Give The Beat! Insieme per far battere tanti piccoli cuori

#cuore di bimbi, #salute

È terminata a fine gennaio la 6° edizione della campagna di crowdfunding Give The Beat promossa da Mission Bambini insieme a tanti amici, volontari e aziende. Grazie alla generosità degli oltre 700 donatori, tanti bimbi potranno ricevere visite mediche specialistiche, cure tempestive e l’intervento salvavita che farà tornare a battere forte i loro cuori. Grazie di cuore!

 
 

Janet, Roza, Hari.

Sono solo alcuni dei nomi dei 2.553 bambini cardiopatici ai quali abbiamo salvato la vita in questi anni grazie al nostro progetto Cuore di bimbi.

Sembra scontato, ma non lo è: in paesi come Nepal, Uganda, Eritrea, Zambia e Albania, i bambini con una cardiopatia congenita o acquisita molto spesso non hanno la possibilità di accedere alle cure di cui hanno bisogno, e l’unica cosa che possono fare è sperare che il loro cuoricino non si fermi all’improvviso.

Per questo tanti fundraiser si sono uniti in un’unica missione: salvare i bimbi con il cuore malato in attesa di un intervento per ricominciare a vivere.

Questo è Give The Beat: la nostra campagna di crowdfunding, in collaborazione con Fondazione Mediolanum, che torna per la sua 6° edizione e che ci accompagnerà fino a metà gennaio permettendoci, insieme, di garantire visite e operazioni salvavita per tanti bambini che nel mondo nascono con una cardiopatia.

Quanto costa operare un bambino al cuore

Salvare un bambino cardiopatico con un intervento di cardiochirurgia attraverso il progetto Cuore di bimbi ha un costo medio di 2.000 euro. I medici che visitano e operano i bambini sono tutti volontari. I costi del progetto sono principalmente: costi di viaggio (per i medici in missione, oppure per i bambini che vengono ad operarsi in Italia); costi di permanenza dei medici all’estero (ogni missione dura 1 settimana); costi per farmaci e altro materiale medico sanitario necessario per gli interventi di cardiochirurgia e le cure.

Cosa puoi fare tu

Sostieni anche tu la campagna #GiveTheBeat: dona un battito!
  •  con 50 € doni ad un bambino la visita cardiologica, con elettrocardiogramma e/o ecocardiogramma;
  •  con 100 € doni ad un bambino la visita di controllo post-operatorio e i farmaci salvavita anticoagulanti;
  •  con 150 € doni farmaci anestesiologici, filo di sutura e garze per un intervento di cardiochirurgia pediatrica;
  •  con 200 € doni un giorno di degenza ad un bambino operato garantendogli ventilazione assistita, infusioni e antidolorifici;
  •  con 500 € contribuisci a donare il viaggio aereo ad un medico che parte in missione.

Vedere ripartire un cuore è una delle emozioni più belle che si possano provare.

QuindiCiSiamo: 15 cuori nuovi che battono in memoria di Riccardo Galbiati

#cuore di bimbi, #salute

Quindi: congiunzione.

Ci Siamo: il verbo esserci, la volontà di esserci, tutti insieme.

Ma anche Quindici, appunto. Gli anni di Riccardo e i cuori che ci eravamo prefissati di salvare.

 

QuindiCiSiamo in memoria di Riccardo Galbiati è una campagna nata a novembre 2022, ha raggiunto il primo obiettivo in sole 48 ore, raddoppiandolo, triplicandolo e oltre, fino ad arrivare alla straordinaria cifra di 140.000 euro. Ora è novembre 2023: un anno che è volato via veloce, veloce come Riccardo quando se n’è andato a soli quindici anni mentre stava sciando.

Una dimostrazione concreta di come si possa trasformare una tragedia in valore condiviso: il dramma di papà Marco Galbiati, che grazie a questa raccolta fondi intitolata a suo figlio ha dato un contributo decisivo al progetto Cuore di bimbi, che dal 2005 ha come obiettivo quello di ridurre la mortalità di minori affetti da malattie cardiache congenite o acquisite.

Un’ondata di affetto che ci ha fatto aggiornare più volte l’obiettivo in corsa: dai 20 mila euro iniziali ai 100 mila raggiunti a maggio 2023, fino ai 140 mila euro con cui termina ufficialmente la campagna. Un risultato che ci riempie di orgoglio e ci permetterà di salvare la vita di più di 90 bambini che nei contesti più difficili del mondo soffrono di gravi cardiopatie e non hanno la possibilità di essere curati.

Alcuni li abbiamo già conosciuti, e sono gli otto bambini operati durante la missione in Nepal a cui Marco Galbiati ha preso parte a marzo 2023: Akarshit, Anmol, Gautam, Salina, Soni, Suhana, Subham, Tika. Otto bambini i cui cuori oggi battono forte e sani grazie agli interventi salvavita realizzati dai nostri medici volontari. Otto cuoricini da ascoltare e riascoltare a questo link.

QuindiCiSiamo termina qui, ma possiamo fare in modo che altri cuoricini battano forte continuando a sostenere il progetto Cuore di bimbi donando tramite la pagina dedicata.

 

Il bene genera altro bene: QuindiCiSiamo… ci siamo stati e continueremo a esserci. Grazie di cuore.

Cuore di bimbi in Uganda: una missione diversa dalle precedenti

#cuore di bimbi, #salute, #volontariato

Di missioni Cuore di bimbi ne abbiamo fatte tante; solo nell’ultimo anno siamo stati due volte in Nepal, una in Albania e siamo da poco rientrati dalla seconda missione del 2023 in Uganda.

Una missione, questa appena conclusa, che ha delle peculiarità rispetto alle precedenti: siamo partiti con un team medico composto da “soli” quattro professionisti (Dr. Stefano Marianeschi, cardiochirurgo; Dr. Marco Meli, anestesista; Dr.ssa Silvia Braccini, intensivista; Dr. Cosimo Popolizio, perfusionista) e questo è un segnale di crescita che testimonia la sempre maggiore autonomia dello staff dell’Uganda Heart Institute. Insieme ai medici è partito anche parte dello staff di Mission Bambini nelle figure di Adalgisa Caraffini, Program Coordinator; Guido Giambastiani, Project Manager; Tiziana Caglioti, Fundraising & Communications Director. Ultima, ma non per importanza, la presenza di Francesca Crescentini – in arte Tegamini – che con il suo modo dolce e attento di raccontare storie e la sua sensibilità ha accompagnato la sua community in un viaggio dall’altra parte del mondo alla scoperta del nostro progetto Cuore di bimbi.

 

Quello che ha differenziato questa missione dalle precedenti è stata anche la tenerissima età dei bambini in lista operatoria; il più piccolo, di soli 3 mesi, pesava poco più di 3 kg. È il peso che un bambino in condizioni normali ha alla nascita, ma in questo caso le malformazioni cardiache hanno compromesso il suo sviluppo. La nostra Adalgisa ci ha spiegato che questi bimbi mantengono un low profile verso la vita: non piangono quasi mai perché questo richiederebbe uno sforzo che non sono in grado di fare, non riescono a succhiare il latte, a nutrirsi adeguatamente e di conseguenza a mettere su peso. Sono bimbi così piccoli che persino l’ospedale non ha letti adatti alle loro dimensioni contenute.

Vedendo questi corpicini minuscoli si capisce anche la complessità degli interventi chirurgici, che durano anche 8 ore: dall’accesso alle vene, quasi introvabili, all’operazione vera e propria a un cuoricino piccolo piccolo che presenta patologie e malformazioni importanti non solo a livello del cuore, ma anche di vasi e arterie.

 

Ora immagina, delinea nella tua mente questa potente fotografia: i bimbi di pochi mesi hanno superato l’intervento, vengono estubati dopo essere stati in terapia intensiva e improvvisamente emettono il loro primo grido, un pianto liberatorio. È come se nascessero una seconda volta, e con loro anche le mamme che finalmente vedono il loro figlio interagire, fare versetti, bere il latte, stare meglio.

 

L’importanza della diagnosi precoce…

Qui da noi, in Italia, con la tecnologia e la diagnosi prenatale possiamo studiare e cogliere con anticipo alcuni aspetti dello sviluppo fetale fin dalla gravidanza e individuare eventuali anomalie.

In Uganda ancora non è così: i bambini nascono e solo allora, forse, si riesce a identificare la patologia di cui eventualmente soffrono. Le malformazioni al cuore, come dicevamo sopra, portano spesso i bambini a essere sottopeso ed ecco che allora ciò viene comunemente associato alla malnutrizione. Il loro cuoricino resta “rotto”: nel migliore dei casi i bambini crescono ma avranno sempre complicanze durante la loro vita, nel peggiore dei casi non raggiungono l’anno di età.

Durante questa missione abbiamo toccato con mano l’importanza della diagnosi precoce nei contesti rurali dell’Uganda: un medico di un villaggio ha avuto il sospetto che qualcosa in un bimbo non andasse. L’ha quindi inviato in un ospedale vicino per fare una radiografia, e questa ha effettivamente confermato un grave problema al cuore; questo bimbo, insieme alla mamma, è stato dunque mandato nella capitale – Kampala – all’Uganda Heart Institute e inserito nella nostra lista operatoria. Prima si interviene, maggiore sarà il successo e più veloce il recupero post operatorio, come ci auguriamo sarà per questo piccolo paziente.

 

… e l’importanza della comunità

Gli interventi chirurgici che facciamo nelle nostre missioni sono tutti gratuiti, poiché coperti dalle donazioni al progetto Cuore di bimbi

Emblematico ciò che è avvenuto nel villaggio in cui vive la mamma di cui vi abbiamo raccontato: la comunità a cui appartiene ha fatto una colletta in denaro per sostenere le spese del viaggio e dell’intervento nella capitale. L’intervento è stato però gratuito, e allora la mamma ha voluto scrivere un vero e proprio documento che attestasse che nulla era stato speso per l’operazione del suo bambino, e che dunque la cifra raccolta sarebbe stata tenuta da parte nel caso in cui un altro bimbo avesse bisogno di cure.

Gli ugandesi sono un popolo altruista, gentile e accogliente, e questa è stata solo una delle tante dimostrazioni a cui abbiamo assistito.

 

La testimonianza di Tiziana Caglioti

“L’esperienza della visita a un progetto è sempre fonte di emozioni e riflessioni; una missione operatoria è qualcosa di davvero unico.

L’ospedale è un luogo dove dolore, paura e speranza si mescolano in un flusso continuo, dove ci si sente in pena a guardare i piccoli pazienti ricoperti di tubicini e le loro mamme sedute per giorni su sedie scomode di plastica, per stare lì accanto ai loro figli. Ci si domanda come facciano i medici a passare tutte quelle ore in piedi nella sala operatoria. Serve grande resistenza fisica e mentale, per affrontare ogni giorno le preparazioni lunghissime, i passaggi chirurgici, il monitoraggio costante. Tutti insieme per portare a termine un intervento in cui ognuno svolge la sua parte, come in un’orchestra.

Credo sia importante testimoniare la grande dedizione dei colleghi di Mission Bambini che hanno organizzato e seguito la missione, oltre a quella dei volontari sanitari. Così come la collaborazione dello staff medico locale e degli ugandesi in genere, popolo accogliente e gentile. Delicata e sensibile è stata anche la presenza di Francesca Crescentini, attenta a scegliere le parole e le immagini giuste per raccontare questa esperienza. Bambini, adulti, dottori, infermieri, madri, padri, figli, volontari. Un dipinto di esseri umani che a vederlo da vicino è davvero grandioso e per nulla scontato. Sono felice di aver partecipato a questa missione in Uganda e aver visto sul campo che magnifico progetto è Cuore di bimbi. Tutti noi, insieme, facciamo un bellissimo lavoro, coraggioso e necessario.”

 


Per questa missione ringraziamo Emirates Foundation per aver fornito biglietti aerei gratuiti a tutto il nostro staff medico, nonché per aver imbarcato 18 valigie contenenti materiale medico essenziale per le operazioni in loco.

Quanto vale il sorriso di un bambino? Tutto.

#cuore di bimbi, #salute

Per il sorriso di un bambino, un medico volontario è disposto a tutto.

Anche a trasformare la sonda di un ecografo nella testa di un drago buono, capace di vedere cose meravigliose dentro a un piccolo cuore.

Quella che ti raccontiamo qui è la storia di Sara, cardiologa all’Ospedale Niguarda di Milano, che ad aprile di quest’anno ha preso parte con altre due colleghe cardiologhe a una missione di screening diagnostici a Damauli, in Nepal. Vuole esserci per chi è più debole – ci ha raccontato – e se ci pensi è qualcosa che tutti noi condividiamo.

Avevo bisogno di fare qualcosa dove senti veramente di cambiare le cose. Non che in Italia il mio lavoro non dia soddisfazioni… Però, quando un ragazzetto con gli occhiali rossi e neri è tornato nell’aula della Bal Mandir Secondary School di Damauli – trasformata in un ambulatorio di fortuna – per portarmi un paio di orecchini, di quelli cinesi da due lire avvolti nella carta stagnola, quasi mi mettevo a piangere.

Sara gli aveva appena fatto un’ecografia, perché i medici nepalesi che in cortile gli avevano auscultato il cuore con lo stetoscopio avevano riscontrato qualcosa di anomalo.

Quella era la prima scrematura, nei due giorni del campo screening ne avrebbero auscultati circa 6mila, bambini e ragazzi nelle loro divise precise verdi, blu, gialle, bianche a seconda della scuola dei villaggi dei dintorni che li portava in bus al campo per farli visitare. E così il bimbetto con gli occhiali e l’aria studiosa lo avevano mandato da noi, le tre cardiologhe volontarie venute dall’Italia per capire se c’erano ragazzini cardiopatici da operare.

Nell’oscurità e nel fresco dell’aula entravano con le mamme due a due, si sdraiavano sui lettini e loro se ne stavano tranquilli, senza capricci, a farsi fare l’ecografia. Se qualcuno era un po’ nervoso, lo distraevo: mi ero inventata che la sonda dell’ecografo fosse la testa di un drago buono che poteva vedere le cose meravigliose dentro di lui.

Sara non si aspettava che, al termine della visita, il bambino con gli occhiali rossi e neri ritornasse da lei per farle un regalo. Il suo gesto, l’emozione forte del momento, mi ha aperto con un clic tanti pensieri su quello che stavo facendo, che nella routine quotidiana avevo messo da parte da anni nascosti chissà dove, e che là, a ottomila chilometri da casa, stavano tornando a galla, nonostante il lavoro a ritmo sostenuto mi costringesse a non farli volare fuori.

 

La testimonianza di Sara è stata raccolta e raccontata anche dalla penna di Simona Spaventa su Marie Claire.

Puoi leggerla qui » 


Grazie al progetto Cuore di bimbi, dal 2005 a oggi abbiamo salvato la vita a più di 2.500 bambini. Questo è stato possibile grazie a chi ci supporta: i nostri medici volontari – come Sara – con la loro professionalità, ma anche e soprattutto i nostri donatori.

Quanto conta per te il sorriso di un bambino? Aiuta i nostri medici volontari a rendere felici e sani altri bimbi cardiopatici.

Dona ora » 

Mission Bambini goes to Washington!

#cuore di bimbi, #salute, #volontariato

Dal 27 agosto al 1 settembre 2023 si è tenuto l’8° Congresso mondiale di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica di Washington, e noi siamo estremamente grati di aver partecipato.

L’obiettivo del Congresso è quello di riunire i leader delle organizzazioni umanitarie, i gruppi di pazienti e familiari e i professionisti clinici per migliorare l’accesso globale a cure cardiache pediatriche e congenite di alta qualità per tutta la vita.

Per noi è stata un’importante occasione per farci conoscere a nuovi potenziali volontari sanitari internazionali, ma anche al mondo che ruota intorno alla cardiochirurgia pediatrica.

I nostri inviati speciali, Margherita Castellan, Responsabile Area Volontariato della Fondazione, e il Dottor Stefano Marianeschi – Scientific Advisor del programma “Cuore di bimbi” – hanno svolto un ottimo lavoro di networking e hanno testimoniato l’importanza di una dimensione internazionale: tante organizzazioni, unendo le forze, possono garantire e rendere più semplice l’accesso alle cure e alla diagnosi precoce.

 

Margherita racconta: Il congresso è stata un’occasione unica per Mission Bambini per entrare a contatto con una rete internazionale di organizzazioni e professionisti che lavorano ogni giorno per migliorare le condizioni dei bambini affetti da cardiopatie. 

Non è mancato il tempo di stabilire nuove e importanti relazioni e di imparare, grazie al confronto con gli altri, come migliorarci e rendere ancora più efficace il nostro intervento.

Last but not least, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare un intervento del primario di cardiochirurgia del Mulago Hospital di Kampala, Micheal Mungoma, che ha raccontato – durante un panel dedicato all’Africa – quanto la partnership con MB sia fondamentale per migliorare le competenze tecniche dello staff locale, generando così un’evoluzione delle performance e dei risultati. Poterlo ascoltare mi ha reso orgogliosa del nostro lavoro e mi ha fatto capire che siamo sulla strada giusta, una soddisfazione enorme”.

Margherita Castellan e il Dottor Stefano Marianeschi alla cerimonia di apertura dell’8th World Congress of Pediatric Cardiology and Cardiac Surgery 2023.

Beppe Sala in visita a Mission Bambini

#eventi

Il 16 maggio è stata una giornata importante per la nostra Fondazione: il Sindaco di Milano, Beppe Sala, è venuto a trovarci!

Una visita istituzionale per conoscere i progetti di Mission Bambini e per portare i ringraziamenti di tutta la città.

Ad accoglierlo il nostro Presidente, l’Ingegner Goffredo Modena; la nostra Direttrice Generale, Sara Modena; tutto lo staff e una delegazione di nostri volontari.

“Nel mio essere Sindaco – ha dichiarato Beppe Sala – ho capito che i milanesi sono molto esigenti, ma anche molto generosi. Esprimono senso di solidarietà, guardando al futuro e allo sviluppo sostenibile. C’è tanta brava gente in questa città e voi di Mission Bambini ne siete l’esempio: anima e cuore si uniscono alla capacità organizzativa e tutto funziona”.

Durante la visita ha potuto conoscere i nostri progetti e le persone che si impegnano per realizzarli. Per tutti noi è stato un onore poter accogliere il primo cittadino del comune nel quale la nostra Fondazione è nata; un onore che condividiamo con tutti i nostri sostenitori.

 

Questa è Mission Bambini: siamo persone vere e vere persone che si impegnano, ogni giorno, per rendere felici e sani i bambini.

 

Milano Marathon 2023: Run to #GivetheBeat

#milano marathon, #salute

Domenica 2 aprile si terrà la ventunesima edizione del più grande evento dedicato al running in Italia, la Milano Marathon 2023. Corri al nostro fianco e aiutaci a donare nuovi battiti a tanti bambini cardiopatici!

 

Inizia il riscaldamento: scopri di cosa si tratta

La Milano Marathon non è solo uno dei più importanti eventi sportivi dell’anno, ma è soprattutto un’occasione di solidarietà.

Il 2 aprile torna a Milano la Relay Marathon: crea la tua squadra e preparati per la staffetta, oppure partecipa individualmente alla maratona e corri con noi!

Il traguardo per noi è il futuro dei bambini: partecipando alla Maratona con Mission Bambini sosterrai il progetto “Cuore di Bimbi”, grazie al quale potremo donare ai bambini cardiopatici un volo per raggiungere i nostri ospedali in Italia e potersi sottoporre a interventi salvavita.

Nel mondo nascono, ogni anno, 1 milione di bambini e bambine affetti da malformazioni congenite al cuore. Circa l’80% nasce in un Paese povero: senza accesso a cure mediche e chirurgiche tempestive, metà di loro è destinata a non raggiungere il primo anno di vita.  Purtroppo non tutti i Paesi dispongono di adeguate strutture ospedaliere e, in questi casi, portare i bimbi nei nostri ospedali in Italia è l’unica possibilità per salvare loro la vita.

 

Vai ai blocchi di partenza: scopri come iscriverti

  •  Vai alla pagina di iscrizione dedicata che trovi a questo link
  •  Compila il form con i tuoi dati

Staffetta 4 runner

  •  La quota di partecipazione per la staffetta è di 200 a squadra (50 a runner)

Maratona (runner singolo)

  •  La quota di partecipazione per il runner è di 85

 

Per tutti i partecipanti ci sarà la possibilità di aprire una propria pagina Crowdfunding, dedicata a te e/o alla tua squadra, nella quale potrai coinvolgere amici, colleghi e familiari per raggiungere insieme l’obiettivo di donare un volo ad un bambin cardiopatico per potersi sottoporre ad un intervento salvavita in Italia.

 

Taglia il traguardo: scopri il valore della tua corsa

Le quote di iscrizione dei partecipanti sosterranno il progetto “Cuore di Bimbi”. Grazie al tuo contributo potremo sostenere il viaggio e l’operazione in Italia di bambini e bambine con gravi difetti cardiaci. Aiutaci a far battere forte i loro cuoricini!

 

Vuoi partecipare con la tua azienda?

La Relay Milano Marathon è l’esperienza perfetta da condividere con i propri colleghi: attraverso l’attività sportiva potrai rafforzare il legame all’interno del team, correndo insieme per raggiungere un importante obiettivo solidale!

Per avere maggiori informazioni e ricevere supporto nella fase di iscrizione, contattaci all’indirizzo mail: aziende@missionbambini.org

 

Iscriviti qui per uno sprint finale!

Il benessere psicologico di bambini e ragazzi è a rischio

#educazione italia, #salute

Problemi riguardanti il benessere psicologico, in modo specifico mancanza di fiducia in se stessi, sensazione di noia, di confusione nel prendere decisioni, timore di ricevere critiche, incapacità nel riconoscimento, nella gestione e nella comunicazione delle emozioni sono frequenti tra i giovani.

Senza l’adeguato supporto e vivendo in un mondo ricco di stress è possibile che queste problematiche sfocino in comportamenti auto-sabotanti, aggressivi o addirittura in veri e propri episodi di bullismo (1-2-3).

In anni recenti, studiosi e ricercatori italiani hanno sottolineato l’importanza di promuovere la salute nei contesti educativi, cercando di assumere una prospettiva positiva e finalizzando gli interventi al miglioramento degli stili di vita e del benessere percepito (4-5).

 

Il contesto di riferimento

Ad ottobre 2021 l’Unicef ha reso noto il suo rapporto “On my mind” (6) dedicato alla salute mentale tra i giovani di tutto il mondo, che evidenzia come vi siano ben 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze che vivono con disturbi legati al benessere psicologico. A questo proposito, durante la pandemia si è discusso molto sulla salute mentale dei giovani, che hanno dovuto fare i conti con una scuola del tutto diversa, che ha modificato profondamente non solo il modo di studiare ma anche le relazioni sociali. 

Il rapporto mostra anche che il 19% dei ragazzi europei tra i 15 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale, seguiti da oltre il 16% delle ragazze nella stessa fascia d’età. Complessivamente si stima che siano 9 milioni gli adolescenti in Europa (tra i 10 e i 19 anni) che convivono con un disturbo che mina il loro benessere psicologico. Tra le patologie rilevate l’ansia e la depressione rappresentano oltre la metà dei casi. 

In Italia si stima che – nel 2019 – il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrissero di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

Interessante è anche uno studio italiano riportato su “Frontiers in Pediatrics”, in cui vengono indicati i fattori di rischio per il disagio mentale, associati poi anche ai cambiamenti di stile di vita causati dal lockdown. Tra questi sono stati indicati: vivere nelle zone più colpite dalla pandemia, la perdita del lavoro di almeno uno dei genitori, l’utilizzo di social media, videogiochi e TV per più di 2 ore al giorno e rimanere soli gran parte della giornata. Ulteriori dati (6), dimostrano infatti che un giovane su cinque tra i 15 e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività e “i giovani potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere”.

 

Cosa si può fare?

L’analisi dei dati può essere, in prima istanza, scoraggiante e pericolosa, ma una lettura più approfondita ci offre spunti per iniziare ad agire, ora. Perché l’importante è proprio questo: il non agire porterebbe infatti a un costo elevato in termini di peso sulle vite di bambini, ragazzi, famiglie e comunità. 

Nel concreto, cosa può fare ognuno di noi?

  •  Se hai un figlio o una figlia che potrebbe essere in difficoltà con il proprio benessere psicologico, rivolgiti a figure specializzate o proponi loro un incontro con uno psicologo.
  •  Informati sull’impatto che pandemia e DAD hanno avuto e continuano ad avere sulla vita dei più giovani e sul loro sviluppo psico-emotivo.
  •  Supporta enti e associazioni che operano per aiutare ragazzi e bambini a migliorare la propria salute mentale. Con noi puoi attivare un’adozione in vicinanza e dare un aiuto concreto a bambini svantaggiati.
  •  Fai volontariato nelle scuole e aiuta chi ha delle difficoltà con lo studio. Sul nostro sito trovi un’intera sezione dedicata al tutoring, una soluzione preziosa contro la dispersione scolastica.

 

Note

1. https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1872/articoli/20452/

2. Buzzi C, Cavalli A, De Lillo A. Rapporto giovani. Sesta indagine dell’Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia. Bologna: il Mulino, 2007

3. Polan JC, Sieving RE, McMorris, BJ. Are young adolescents’ social and emotional skills protective against involvement in violence and bullying behaviors? Health Promot Pract 2013; 14: 599-606.

4. Petrillo C. Promuovere la salute nei contesti educativi. Comportamenti salutari e benessere tra gli adolescenti. Milano: Franco Angeli, 2008.

5. Santinello M, Dallago L, Vieno A. Fondamenti di psicologia di comunità. Bologna: il Mulino, 2009.

6. https://www.unicef.org/media/108161/file/SOWC-2021-full-report-English.pdf

Bisa, operata in Uganda grazie al sostegno dei nostri donatori

#cuore di bimbi, #salute

A inizio 2021 il Dr. Muhoozi, cardiochirurgo presso il Mulago Hospital di Kampala in Uganda, ci ha raccontato di non avere gli strumenti e il materiale necessari per realizzare gli interventi chirurgici a favore dei bambini malati di cuore. Abbiamo rivolto questo appello ai nostri donatori e, come spesso accade, in tanti hanno risposto con grande generosità!

 

In Uganda c’è un cuore che è tornato a battere forte

Bisa, due anni e mezzo, è figlia di un papà contadino e di una mamma casalinga, e vive nel Distretto di Katakwi, nell’Est dell’Uganda, che dista più di 350km da Kampala. La bambina è nata con un difetto del setto interventricolare, cardiopatia che le procurava un rallentamento della crescita e difficoltà respiratorie. I genitori, proprio osservando il respiro affannoso della piccola e il fatto che fosse meno sviluppata dei suoi coetanei, avevano capito che qualcosa non andava e – grazie a questa attenzione – hanno richiesto dei controlli che hanno evidenziato la malformazione.

 

 

La situazione economica della famiglia però non permetteva di garantire alla piccola la visita cardiologica e l’intervento, necessari per salvarle la vita. Grazie all’aiuto della nostra Fondazione Bisa ha potuto effettuare un’ecocardiografia presso l’Uganda Heart Institute, è stata inserita nella lista operatoria e, nel giro di poche settimane, è stata operata dal Dr. Muhoozi. L’intervento è andato a buon fine ed è stato risolutivo; Bisa, dopo un periodo di osservazione, è stata dimessa e i medici hanno comunicato che la bimba non necessiterà di ulteriori operazioni. La sua vita potrà proseguire tranquilla e la sua crescita potrà essere monitorata con semplici visite periodiche.

È attraverso i fondi raccolti che siamo riusciti ad acquistare materiale utile per gli interventi per salvare bambini come Bisa: cerotti per tessuto cardiaco, tubi utilizzati su vasi sanguigni danneggiati o malati, cannule aortiche pediatriche e cannule di cardioplegia per la circolazione extracorporea, cateteri e tubi tracheali.

 

La storia di Bisa è una delle tante storie che stiamo scrivendo in Uganda, per salvare i bambini cardiopatici; puoi scegliere di scriverle anche tu, insieme a noi.

Sostieni un bambino cardiopatico

«Fare la differenza».

Questa espressione indica solitamente un trattamento diverso nei confronti di una persona, dunque il suo significato è di media negativo.
Noi proponiamo un ribaltamento: fare la differenza in positivo, in un mondo che le differenze ancora le fa, per colmare il gap tra bambine e bambini e offrire a tutt* gli stessi diritti.

 

Il nostro obiettivo

Ci sono diversi modi per diventare attori attivi del cambiamento; noi pensiamo che l’azione più radicale sia agire alla base. Questo vuol dire intervenire sul contesto e offrire supporto a bambine e ragazze, così da promuovere l’empowerment femminile e collaborare all’appianamento della disparità di genere.

Abbiamo progetti attivi in vari ambiti e diversi Paesi del mondo (come il programma Borse Rosa), per poter agire prima che le differenze e le mancate opportunità rubino il futuro alle bambine.

 

Come interveniamo?

  •  Offrendo sostegno psicologico alle ragazze che provengono da contesti caratterizzati da povertà educativa, che spesso va a braccetto con violenze, abbandono, drop-out scolastico, dipendenze, ecc… Le accompagniamo verso una vita autonoma mediante residenzialità temporanea, laboratori formativi, tirocini e azioni di volontariato.

 

  •  Dando supporto a ragazze dagli 11 ai 16 anni all’interno delle scuole, organizzando laboratori multidisciplinari (sport, STEM, arte, ecc…), attivando sportelli di ascolto psicologico e indirizzandole nella scelta del loro futuro tramite attività di orientamento scolastico.

 

  •  Garantendo l’accesso alle cure necessarie (es. mediche, alimentari) e alla scuola, nonché la fornitura del materiale scolastico.

 

  •  Supportando le mamme con interventi specifici, mirati a rafforzare sia la loro identità, sia il loro ruolo di madri. Lo facciamo tramite offerte di beni per l’infanzia o prodotti alimentari, contributi economici – per far fronte ai bisogni delle loro famiglie – e accoglienza gratuita nei servizi 0-6 anni per i* loro bambin*. Infine accompagnandole nel loro percorso di mamme, attraverso corsi sulla genitorialità, e di donne, grazie a percorsi di formazione lavorativa.

 

Non possiamo sempre proteggere bambine e ragazze da una cultura che fa ancora troppe differenze, ma possiamo dare loro gli strumenti per renderle protagoniste del proprio futuro.

Unisciti a noi nel fare la differenza, aiutandole nella loro autodeterminazione e nell’avere consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità.