Categoria: Salute
Cuore di bimbi in Nepal: 3 giorni per raggiungere chi vive lontano dalle cure
Negli anni, le missioni Cuore di bimbi ci hanno portati in molte parti del mondo: dal Nepal all’Uganda, dallo Zambia all’Uzbekistan. Paesi diversi, contesti diversi, sfide diverse, ma una realtà che ritorna sempre: per migliaia di bambini l’accesso ad una vera diagnosi cardiologica è ancora un traguardo lontano ed incerto.
Missione dopo missione, abbiamo imparato quanto sia urgente ascoltare il cuore di chi nasce dove le distanze sono immense, gli strumenti a disposizione pochi, e i sistemi sanitari molto fragili.
La missione di screening cardiologico realizzata dal 24 al 30 novembre 2025 nel distretto di Tanahu, in Nepal, lo ha ricordato con ancora più forza: la diagnosi precoce può trasformare non solo un singolo percorso di cura, ma la vita di un’intera comunità.



Un’area remota, un bisogno urgente
Tanahu è una zona rurale dove i villaggi si arrampicano sulle colline e le strade che li collegano sono lunghe, sterrate e spesso molto difficili da percorrere. Gli spostamenti sono complessi, gli ospedali distanti e le possibilità di effettuare esami diagnostici molto limitate.
Molte famiglie non hanno mai potuto portare i figli ad una visita specialista. Eppure, le cardiopatie congenite rappresentano una delle principali cause di mortalità infantile e neonatale nel Paese: condizioni spesso silenziose, impossibili da riconoscere senza strumenti adeguati.
Per questo, insieme a Save the Heart Nepal, abbiamo organizzato tre intense giornate di screening cardiologici, coinvolgendo un team medico composto da tre cardiologhe italiane unite a un’équipe di professionisti nepalesi.
Fianco a fianco, hanno lavorato per portare in queste comunità un primo e fondamentale ascolto del cuore.



Il campo di screening: 3.200 cuori ascoltati, 4 da operare subito
Ogni mattina, a Bhanu, nel distretto di Tanahu lo spazio dedicato alle visite iniziava a riempirsi prima dell’alba: lunghe file di bambini con la loro uniforme scolastica, adolescenti e famiglie intere con i più piccoli. C’era chi abitava nei villaggi vicini e chi aveva percorso distanze più lunghe, a piedi o in moto. Ma tutti con la stessa speranza: sapere come stava il cuore dei propri figli.
Il flusso era rapido ma attento: prima l’accoglienza, poi le misurazioni, l’anamnesi, l’auscultazione e, quando necessario, gli esami diagnostici più approfonditi. I tre ecocardiografi a disposizione hanno lavorato senza sosta.
In soli tre giorni sono stati visitati più di 3.200 bambini e adolescenti.
Per 845 di loro è stata necessaria un’ecocardiografia, mentre 405 hanno effettuato un elettrocardiogramma.
Tra i casi emersi, quattro bambini hanno mostrato cardiopatie gravi tali da richiedere un intervento: verranno operati a Kathmandu nel centro cardiochirurgico di riferimento con cui collaboriamo stabilmente.


Difficoltà sul campo e i passi avanti
Operare in un contesto rurale significa fare i conti con attrezzature non sempre moderne, spazi ridotti e lunghi trasferimenti. Anche il triage iniziale, basato principalmente sull’auscultazione, ha mostrato limiti che cercheremo di superare nelle prossime missioni, nelle prossime missioni la formazione e gli strumenti del personale locale.
In questo scenario, la collaborazione con l’équipe nepalese (24 tra medici, infermieri e tecnici) è stata decisiva: hanno organizzato, accolto, registrato e assistito con una dedizione tale da rendere possibile ciò che, da soli, non avremmo mai potuto fare in così poco tempo.
Ma il nostro impegno non si ferma ai tre giorni di screening: questa missione è parte di un percorso più ampio, che punta a costruire una rete che resti. Vogliamo formare ulteriormente il personale locale, migliorare le attrezzature e le capacità diagnostiche, e raggiungere nuovi villaggi.
Per i bambini incontrati, la missione di Tanahu è stata la prima vera occasione di essere ascoltati.
Per noi, un’ulteriore conferma che ogni battito merita attenzione, soprattutto quando nasce lontano dalle cure.
Nel 2026 vogliamo continuare a raggiungere i bambini che non hanno ancora avuto questa opportunità.
Con il tuo sostegno possiamo farlo.



Dona un battito: un impegno che attraversa Paesi, storie e cuori
Ogni anno, quando si apre una nuova edizione di Dona un battito, sappiamo che non stiamo semplicemente lanciando una campagna di raccolta fondi, ma dando vita ad una rete di persone che scelgono di stare accanto a chi oggi affronta una battaglia troppo grande da solo. In molti Paesi, infatti, una visita cardiologica non è garantita, e un intervento può diventare l’unica possibilità concreta per continuare a crescere e guardare avanti.
È proprio da qui che nasce Dona un battito, a supporto del nostro programma Cuore di bimbi: dal bisogno di arrivare ai bambini che vivono lontani dalle cure, di offrire diagnosi che possono cambiare il destino di una famiglia, di sostenere interventi complessi dove le strutture non riescono ad arrivare.
E anche quest’anno, la generosità di chi ha scelto di partecipare sta già rendendo possibili passi che sembravano lontani.
Un’energia collettiva che cresce e si rafforza
Volontari, sostenitori, aziende e gruppi di amici uniti in 4 team con un unico obiettivo: realizzare quattro missioni salvavita nel 2026 – in Uganda, Nepal, Zambia e Italia – per offrire a tanti bambini l’opportunità di un futuro grazie a un intervento al cuore. Ogni contributo è frutto di un impegno collettivo che attraversa confini e contesti per arrivare a chi è lontano.
C’è chi ha organizzato una raccolta fondi sul posto di lavoro, chi ha avviato una sfida tra compagni di università, chi ha scelto di donare in silenzio e chi ha deciso di raccontare la propria scelta per ispirarne altre.
Questo slancio non è semplicemente entusiasmo, ma ci fa vedere quanto, insieme, si possa arrivare là dove le cure oggi non ci sono.
E dietro ogni cifra raccolta, ci sono volti e storie di bambini che ci stanno aspettando.
Storie che ci ricordano perché questa campagna è necessaria




Le storie che incontriamo ogni giorno arrivano da angoli diversi del mondo, ma si riconoscono subito: sono vite piccole che hanno avuto bisogno di un aiuto grande.
Drin è arrivato in Italia dall’Albania insieme alla sua mamma per un intervento che nel loro Paese non era possibile; dopo un percorso lungo e attento, oggi può finalmente crescere.
In Nepal, durante uno screening in una zona rurale, i medici hanno individuato la cardiopatia di Jaya, rimasta nascosta per anni: l’operazione le ha restituito la libertà di giocare come gli altri bambini.
In Zambia, la mamma di Davies ha percorso chilometri in bicicletta pur di trovare cure per il suo piccolo, e proprio grazie a quella ricerca ostinata è stata scoperta una patologia complessa che oggi è stata curata.
E infine Samuel, in Uganda: arrivato in ospedale in condizioni delicate, ha incontrato un’équipe in missione proprio in quei giorni e ha ricevuto l’intervento urgente di cui aveva bisogno.
Quattro vite lontane tra loro, che ci ricordano quanto possa cambiare il destino di un bambino quando qualcuno riesce a raggiungerlo in tempo.
Perché è fondamentale esserci
La cardiologia pediatrica richiede competenze, strumenti, diagnosi tempestive. Dove questi elementi mancano, il rischio di non intercettare in tempo una malattia cresce.
Le nostre missioni servono proprio a colmare questa distanza: visite, ecografie, interventi chirurgici, formazione al personale locale.
Quest’anno vogliamo tornare nei paesi dove siamo già stati e ampliare gli screening, programmare nuove operazioni e rafforzare il lavoro con i team medici locali. Per farlo, abbiamo bisogno di chi crede che nessun bambino debba rimanere indietro.
Un battito, da solo, è piccolo.
Ma migliaia di battiti insieme possono trasformare un destino.
👉 Sostieni la campagna Dona un battito.
👉 Racconta la missione a qualcuno che potrebbe unirsi.
👉 Aiutaci a raggiungere chi oggi non ha accesso alle cure.
- Ogni bambino visitato è una possibilità in più.
- Ogni intervento è un futuro che si riapre.
- Ogni donazione è un passo verso luoghi dove la speranza arriva con più fatica.
La missione Cuore di bimbi è tornata in Uzbekistan: per offrire cure e futuro ai bambini cardiopatici.
A dieci anni dall’ultima missione a Tashkent, Mission Bambini è tornata in Uzbekistan con il Programma Cuore di bimbi, per restituire speranza e futuro ai bambini affetti da cardiopatie congenite.
Dal 16 al 23 novembre 2025, il nostro team medico ha lavorato al National Medical Children’s Center di Tashkent, l’unico ospedale pubblico del Paese specializzato in cardiopatie infantili.
Questa missione, nata in risposta a un’esigenza urgente segnalata dall’ospedale uzbeko, è stata resa possibile anche dal sostegno determinante di Regione Lombardia, che ha scelto di affiancarci in un intervento di forte valore sanitario e formativo.

Il contributo della Regione, insieme alla generosità dei tanti donatori, ha permesso di raggiungere un obiettivo fondamentale: formare il personale locale all’utilizzo del macchinario ECMO, una tecnologia decisiva per garantire maggiori possibilità di sopravvivenza ai piccoli pazienti più fragili.
✈️ Siamo tornati, dopo diversi anni, in Uzbekistan


Dieci anni fa, a Tashkent, i medici volontari di Mission Bambini avevano lavorato a fianco a fianco con i colleghi uzbeki per salvare centinaia di bambini nati con gravi cardiopatie.
Quando l’ospedale locale è diventato autonomo, avevamo lasciato una realtà capace di camminare da sola.
Oggi, dopo questo nuovo viaggio, siamo tornati in quella terra con lo stesso impegno e lo stesso cuore, per offrire ancora una volta una possibilità di vita a chi ne ha più bisogno.
🩺 Cos’è l’ECMO e perché è così importante


L’ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation) è una macchina complessa che permette di ossigenare il sangue e sostenere le funzioni vitali dei bambini operati al cuore, nel delicato periodo post-operatorio.
È una tecnologia indispensabile per affrontare i casi più critici ma, al National Medical Children’s Center, non veniva ancora utilizzata nonostante fosse già presente in ospedale.
Per renderla operativa erano necessari due elementi fondamentali:
- materiali monouso specifici, necessari al funzionamento del macchinario;
- formazione specializzata per il personale medico locale.
Il team partito per questa missione questa volta è stato internazionale: sei professionisti sanitari, alcuni di loro dal Southern University Hospital, ente formativo accreditato. Il loro obiettivo era chiaro: trasferire competenze, affiancare i medici uzbeki, e garantire che sempre più bambini possano accedere a cure avanzate come l’ECMO.
Dall’appello di febbraio alla missione compiuta ♥️

A febbraio avevamo lanciato un appello per rendere possibile questa missione.
Grazie alla risposta generosa di tanti sostenitori, oggi possiamo dire che ce l’abbiamo fatta.
Quella che allora era solo una speranza si è trasformata in azione concreta.
Grazie al contributo di chi ci sostiene, l’ECMO potrà tornare a funzionare e i medici di Tashkent avranno finalmente gli strumenti per dire “sì” ai bambini che finora non potevano essere operati.
Ogni missione di Cuore di Bimbi nasce dalla rete di persone che scelgono di stare accanto ai più fragili.
Formare, curare, condividere competenze: è così che il bene continua a moltiplicarsi, da un cuore all’altro.
Grazie a chi ha reso possibile questa nuova pagina di vita. 💙
Missione Uganda. Con noi anche Daria Bignardi
Un viaggio straordinario tra cura, dedizione e impegno. La nostra ultima missione in Uganda ha visto la presenza straordinaria sul campo del nostro Direttore Generale Stefano Oltolini, partito per vivere in prima persona l’esperienza accanto al team medico e ai bambini.
Con noi, anche Daria Bignardi, che ha scelto di raccontare questa esperienza sul campo: incontri e scambi con il team medico, la complessità degli interventi chirurgici che salvano la vita dei piccoli pazienti e la bellezza nell’essere circondata da migliaia di bambini che, giorno dopo giorno, costruiscono un futuro grazie all’istruzione.
Un grazie speciale va anche a Fondazione Mediolanum, nostro storico partner, e a Marco e Stefano Monetti per averci sostenuto in questa missione.
❤️🩹 Nel cuore dell’Uganda: tra bisturi e fili di sutura si intesse la speranza



La missione Cuore di bimbi è partita con un obiettivo preciso: salvare la vita di 10 bambini affetti da gravi cardiopatie congenite. A Kampala, presso il Mulago Hospital, i nostri medici volontari hanno operato giorno dopo giorno con dedizione, professionalità e cuore.
“I nostri medici volontari tra poco entreranno in sala operatoria per eseguire il primo intervento a cuore aperto. Sono molto teso, ma anche pieno di fiducia” ha raccontato Stefano Oltolini il primo giorno, mentre assisteva alle fasi preparatorie del team medico prima degli interventi.
Ogni giorno, in base alla complessità dei casi, uno o due bambini venivano portati in sala operatoria. L’obiettivo era chiaro, ma il valore umano andava ben oltre i numeri.
📚 Kitanga: dove l’istruzione è una forma di cura






Dopo i primi giorni a Kampala, la missione è proseguita verso sud, a Kitanga, dove Mission Bambini da anni sostiene la St. Clelia School. Un luogo in cui l’istruzione cambia il destino di centinaia di bambini, in particolare tante bambine, attraverso programmi dedicati per prevenire l’abbandono scolastico precoce.
Ad accogliere il team, più di mille bambini in festa: sorrisi, canti e danze hanno reso l’arrivo un momento indimenticabile.
Anche in questa tappa la presenza di Daria Bignardi è stata preziosa. Le sue parole, registrate durante il viaggio, restituiscono con semplicità e forza l’essenza di questa esperienza:
Una volta rientrata in Italia, Daria ha raccontato in maniera più estesa l’esperienza vissuta con noi.
Nel suo articolo pubblicato su Vanity Fair, che puoi leggere qui, ha condiviso emozioni, incontri e riflessioni con uno sguardo personale e toccante, testimoniando la bellezza e l’umanità profonda incontrate in missione.
« [I medici italiani] la sera in cui sono arrivati, sotto il diluvio tropicale, sono corsi all’ospedale per decidere le operazioni della mattina dopo. I medici locali, soprattutto le tostissime cardiologhe ugandesi, nonostante l’orario aspettavano i colleghi italiani per discutere i casi dei bimbi, mostrare le ecografie, stabilire le priorità.»
📈 Non numeri, ma vite: il bilancio della missione
Al termine della missione, 9 bambini sono stati operati con successo. Un numero leggermente inferiore al previsto, ma ogni intervento ha richiesto grande cura, preparazione e responsabilità.
“Per noi non sono numeri: sono vite. Sono cuori che ricominciano a battere, finalmente sani,” ha dichiarato Stefano Oltolini.
Anche a Kitanga, il futuro si costruisce giorno dopo giorno: vedere i bambini tra i banchi di scuola, pieni di entusiasmo e voglia di imparare, ci ha ricordato che la cura passa anche dall’istruzione.
♥️ Guardiamo avanti, insieme
La missione in Uganda si è conclusa, ma il nostro lavoro continua. Stiamo già preparando la prossima e, per poter salvare altri bambini, abbiamo bisogno del sostegno di chi crede, come noi, che ogni bambino meriti un futuro.








👉 Aiutaci a salvare altri bambini con una cardiopatia congenita
Ogni gesto conta. Ogni battito salvato è una vita che può ripartire.
𝑇𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑡𝑜 𝑒 𝑖 𝑣𝑖𝑑𝑒𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝑆𝑖𝑚𝑜𝑛𝑒 𝐷𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒.
Happy Poline: la bambina che ha lottato per un intervento al cuore grazie a chi non si è arreso
Dall’Uganda all’Italia per un intervento al cuore: la storia di una piccola guerriera.
Nella regione del Nord Uganda, in una famiglia poverissima della comunità acholi, una mamma porta la sua bambina in ospedale. Happy Poline, 11 mesi, ha un colorito bluastro e non cresce. La diagnosi è devastante: una grave malformazione cardiaca che, in Uganda, non può essere curata.
“Lascia perdere”, le dicono. Troppo complicato, troppo costoso, troppo rischioso.
Ma sua madre, con otto figli da accudire e nessuna risorsa, non lascia perdere.
Inizia così una catena di solidarietà e determinazione che attraversa il mondo. Il primo passo lo fa un medico italiano, il Dr. Squillaci, che lavora nell’ospedale di Kalongo e comprende la gravità della situazione. Contatta Fondazione Italia Uganda, che a sua volta si rivolge a Mission Bambini, sapendo della nostra esperienza nel trattamento delle cardiopatie infantili.
⌛ Una corsa contro il tempo
Happy Poline ha bisogno urgente di un intervento al cuore impossibile da realizzare nel suo paese. È il Dott. Stefano Marianeschi, responsabile della Cardiochirurgia pediatrica al Niguarda di Milano e direttore scientifico del nostro programma Cuore di bimbi, a proporre un’operazione in Italia. I rischi sono alti, ma le alternative non esistono.
Comincia una corsa contro il tempo: ottenere i documenti, affrontare le difficoltà logistiche, trovare un volo che accetti di imbarcare una bambina in condizioni critiche, superare ostacoli burocratici. Un primo tentativo fallisce. Ma nessuno lascia perdere.
Il 3 aprile, dopo oltre 30 ore di viaggio tra minivan e scali aerei, Happy Poline arriva a Milano con la sua mamma e una mediatrice culturale. Grazie alla Regione Lombardia, viene autorizzato l’intervento al cuore all’ospedale Niguarda.
🫂 Una rete di accoglienza
Nel pieno della Milano Design Week, trovare un alloggio è quasi impossibile. Ma grazie all’impegno dei colleghi e volontari di Mission Bambini, la mamma di Happy Poline trova accoglienza e sostegno quotidiano. C’è chi si alterna in ospedale, chi traduce, chi si occupa dei turni, chi porta una giacca più calda o una fetta di colomba a Pasqua.
“Quello che porto con me da questa esperienza è la consapevolezza che l’amore con cui ciascuno di noi sceglie di esserci, nel suo piccolo, può davvero fare la differenza.” Ci racconta Claudia, una delle nostre volontarie impegnate nell’accoglienza.
Il 7 aprile, Happy Poline entra in sala operatoria. L’intervento al cuore è tecnicamente riuscito, ma le condizioni restano critiche. I medici la tengono sotto osservazione, intubata. La tensione è altissima.
I giorni passano. Un primo tentativo di estubazione fallisce. Poi, finalmente, il 16 aprile, arriva il primo respiro da sola. È il suo undicesimo mese di vita: Happy Poline è sveglia, tra le braccia della mamma, che la stringe commossa.



♥️ Una piccola leonessa
I medici la chiamano “leonessa”. Nessun altro paziente, dicono, aveva mai reagito con tanta forza da un giorno all’altro. Il 18 aprile viene trasferita in pediatria, respira da sola, si nutre, gioca. A Pasqua assaggia la sua prima colomba, mentre i volontari di Mission Bambini le stanno accanto.
I controlli confermano i miglioramenti. Il 6 maggio, Happy Poline lascia l’ospedale Niguarda e nei giorni successivi torna in Uganda, dove la aspettano la sua famiglia e il suo villaggio. Sorride. Sta bene.
La tenacia di chi non ha lasciato perdere ha fatto la differenza
Questa non è solo la storia di una bambina salvata. È la storia di tante persone comuni – medici, volontari, operatori, sostenitori – che hanno scelto di non lasciar perdere. E che, insieme, hanno reso possibile ciò che sembrava impossibile. È la storia di collaborazione tra associazioni (Mission Bambini e Fondazione Italia Uganda) per un bene più grande: salvare la vita di una bambina.
Il grazie più grande va a tutti coloro che hanno scelto di esserci.
E a chi continuerà a farlo.
“Mi avete fatto sentire a casa.”
— Ci ha detto la mamma di Happy Poline, prima di ripartire per l’Uganda




Vuoi aiutare altri bambini come Happy Poline?
Con una donazione regolare al programma Cuore di bimbi puoi portare cure salvavita a tanti bambini con malformazioni cardiache, in Italia e nel mondo.
👉 Diventa sostenitore regolare di Cuore di bimbi
Missione in Zambia: salviamo i bambini dal cuore malato
Dalla preparazione alla sala operatoria, un racconto di impegno, speranza e collaborazione internazionale
Il nostro team di medici volontari, coordinato da Vincenzo Walsh, Responsabile Area Progetti, è rientrato da una nuova missione di cardiochirurgia pediatrica in Zambia, presso il National Heart Hospital di Lusaka.
Un progetto dal grande impatto umano e sanitario nell’ambito del nostro programma Cuore di bimbi, pensato per offrire cure salvavita a bambini affetti da cardiopatie congenite o acquisite — patologie che, in un contesto come quello zambiano, possono purtroppo rivelarsi fatali senza un intervento tempestivo.
📦 Preparare una missione, un passo alla volta






Tutto è iniziato settimane fa, con una call tra il nostro staff e l’équipe medica locale. Un momento fondamentale per mappare i bisogni specifici: cateteri, tubi endotracheali, fili di sutura e kit per l’ossigenazione — strumenti essenziali per poter operare in sicurezza.
Grazie all’aiuto del Dott. Marianeschi, nostro storico medico volontario, sono stati organizzati gli scatoloni con i materiali sanitari, pronti a partire insieme al team medico verso l’Africa.
Ogni scatolone riempito ha rappresentato una promessa di cura, un passo concreto per avvicinarci al nostro obiettivo.
🩺 Destinazione: Zambia









Una volta arrivati a destinazione, i materiali sono stati consegnati al National Heart Hospital di Lusaka. Qui, i nostri medici hanno iniziato subito a operare.
Tra i piccoli pazienti, anche bambini affetti dalla Tetralogia di Fallot, una complessa malformazione cardiaca che causa cianosi e difficoltà respiratorie. Vengono chiamati “Blue Babies” proprio per la colorazione bluastra della pelle dovuta alla scarsa ossigenazione.
Proprio nei giorni della nostra missione, in Zambia si è celebrava una giornata speciale per sensibilizzare sull’importanza della diagnosi e del trattamento di queste patologie.
Saluti che toccano il cuore ♥️






Siamo tornati dallo Zambia con il cuore pieno di gratitudine e orgoglio.
Durante la missione di cardiochirurgia pediatrica al National Heart Hospital di Lusaka, abbiamo:
✅ Operato 6 bambini affetti da gravi cardiopatie congenite
✅ Donato materiali sanitari per un valore di oltre 8.000 €
✅ Offerto formazione clinica avanzata sul trattamento dei bambini affetti da Tetralogia di Fallot.
Un momento conclusivo carico di emozione si è svolto con le istituzioni Zambiane, che hanno voluto ringraziarci ufficialmente per il contributo offerto al Paese.
Perché tutto questo è importante
In Zambia, la mortalità infantile legata a malattie cardiache è tra le più alte al mondo. La carenza di personale specializzato e infrastrutture adeguate rende difficile per molti bambini accedere alle cure di cui hanno bisogno.
La nostra missione non è solo chirurgica, ma anche educativa e formativa: lavoriamo fianco a fianco con il personale locale per lasciare competenze sul territorio, rafforzando il sistema sanitario in modo duraturo.
Grazie a chi ci sostiene
Tutto questo è stato possibile grazie al supporto di chi ha scelto di donare, riempiendo — anche solo simbolicamente — uno di quei scatoloni in partenza. Ogni contributo ha avuto un impatto diretto, trasformandosi in strumenti, farmaci, possibilità di vita.
La missione è finita, ma il nostro impegno continua
Dove ci porta il cuore
Ci sono viaggi che cambiano la vita….e poi ci sono viaggi che salvano vite!
Il programma Cuore di bimbi è uno di questi. Quest’anno celebriamo un traguardo importante: 25 anni di Mission Bambini ma anche 20 anni di missioni, esperienze e vite salvate, grazie al cuore, all’impegno e alla determinazione di chi crede che la solidarietà possa davvero cambiare il destino di un bambino. Ed è così missione dopo missione il cuore ci porta proprio lì dove c’è bisogno di noi.
Il Dott. Stefano Marianeschi si racconta:
“Il mio viaggio è iniziato nel 2008 con Mission Bambini (allora “Aiutare i bambini”), ed è stato un vero e proprio trampolino di lancio nella dimensione più concreta della solidarietà. La mia prima missione mi ha portato in Uzbekistan, dove ho incontrato la piccola Nurbanu. Era affetta da una grave cardiopatia, senza un intervento tempestivo non sarebbe sopravvissuta. Noi eravamo lì, al posto giusto nel momento giusto.
Pochi mesi fa, tornato a Tashkent, l’ho rivista: è cresciuta, è felice ed è in salute. Un’emozione per me indescrivibile!”

La piccola Nurbanu dopo l’operazione con la Dottoressa Palacios, volontaria di Mission Bambini, in Uzbekistan

Il Dottor Marianeschi lo scorso mese ha rincontrato la giovane Nurbanu e la sua famiglia in Uzbekistan
Le missioni ci portano lontano, ma il cuore ci riporta sempre ai bambini.
“Nel 2010, in Cambogia, appena atterrato a Siem Reap, sono corso in ospedale: due bambini mi aspettavano già in sala operatoria. Non avevamo tutto l’occorrente per un intervento completo, ma con il poco a disposizione siamo riusciti a salvarli. Anni dopo, in un’altra missione, abbiamo potuto completare gli interventi in modo definitivo.”
Vite che si intrecciano, storie che continuano, grazie a un filo sottile fatto di dedizione e speranza.
“Ogni missione lascia il segno: a volte con la gioia di una vita salvata, altre con il dolore di una battaglia persa. Ma mai da soli. Dietro ogni intervento c’è una squadra straordinaria, anestesisti, perfusionisti, infermieri, cardiologi del Niguarda e di tante altre strutture italiane e internazionali, che condividono con me il senso profondo di questa missione.”
Dott. Stefano Marianeschi
Responsabile Cardiochirurgia Pediatrica ASST Ospedale Niguarda
e Direttore scientifico del programma Cuore di bimbi
In 20 anni di Cuore di bimbi, Mission Bambini ha realizzato più di 70 missioni e operato migliaia di bambini in Paesi dove l’accesso alle cure cardiochirurgiche pediatriche è quasi impossibile: Zambia, Zimbabwe, Uganda, Kenya, Eritrea, Albania, Kosovo, Romania, Cambogia, Nepal, Myanmar… Non ci sono confini quando si tratta di salvare una vita.
Dove ci porta il cuore? Ci porta sempre là dove c’è bisogno di noi.
E continueremo a seguire questa strada, perché ogni battito salvato è un passo in più verso un mondo in cui nessun bambino debba essere privato del diritto di vivere.
Aiutaci a raggiungere ancora più bambini!
Per San Valentino dona battiti
San Valentino è la festa dell’amore, ma è anche la Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite, un’occasione speciale per riflettere sull’importanza della salute del cuore. Quale miglior modo per celebrarla se non prendendosi cura del proprio cuore e di quello dei bambini che nascono con gravi cardiopatie?
Per questo Mission Bambini ha ideato un’iniziativa speciale: la Guida del Cuore, un vademecum con 10 consigli utili e pratici per proteggere la salute del cuore, curato dal Dott. Stefano Marianeschi (Direttore scientifico del nostro programma Cuore di bimbi e Responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano).
Celebra questa giornata con il regalo perfetto: per il tuo Cuore e per quello dei bambini
Con una piccola donazione libera al programma Cuore di bimbi, potrai scaricare la Guida del Cuore, un prezioso alleato per adottare abitudini sane e migliorare il benessere cardiovascolare. Un gesto d’amore per te stesso e per chi ami, che si trasforma in un aiuto concreto per i bambini cardiopatici che necessitano di cure salvavita.

Come fare?
- Fai una piccola donazione
- Scarica la Guida del Cuore
- Prenditi cura del tuo cuore
Un gesto di cuore, cambia la vita.
Attraverso il programma Cuore di Bimbi operiamo da oltre 20 anni per garantire interventi chirurgici, assistenza medica e formazione al personale sanitario nei paesi in cui l’accesso alle cure è limitato.
Partecipa anche tu a questa iniziativa speciale per San Valentino!
95 candeline e un regalo di compleanno speciale
Angela ha compiuto 95 anni. Un traguardo importante che con i suoi cugini Silvano, Irene e Luisa ha scelto di festeggiare in modo davvero speciale.
Da sempre, Angela ha preferito rinunciare ai regali tradizionali, convinta che il vero valore di una celebrazione non stia nell’accumulo di oggetti, ma nel dare. Per lei, il miglior modo di festeggiare è quello di contribuire concretamente a migliorare la vita di chi ne ha bisogno.
Un modo diverso per festeggiare
“Ormai da moltissimi anni, quasi 20 se la memoria non mi inganna, sostengo regolarmente Mission Bambini” – ci ha raccontato Silvano. “La loro sede si trova a Milano, a due passi da casa mia e in passato ho avuto il piacere di conoscere personalmente anche il loro fondatore, l’ingegner Goffredo Modena.
Quando decidi di fare beneficenza sei sempre in imbarazzo perché ci sono tantissime associazioni che ti sembrano meritevoli delle tue attenzioni, però alla fine devi pur fare una scelta dal momento che non puoi aiutarle tutte. Alla mia età, 83 anni, io ne sostengo regolarmente 3-4, tra cui anche Mission Bambini.“
Ed è proprio a Mission Bambini che Silvano ha pensato, quando qualche anno fa sua cugina Angela per il compleanno ha chiesto un regalo speciale.
“Vive sola e non desidera più ricevere regali tradizionali, preferisce devolvere la somma destinata a questo scopo a un’opera di bene” – ci ha detto Silvano. “Così noi cugini da allora, ogni anno, le regaliamo un Compleanno solidale con Mission Bambini, spedendole una bella pergamena per augurarle di arrivare fino a 100 anni!
Il cugino Silvano aggiunge: “È diventata una tradizione per la nostra famiglia celebrare il compleanno di Angela in questo modo. Ogni anno, siamo felici di seguirla in questa scelta e fare una donazione insieme a lei per sostenere i bambini che ne hanno bisogno.”

Rendere felici e sani i bambini è la nostra missione, ma non sarebbe possibile senza persone come Angela e i suoi cugini che con loro fiducia e generosità ci permettono ogni giorno di prenderci cura dei bambini che più ne hanno bisogno.
Tanti auguri ancora, cara Angela, a nome di tutto lo staff di Mission Bambini e di quei bimbi che insieme stiamo aiutando a star bene e sorridere!
Se anche tu desideri fare un gesto che faccia battere il cuore, unisciti a e sostieni i bambini malati di cuore. Ogni donazione può salvare una vita.
Fai la tua parte e dona oggi per dare a questi piccoli una possibilità di sorridere e vivere una vita sana.
Give The Beat: dona un battito!
Vedere ripartire un cuore è una delle emozioni più belle che abbiamo mai provato.
È il cuore di un bambino che torna a battere grazie a cure salvavita, cure che in tanti Paesi del mondo sono purtroppo ancora oggi solo un sogno. Ma noi crediamo che ogni bambino meriti di vivere e di avere una speranza, a prescindere dal luogo in cui è nato.
Ogni anno, circa un milione di bambini nasce con una cardiopatia congenita e, senza interventi specialistici, metà di loro non raggiunge il primo anno di vita.
Il 7 novembre inizia la 7^ edizione di Give The Beat, la nostra campagna di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari a garantire visite e interventi salvavita ai bambini nati con il cuore malato in Paesi dove l’accesso alle cure è una sfida quotidiana.
Per far battere il cuore di questi bambini che lottano ogni giorno, abbiamo bisogno di te. Ogni contributo, grande o piccolo, può cambiare il destino di un bambino.
–
Con Give The Beat sostieni il progetto Cuore di Bimbi
Dal 2005 con Cuore di bimbi curiamo le malattie cardiache congenite o acquisite nei Paesi più poveri del mondo. Attraverso la prevenzione e gli interventi a cuore aperto salviamo la vita dei bambini cardiopatici; con la formazione dei medici locali e il sostegno agli ospedali rendiamo i diversi contesti autonomi nel trattamento delle cardiopatie infantili. Quando i casi più complessi non possono essere gestiti in loco provvediamo ad accoglierli presso ospedali italiani convenzionati.
Inoltre, attraverso la costruzione di Casa Cuore di bimbi, all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano, vogliamo garantire ai genitori dei bambini ricoverati in ospedale il diritto di restar loro vicino durante la degenza.
I costi del progetto sono principalmente costi di viaggio (per i medici volontari in missione, oppure per i bambini che vengono in Italia per essere operati); costi di permanenza dei medici all’estero; costi per farmaci e altro materiale medico sanitario necessario per gli interventi di cardiochirurgia e le cure.
–
Cosa puoi fare tu
Fai vedere che cuore grande hai: dona un battito!
- con 50 € doni ad un bambino la visita cardiologica, con elettrocardiogramma e/o ecocardiogramma
- con 100 € doni ad un bambino la visita di controllo post-operatorio e i farmaci salvavita anticoagulanti;
- con 150 € contribuisci alla realizzazione delle opere edili di Casa Cuore di bimbi;
- con 200 € doni un giorno di degenza ad un bambino operato garantendogli ventilazione assistita, infusioni e antidolorifici;
- con 500 € contribuisci a donare il viaggio aereo ad un medico in missione.