se hai un figlio o una figlia che potrebbe essere in difficoltà con il proprio benessere psicologico, rivolgiti a figure specializzate o proponi loro un incontro con uno psicologo.
  •  Informati sull’impatto che pandemia e DAD hanno avuto e continuano ad avere sulla vita dei più giovani e sul loro sviluppo psico-emotivo.
  •  Supporta enti e associazioni che operano per aiutare ragazzi e bambini a migliorare la propria salute mentale. Con noi puoi attivare un’adozione in vicinanza e dare un aiuto concreto a bambini svantaggiati.
  •  Fai volontariato nelle scuole e aiuta chi ha delle difficoltà con lo studio. Sul nostro sito trovi un’intera sezione dedicata al tutoring, una soluzione preziosa contro la dispersione scolastica.

 

Note

1. https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1872/articoli/20452/

2. Buzzi C, Cavalli A, De Lillo A. Rapporto giovani. Sesta indagine dell’Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia. Bologna: il Mulino, 2007

3. Polan JC, Sieving RE, McMorris, BJ. Are young adolescents’ social and emotional skills protective against involvement in violence and bullying behaviors? Health Promot Pract 2013; 14: 599-606.

4. Petrillo C. Promuovere la salute nei contesti educativi. Comportamenti salutari e benessere tra gli adolescenti. Milano: Franco Angeli, 2008.

5. Santinello M, Dallago L, Vieno A. Fondamenti di psicologia di comunità. Bologna: il Mulino, 2009.

6. https://www.unicef.org/media/108161/file/SOWC-2021-full-report-English.pdf