Mese: Dicembre 2025
Dona un battito: un impegno che attraversa Paesi, storie e cuori
Ogni anno, quando si apre una nuova edizione di Dona un battito, sappiamo che non stiamo semplicemente lanciando una campagna di raccolta fondi, ma dando vita ad una rete di persone che scelgono di stare accanto a chi oggi affronta una battaglia troppo grande da solo. In molti Paesi, infatti, una visita cardiologica non è garantita, e un intervento può diventare l’unica possibilità concreta per continuare a crescere e guardare avanti.
È proprio da qui che nasce Dona un battito, a supporto del nostro programma Cuore di bimbi: dal bisogno di arrivare ai bambini che vivono lontani dalle cure, di offrire diagnosi che possono cambiare il destino di una famiglia, di sostenere interventi complessi dove le strutture non riescono ad arrivare.
E anche quest’anno, la generosità di chi ha scelto di partecipare sta già rendendo possibili passi che sembravano lontani.
Un’energia collettiva che cresce e si rafforza
Volontari, sostenitori, aziende e gruppi di amici uniti in 4 team con un unico obiettivo: realizzare quattro missioni salvavita nel 2026 – in Uganda, Nepal, Zambia e Italia – per offrire a tanti bambini l’opportunità di un futuro grazie a un intervento al cuore. Ogni contributo è frutto di un impegno collettivo che attraversa confini e contesti per arrivare a chi è lontano.
C’è chi ha organizzato una raccolta fondi sul posto di lavoro, chi ha avviato una sfida tra compagni di università, chi ha scelto di donare in silenzio e chi ha deciso di raccontare la propria scelta per ispirarne altre.
Questo slancio non è semplicemente entusiasmo, ma ci fa vedere quanto, insieme, si possa arrivare là dove le cure oggi non ci sono.
E dietro ogni cifra raccolta, ci sono volti e storie di bambini che ci stanno aspettando.
Storie che ci ricordano perché questa campagna è necessaria




Le storie che incontriamo ogni giorno arrivano da angoli diversi del mondo, ma si riconoscono subito: sono vite piccole che hanno avuto bisogno di un aiuto grande.
Drin è arrivato in Italia dall’Albania insieme alla sua mamma per un intervento che nel loro Paese non era possibile; dopo un percorso lungo e attento, oggi può finalmente crescere.
In Nepal, durante uno screening in una zona rurale, i medici hanno individuato la cardiopatia di Jaya, rimasta nascosta per anni: l’operazione le ha restituito la libertà di giocare come gli altri bambini.
In Zambia, la mamma di Davies ha percorso chilometri in bicicletta pur di trovare cure per il suo piccolo, e proprio grazie a quella ricerca ostinata è stata scoperta una patologia complessa che oggi è stata curata.
E infine Samuel, in Uganda: arrivato in ospedale in condizioni delicate, ha incontrato un’équipe in missione proprio in quei giorni e ha ricevuto l’intervento urgente di cui aveva bisogno.
Quattro vite lontane tra loro, che ci ricordano quanto possa cambiare il destino di un bambino quando qualcuno riesce a raggiungerlo in tempo.
Perché è fondamentale esserci
La cardiologia pediatrica richiede competenze, strumenti, diagnosi tempestive. Dove questi elementi mancano, il rischio di non intercettare in tempo una malattia cresce.
Le nostre missioni servono proprio a colmare questa distanza: visite, ecografie, interventi chirurgici, formazione al personale locale.
Quest’anno vogliamo tornare nei paesi dove siamo già stati e ampliare gli screening, programmare nuove operazioni e rafforzare il lavoro con i team medici locali. Per farlo, abbiamo bisogno di chi crede che nessun bambino debba rimanere indietro.
Un battito, da solo, è piccolo.
Ma migliaia di battiti insieme possono trasformare un destino.
👉 Sostieni la campagna Dona un battito.
👉 Racconta la missione a qualcuno che potrebbe unirsi.
👉 Aiutaci a raggiungere chi oggi non ha accesso alle cure.
- Ogni bambino visitato è una possibilità in più.
- Ogni intervento è un futuro che si riapre.
- Ogni donazione è un passo verso luoghi dove la speranza arriva con più fatica.