5 consigli utili per proteggere i bambini dal caldo

L’estate è la stagione che i bambini attendono con più entusiasmo: le scuole chiudono, le giornate si allungano e arriva finalmente il momento di giocare all’aperto, viaggiare in famiglia o semplicemente godersi il tempo libero. Che si scelga una vacanza al mare, una gita in montagna, il relax della campagna o si preferisca restare in città, l’importante è approfittare delle belle giornate… con attenzione.

Il sole e il caldo, infatti, sono compagni piacevoli ma possono anche diventare pericolosi, soprattutto per i più piccoli, che sono più sensibili agli sbalzi di temperatura e ai raggi UV. È fondamentale, quindi, conoscere alcune semplici ma efficaci regole per garantire ai bambini un’estate serena, divertente e sicura.

Per aiutarvi a godere al meglio di questo periodo dell’anno, abbiamo raccolto una lista di consigli pratici per proteggere i vostri figli dal sole e dal caldo, evitando scottature, colpi di calore e altri disagi tipici della stagione estiva.


1) L’idratazione prima di tutto!

Durante le calde giornate estive è fondamentale far bere spesso i bambini, anche quando non dichiarano di avere sete. La disidratazione può insorgere velocemente, soprattutto in presenza di gioco attivo o esposizione al sole. Quando fate una gita o trascorrete il pomeriggio in spiaggia, portate sempre con voi una bottiglietta d’acqua. Per la merenda scegliete frutta fresca e succhi naturali, evitando snack confezionati e merendine troppo zuccherate o salate.


2) No alle ore più calde

Evitate l’esposizione al sole tra le 11:00 e le 17:00, quando i raggi UV sono più intensi e la temperatura è più elevata. Iniziate l’esposizione solare in modo graduale, preferendo le ore del mattino presto o del tardo pomeriggio, in cui il sole è meno aggressivo e l’aria più fresca e piacevole.


3) Sì a vestiti in tessuti naturali

Vestite i vostri bambini con abiti leggeri in cotone o lino, materiali naturali che favoriscono la traspirazione. Meglio scegliere tinte chiare, che riflettono i raggi del sole, piuttosto che colori scuri che tendono ad attirare il calore.


4) Crema non ti temo

Mettere la crema solare può diventare un momento di lotta quotidiana, ma è una protezione indispensabile. La pelle dei bambini è molto delicata e va protetta con una crema ad alta protezione (SPF 50+), resistente all’acqua e da riapplicare ogni due ore circa, anche se si sta sotto l’ombrellone: il tessuto, infatti, non blocca completamente i raggi UV.

💡 Un piccolo trucco: trasformate l’applicazione della crema in un gioco! Lasciate che i bambini, sotto la vostra supervisione, manipolino il tubetto o si spalmino da soli la crema (e magari anche a voi!). Questo aiuta a rendere il momento meno noioso e più partecipativo, riducendo capricci e aumentando la consapevolezza della cura di sé.


5) Anche l’occhio vuole la sua parte

Non dimenticate di proteggere gli occhi con occhiali da sole certificati CE, studiati appositamente per i bambini: leggeri, resistenti e dotati di lenti che bloccano i raggi UV.
Inoltre, per evitare i colpi di calore, è sempre consigliato far indossare ai più piccoli un cappellino con visiera, soprattutto nelle ore centrali della giornata o durante le passeggiate al sole.


Per ulteriori approfondimenti e materiali informativi, ti invitiamo a consultare il sito del Ministero della Salute

Il cuore di un bambino si ascolta prima ancora che nasca

La Dott.ssa Nadia Assanta è specialista in cardiologia pediatrica con anni di esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle malformazioni cardiache congenite. Collabora attivamente con il programma “Cuore di bimbi” di Mission Bambini, contribuendo a offrire una possibilità concreta di vita a tanti bambini affetti da gravi patologie cardiache.
La sua missione è chiara: ascoltare il cuore dei bambini, anche quando è grande appena un centimetro.

“Il tema delle cardiopatie infantili mi è particolarmente caro, anche perché collaboro da tempo con Mission Bambini, che da oltre vent’anni salva migliaia di bambini in tutto il mondo grazie al programma “Cuore di bimbi“. Purtroppo, alcune cardiopatie non si sviluppano con il tempo o in seguito a malattie, ma sono malformazioni congenite, presenti sin dalle primissime fasi della vita intrauterina.

Durante la gravidanza, può capitare che venga consigliato di eseguire un ecocardiogramma fetale. Si tratta di un’esame ecografico non invasivo, utile per studiare l’anatomia, la funzione e il ritmo del cuore del feto.

Generalmente, il cuore viene valutato già durante la cosiddetta ecografia morfologica, che si effettua intorno alla 20ª settimana. Ma se emerge anche solo un sospetto, è fondamentale ripetere l’esame con un cardiologo pediatrico esperto.

In alcune situazioni, anche senza segni evidenti, l’ecocardiogramma fetale è fortemente indicato: ad esempio, in caso di familiarità per cardiopatie congenite, malattie materne, assunzione di farmaci particolari, anomalie riscontrate nel feto o gravidanze ottenute tramite fecondazione assistita.

Va detto però che non sempre è semplice ottenere immagini chiare: la piccola dimensione del cuore fetale (circa 1 cm), il peso corporeo della mamma, la posizione del feto o la quantità di liquido amniotico possono rendere l’esame più complesso. A volte quindi è necessario ripeterlo per avere informazioni più complete. Il periodo ideale per effettuare questa indagine va dalla 18ª alla 22ª settimana di gestazione.

L’ecocardiogramma fetale è uno strumento preziosissimo: ci permette di diagnosticare le cardiopatie congenite più gravi e di organizzare in anticipo il parto nel centro più adatto, con la presenza di specialisti pronti a intervenire fin dai primi istanti di vita. Questo fa davvero la differenza.

Inoltre, grazie a questa metodica possiamo anche individuare e trattare eventuali aritmie fetali, somministrando alla mamma farmaci antiaritmici che arrivano al feto attraverso la placenta, migliorando la sua condizione già prima della nascita.

Ogni cuore merita ascolto, soprattutto quando è così piccolo. E oggi, grazie alla diagnosi prenatale e alla collaborazione tra ginecologi, cardiologi e cardiochirurghi, possiamo garantire una speranza concreta di vita a tanti bambini.”

Donazioni in memoria e lasciti testamentari: 25 anni di solidarietà per i bambini

Mission Bambini festeggia 25 anni di attività, un cammino reso possibile anche grazie a tanti gesti d’amore nati nel ricordo di persone speciali. Familiari e amici hanno trasformato il dolore della perdita in speranza concreta, scegliendo di fare delle donazioni in memoria o di destinare dei lasciti testamentari a favore dei bambini più vulnerabili.

Perché scegliere una donazione in memoria                                               

Una donazione in memoria è un modo delicato e significativo per:

  • celebrare la vita di chi non c’è più;
  • far sì che il ricordo diventi futuro, trasformandosi in opportunità di crescita.
  • offrire a bambini in difficoltà istruzione, cure e protezione;

In 25 anni oltre 1.500 donazioni commemorative hanno garantito progetti educativi e sanitari in 75 Paesi.

Storie di generosità che cambiano il mondo

Ci piacerebbe ricordare queste persone e questi donatori uno a uno, ma sono tanti e non è purtroppo possibile.

Ci viene subito in mente però Enrico, una delle primissime donazioni in memoria con la quale abbiamo dato vita a una vera e propria scuola, a N’Garigne, in Senegal. Una scuola che porta tuttora il suo nome: école Visconti e che offre a centinaia di ragazzi un’istruzione di qualità e la possibilità di ricevere ogni giorno un pasto completo.

In memora di Floriana invece sono state attivate numerose adozioni a distanza, il modo più efficace per dare reale continuità a un sostegno. Dopo tanti anni tutt’ora questi sostegni regolari garantiscono la speranza di un futuro per tante bambine e bambini.

L’animo buono di Marco ha continuato a fare del Bene anche dopo la sua prematura scomparsa e, grazie ai suoi famigliari. Il suo amore per i bambini è arrivato fino in Kenya, a Bomet, dove, per ricordarlo, è stato realizzato un nuovo dormitorio per i bambini.

Poi c’è il lascito di Bianca, una signora gentile che ha voluto dare il suo aiuto dove c’era più bisogno e soprattutto per i bambini, forse i figli che non aveva mai avuto.

E ancora la palestra del centro di Qiqajon a Milano, ristrutturata grazie alla donazione di Angela e Donato, in memoria del figlio Riccardo. Uno spazio nuovo e accogliente per le attività sportive e ricreative, un punto di riferimento per bambini e ragazzi del quartiere.

Infine, più recentemente, pensiamo al giovane Ricky, a soli 15 anni il suo cuore improvvisamente ha smesso di battere. Nel suo ricordo il papà Marco ha attivato una raccolta fondi straordinaria che ha sostenuto il progetto Cuore di bimbi, salvando tanti piccoli cuori. Marco stesso ha volato con noi fino in Nepal per conoscere i bimbi aiutati e le loro famiglie.

Come puoi contribuire oggi

Scopri tutte le modalità di donazione e scarica la guida ai lasciti sul nostro sito.

Ogni contributo, grande o piccolo, si trasforma in sorrisi e opportunità per i bambini di tutto il mondo.

Richiedi la guida lasciti »


Contatti

Chiara Parisi – Responsabile donazioni in memoria e lasciti testamentari

Email: chiara.parisi@missionbambini.org

Telefono: +39 366 7537063

«QuindiCiSiamo»: al via la seconda edizione per salvare 30 bambini.

Torna la campagna di solidarietà «QuindiCiSiamo», nella sua seconda edizione, promossa da Marco Galbiati in memoria del figlio Riccardo, scomparso improvvisamente a soli 15 anni. Dopo il grande successo della prima edizione, che ha permesso di salvare 94 bambini cardiopatici, quest’anno l’obiettivo è quello di sostenere tre missioni operatorie pediatriche (In Nepal, Uganda e Zambia) e dare una speranza di vita ad almeno 30 bambini che vivono in contesti dove le cure non sono accessibili.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione con Fondazione Mission Bambini e l’Associazione «Il tuo cuore, la mia stella», fondata da Marco Galbiati.

Un cuore che continua a battere                                                

Seconda Edizione QuindiCiSiamo

«Ogni bambino salvato è un pezzetto di Riccardo che continua a vivere», racconta Marco. «Questa campagna è il mio modo per trasformare il dolore in qualcosa che fa bene agli altri. È il suo cuore che continua a battere, in quello dei bambini che possiamo aiutare».

Queste parole racchiudono il senso più profondo del progetto: trasformare una perdita in un gesto di amore e speranza. Già nella prima edizione, la campagna aveva raccolto oltre 140mila euro, permettendo interventi salvavita in diverse aree del mondo.

Tre nuove missioni per portare speranza

Grazie al programma «Cuore di bimbi» di Mission Bambini, attivo da oltre 20 anni nei contesti più fragili, la campagna sosterrà tre missioni chirurgiche pediatriche. Oltre a operare i bambini, le missioni prevedono anche la formazione dei medici locali, per costruire un futuro più solido e garantire cure durature.

«Una missione salvavita costa in media 25mila euro: comprende viaggio, permanenza dell’équipe di medici volontari, materiali sanitari e organizzazione logistica», spiega Stefano Oltolini, Direttore Generale di Mission Bambini. «La raccolta fondi promossa da Marco è preziosissima: significa dare una possibilità concreta di vita a bambini che, altrimenti, non avrebbero alcuna speranza».

Un impegno che continua

Il sostegno di Marco Galbiati non si è mai fermato. Nel 2024 ha contribuito alla ristrutturazione di «Casa Cuore di bimbi», la struttura che accoglie le famiglie dei piccoli pazienti cardiopatici in cura a Milano, presso l’Ospedale Niguarda.

Oggi, con la seconda edizione di «QuindiCiSiamo», Marco rinnova il suo impegno perché il ricordo di Riccardo continui a significare vita e futuro.

Ogni donazione, anche piccola, può fare la differenza.

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Da un bisogno urgente a nuove latrine sicure.

Come la generosità di tanti ha trasformato la vita di oltre 970 bambini a Kitanga

Fino a poco tempo fa, alla scuola St. Clelia di Kitanga, in Uganda, oltre 970 alunni condividevano appena 20 latrine: baracche in lamiera, lontane dalla scuola e pericolose, soprattutto di notte.

Per i bambini e le bambine, uscire per andare in bagno significava affrontare il buio, la paura e spesso… rinunciare. Non era raro che si facessero i bisogni addosso per il timore di allontanarsi da soli.

Oggi, grazie alla generosità di tanti donatori, le nuove latrine in muratura sono una realtà. Strutture sicure, vicine alla scuola, costruite per garantire igiene, dignità e tutela della salute.

Questo intervento ha un impatto concreto.    

                                                 

Significa ridurre il rischio di malattie infettive e intestinali, causate da condizioni igieniche precarie. In passato, queste patologie hanno portato molti bambini a soffrire e ad assentarsi per giorni dalle lezioni. Ora, invece, possono vivere e studiare in un ambiente più sano, protetto e rispettoso dei loro bisogni fondamentali.

🎥 Abbiamo documentato questo cambiamento in corso con un breve video, realizzato durante l’ultima visita al progetto.

Attraverso le immagini e gli sguardi dei bambini e delle bambine è possibile cogliere la portata di ciò che è stato realizzato. Quello che abbiamo costruito insieme è molto più di un blocco di nuove latrine sicure: è un passo avanti per la salute, l’istruzione e la dignità dei bambini e delle bambine di Kitanga.

La dignità comincia da qui: da un bagno sicuro, da una scuola accogliente, da chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte.

Il sogno di Lino Swapon: educare i Dalit in Bangladesh

Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di accogliere nella nostra sede Lino Swapon, partner di Mission Bambini per i progetti di educazione dei bambini Dalit in Bangladesh. La sua testimonianza è stata un potente esempio di come un singolo sogno possa trasformarsi in un cambiamento collettivo.

Dalit: una condizione di invisibilità

“Swapon” in bengalese significa “sogno”. E in quel nome c’è già tutta la storia di Lino.

Fin da bambino, Lino ha custodito nel cuore il sogno di un futuro diverso: non solo per sé, ma per migliaia di bambine e bambini Dalit, nati schiacciati dal peso di una casta che li voleva invisibili. Appartenente alla comunità Dalit, i “fuoricasta” del Bangladesh, Lino Swapon ha sperimentato da subito cosa significhi vivere senza diritti, senza voce, senza un banco di scuola su cui sedersi.

Nel suo villaggio, solo 3 bambini Dalit su 750 avevano accesso all’istruzione: un segno inequivocabile di discriminazione di casta. Quei tre erano tutti maschi, un’ulteriore barriera dettata dal fatto che le bambine venivano ritenute ancor meno meritevoli di un’istruzione.

Eppure, nonostante tutto, Lino ha scelto di resistere. Fin da giovanissimo ha lottato contro ogni ostacolo, con una forza d’animo rara anche tra gli adulti, già da ragazzino ha preso una decisione importante: credere nei propri sogni.

Il primo seme di cambiamento

Quando era ancora un ragazzo, Lino ha avuto un’idea: ha raccolto 50 canne di bambù insieme agli altri due suoi compagni Dalit: con quelle ha costruito una piccola aula nel suo villaggio, dove al pomeriggio insegnava agli altri bambini fuoricasta, preparandoli così al passaggio alla scuola governativa. Quel gesto di solidarietà ha segnato l’inizio di un’idea rivoluzionaria: l’istruzione come strumento di libertà per chi è “schiacciato”.

Con pochi mezzi e tanta determinazione, 3 bambini piantarono il primo seme del cambiamento: l’idea che l’educazione potesse essere un diritto di tutti, anche di chi, da sempre, era stato messo ai margini, escluso.

L’aiuto di Padre Lupi e il sogno italiano

Un incontro fondamentale è stato quello con Padre Lupi, missionario italiano che ha sostenuto Lino nel pagamento del suo primo esame scolastico e lo ha incoraggiato a proseguire gli studi, nonostante la sua famiglia lo avesse allontanato di casa a soli 12 anni per aver rifiutato un matrimonio. Grazie a questo sostegno, Lino ha avuto la possibilità di studiare in Italia, vicino Como, conseguendo una laurea in tecniche di laboratorio.

Ritorno in Bangladesh e nascita di Dalit NGO

Nel 1998 Lino è tornato in Bangladesh con un obiettivo chiaro: riprodurre in muratura la scuola di bambù del suo villaggio e dare vita a Dalit NGO. Oggi l’organizzazione supporta oltre 10.000 bambini, gestisce 75 scuole e ha realizzato un ospedale, con un’attenzione particolare alle bambine, le più vulnerabili alle violenze e ai matrimoni forzati. Grazie a queste attività e al dialogo con le istituzioni, la scolarizzazione nella comunità Dalit è salita al 35%.

Il Bangladesh è uno dei paesi più a rischio per i cambiamenti climatici, con inondazioni periodiche che colpiscono in particolare le aree dove vivono i Dalit, privi di infrastrutture adeguate. Mission Bambini è al fianco di Lino dal 2012, sostenendo programmi che garantiscono non solo l’accesso alla scuola, ma anche il supporto legale alle famiglie e l’alfabetizzazione delle mamme, per spezzare il ciclo di discriminazione.

Un sogno che ci chiama all’azione

Come ci ha ricordato Lino:

“Tutti insieme, uniti, possiamo fare davvero la differenza per migliaia di bambini e bambine, anche in contesti culturalmente lontani come il Bangladesh.”

Anche tu puoi aiutare a realizzare questo sogno collettivo: sostieni i progetti di educazione in Bangladesh e regala una possibilità di futuro ai bambini e alle bambine Dalit.

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È online il Bilancio Sociale 2024 di Mission Bambini

Insieme, ogni anno, per non lasciare indietro nessun bambino.

Il Bilancio 2024 della Fondazione Mission Bambini è ora disponibile online: un documento che racconta in modo trasparente e dettagliato il nostro impegno quotidiano per i bambini più vulnerabili, in Italia e nel mondo.

Nel corso del 2024, grazie al vostro supporto, abbiamo raggiunto traguardi importanti:

  • 80 bambini operati al cuore grazie al progetto Cuore di bimbi, che ha regalato loro una seconda possibilità di vita.

  • La nascita di Casa Cuore di bimbi, uno spazio sicuro e accogliente per le famiglie durante la degenza ospedaliera dei figli, realizzato in collaborazione con l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.

  • Progetti educativi in Italia e all’estero per combattere la dispersione scolastica e accompagnare bambini e ragazzi nel loro percorso di crescita e apprendimento.

Con lo sguardo rivolto al futuro

Un orizzonte chiaro, fare di Mission Bambini una delle principali realtà a livello nazionale e internazionale per la difesa dei diritti dell’infanzia.
Per raggiungere questo traguardo:

  • Rafforzeremo la comunicazione e la raccolta fondi, anche a livello internazionale.

  • Valorizzeremo le storie delle persone che animano la Fondazione – come i medici volontari – e coinvolgeremo testimonial capaci di ispirare e mobilitare.

  • Rivedremo i progetti con i nostri partner per garantirne la massima efficacia.

  • Investiremo in innovazione e intelligenza artificiale per migliorare i processi.

  • Continueremo a puntare sulle persone, creando un ambiente di lavoro positivo e coeso.

Crescere in modo sostenibile sarà la nostra guida: più risorse ai progetti, sempre meno costi di struttura.

Perché sappiamo che dietro ogni numero che aumenta, c’è la storia di un bambino aiutato in più. E dietro ogni progetto, ci sono tantissime persone: donatori, volontari, aziende partner e amici che credono in un futuro in cui ogni bambino possa crescere sano, felice e con pari opportunità.

Scopri il Bilancio 2024 e leggi l’intero racconto di un anno di impegno e risultati concreti:

Pubblicato il 24 giugno 2025

A Goffredo Modena il Premio “Io Sono una Persona per Bene

Un riconoscimento alla forza gentile di chi ha scelto di cambiare il mondo, un bambino alla volta

Giovedì 19 giugno 2025, alle 16.00, in uno dei luoghi simbolo della città – l’aula Belvedere al 39° piano di Palazzo Lombardia – Goffredo Modena, fondatore e presidente di Mission Bambini, riceverà il Premio “Io Sono una Persona per Bene”. A conferirglielo sarà Sauro Pellerucci, ideatore del premio e promotore dell’omonima associazione.

Un riconoscimento che va ben oltre il gesto formale: è un atto di gratitudine e di stima verso una persona che ha fatto della sua vita un esempio di responsabilità, visione e umanità.

Goffredo Modena è stato ingegnere, imprenditore, volontario e oggi è soprattutto un filantropo con lo sguardo rivolto ai più fragili. Dal 2000 – anno in cui ha dato vita a Mission Bambini – ha scelto di mettere le sue competenze e la sua energia al servizio dell’infanzia, promuovendo un’azione concreta, trasparente e condivisa.

Un cammino fatto di visione e coerenza

«Con questo premio – ha dichiarato Sauro Pellerucci – vogliamo rendere onore a chi dimostra ogni giorno che si può essere persone per bene, non per retorica, ma per scelta. L’ingegner Modena è la prova vivente che la competenza, se orientata al bene comune, può davvero cambiare il mondo».

Ed è proprio ciò che Mission Bambini fa da 25 anni. La Fondazione oggi gestisce circa 4,5 milioni di euro di donazioni all’anno, grazie a una rete di oltre 15.000 donatori, in gran parte persone comuni, che credono nel valore di un aiuto sincero. Ma la forza dell’organizzazione sta anche nella sua capacità di coinvolgere il mondo aziendale in percorsi di co-progettazione, valutazione e impatto condiviso.

Un aiuto concreto, dalla salute all’educazione

Tra i progetti più significativi della Fondazione c’è Cuore di Bimbi, che ha permesso di realizzare oltre 2.700 interventi chirurgici salvavita su bambini con cardiopatie congenite, nei contesti più svantaggiati del mondo. Un risultato reso possibile grazie all’impegno di medici volontari e alla formazione di professionisti locali.

Ma l’impegno di Mission Bambini non si ferma lì. La Fondazione è attiva anche in Italia, per contrastare la povertà educativa: sostiene l’accesso agli asili nido, accompagna la crescita di bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni, e proprio in questi mesi ha avviato Casa Cuore di Bimbi, uno spazio di accoglienza all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano, pensato per le mamme dei piccoli pazienti.

Un premio che parla a tutti noi

Il Premio “Io Sono una Persona per Bene” nasce per dare visibilità a storie autentiche. Persone che ogni giorno scelgono la coerenza, l’etica, la gentilezza concreta. Negli anni, è stato assegnato a figure del mondo sociale, culturale e civile come Elisabetta Soglio, Bruno Pizzul, Brunello Cucinelli, Mogol, Gaia Tortora in memoria del padre Enzo, Toquinho e molti altri.

Quest’anno il riconoscimento va a Goffredo Modena, una persona per bene non per definizione, ma per scelta. Una scelta che, da 25 anni, è anche la nostra.

Inaugurata la mostra fotografica per i 20 anni di Cuore di bimbi all’Ospedale Niguarda di Milano

Il 17 giugno 2025, all’Ospedale Niguarda di Milano è stata inaugurata la mostra fotografica che celebra i 20 anni di Cuore di bimbi. Il programma di Mission Bambini dedicato alla cura delle cardiopatie congenite nei bambini.

La mostra, ospitata negli spazi dell’ospedale, racconta con 20 scatti significativi il lungo e intenso percorso di questo progetto. Le immagini sono raccolte nel corso degli anni nei Paesi in via di sviluppo e in Italia da fotografi e fotografe che hanno accompagnato le missioni sanitarie della Fondazione. Ogni fotografia dà voce a una storia: bambini e bambine che hanno potuto guardare al futuro grazie all’impegno condiviso di medici, infermieri, volontari e sostenitori.

Una testimonianza che scalda il cuore

Durante l’inaugurazione, ha preso la parola anche Francesca Crescentini, in arte Tegamini, che da tempo sostiene Mission Bambini. Con voce emozionata ha raccontato la storia di suo figlio Dario, operato al cuore proprio al Niguarda dal dottor Marianeschi. “Mi sento di dire salvatoha detto – perché senza quell’intervento, oggi non ci sarebbe un futuro da raccontare.” Dario oggi ha tre anni, sta bene, e sogna di guidare ruspe e trattori. “È diventato a tutti gli effetti un bambino con un domani davanti.

Francesca ha poi sottolineato quanto sia stato importante per lei rendere pubblica la propria esperienza: “La nostra è una storia a lieto fine. Ma potrebbe diventare la spinta per scrivere altri lieti fine, anche per bambini che vivono lontano, che hanno gli stessi diritti del mio.

Con grande sensibilità, ha parlato del silenzio delle terapie intensive, del valore delle voci dei medici, e di cosa significhi davvero “donare un pezzetto di futuro”. La sua presenza e il suo impegno ci ricordano che ogni storia raccontata può essere una luce per molti altri bambini.

Casa Cuore di bimbi: un nuovo spazio per le famiglie

La mostra si chiude con un momento altamente simbolico. Proprio in questa giornata, infatti, prendono ufficialmente il via i lavori per Casa Cuore di bimbi, il nuovo spazio all’interno dell’Ospedale Niguarda pensato per accogliere e sostenere le famiglie nel difficile percorso di cura dei loro figli. Uno spazio di ascolto, supporto e accompagnamento, in totale gratuità per tutte le famiglie in difficoltà e in piena continuità con i valori che da sempre guidano il nostro impegno.

Durante la giornata, si è tenuto anche un momento speciale: la consegna del primo assegno dell’accordo sottoscritto con l’Ospedale Niguarda, con i fondi raccolti per l’avvio dei lavori. Un gesto concreto e carico di significato, che ha sancito l’inizio ufficiale di questo sogno condiviso.

I primi lavori per Casa Cuore di bimbi sono già visibili: l’edificio è stato interamente ricoperto dal ponteggio e tutto è pronto per costruire non solo muri, ma legami e possibilità.

Con questa iniziativa, Mission Bambini rinnova il suo impegno al fianco dei bambini, delle loro famiglie e di chi ogni giorno lavora per offrire loro una seconda possibilità.

Dietro le quinte: come nasce una missione Cuore di bimbi

Dietro ogni missione del programma Cuore di bimbi di Mission Bambini c’è un lungo e meticoloso lavoro di preparazione. A raccontarcelo è Guido Giambastiani, Project Manager del programma, che tra un viaggio e l’altro ci ha spiegato come vengono organizzate queste importanti missioni umanitarie.

La scelta delle aree di intervento

“Le aree in cui operare vengono individuate su indicazione del Direttore Scientifico, il Dottor Stefano Marianeschi, che instaura contatti con realtà sanitarie locali bisognose di supporto – ci racconta Guido.

Nel caso del Nepal, per esempio, il contatto è nato grazie alla collaborazione con l’associazione Save the Heart, che ha un forte legame con l’Italia. Il Presidente Anil Bhattarai, e il Segretario Generale Sher Rana, hanno entrambi vissuto in Italia e in particolare Anil si è formato presso ospedali universitari italiani. Inoltre, è stato beneficiario di una borsa di studio presso l’Iinternational Heart School, un ente formativo sostenuto da Mission Bambini, che ogni anno offre opportunità a un professionista sanitario specializzato in cardiologia”.

La complessità organizzativa

L’organizzazione di una missione Cuore di bimbi è un processo complesso che richiede un’attenta pianificazione e il coordinamento di numerosi aspetti. Lo staff di Mission Bambini si occupa di tutto, dalla gestione dei visti per il paese di destinazione alla preparazione del materiale medico, dai contatti con altre ONG locali e con l’Ambasciata d’Italia in loco alla pianificazione degli incontri sul campo. Ogni dettaglio è curato con estrema precisione per garantire il successo della missione.

Il team sanitario

Il personale sanitario coinvolto varia in base alle necessità dell’ospedale di destinazione.
“Nel caso del Nepal, la struttura ospedaliera è ben attrezzata dal punto di vista tecnologico, ma necessita di supporto nella gestione post-operatoria e nella terapia intensiva. – ci riferisce Guido.

Per questa missione in particolare il team era composto da un cardiochirurgo, una cardiologa, due anestesisti, due infermieri di terapia intensiva e un perfusionista. Tutti volontari e volontarie per Mission Bambini”.

Nel corso di un anno, infatti, circa 50 specialisti sanitari volontari partecipano alle missioni di Cuore di bimbi, per un totale di circa 80 partenze, considerando che alcuni e alcune di loro viaggiano addirittura più volte.

Guido Giambastiani (al centro) e il team sanitario durante una missione in Nepal nel 2024

Una speranza per i bambini

Ogni missione rappresenta una speranza concreta per i bambini affetti da gravi cardiopatie. Grazie a Cuore di bimbi, all’impegno di tante persone che rendono possibile tutto questo complesso sistema e alla generosità dei nostri donatori, centinaia di piccoli pazienti possono ricevere le cure necessarie.

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