Organizza un matrimonio di cuore

#bomboniere solidali

Non può esserci matrimonio senza cuore, senza amore, senza emozioni; ma come rendere il cuore il protagonista delle proprie nozze?

Il cuore sta nei dettagli, nelle attenzioni e negli sguardi, ed è proprio con il cuore che ci si sposa.

 

 

Dunque, per organizzare un matrimonio di cuore si deve fare attenzione ai particolari: scrivere inviti personalizzati per le persone più vicine alla coppia, optare per segnaposti scritti a mano e, ovviamente, scegliere delle bomboniere che rappresentino l’Amore nella maniera migliore.

“Le bomboniere sono sempre atti d’amore. Cadeaux personalizzati per sorprendere, stupire e innescare il ricordo”. Così definisce le bomboniere Zankyou, il portale per organizzare il matrimonio, che mette a disposizione degli sposi moltissimi servizi come partecipazioni di nozze, oggetti di decorazioni, una Directory con i migliori fornitori del mercato e un Magazine con tanti consigli ed ispirazioni.

E, sottolinea, le bomboniere possono caricarsi anche di valori e amore che sconfina la conoscenza diretta, per diventare un principio assoluto. Un principio di aiuto e sostegno che guarda al futuro, lo stesso principio che da oltre 20 anni ci guida nel supportare bambini poveri, malati e svantaggiati in tutto il mondo.

 

 

Per questo abbiamo creato le bomboniere solidali: così che le vostre nozze si trasformino in un evento unico, in cui l’Amore si fa universale e coinvolga anche gli invitati in un atto che celebra il cuore e dona un futuro migliore a tanti bambini in difficoltà.

Perché il vostro sia davvero un matrimonio di cuore.

 

 

Zankyou, parlando delle nostre bomboniere solidali, ci ricorda che “gli invitati torneranno a casa con un gradito ricordo e a loro volta potranno decidere di optare per queste speciali bomboniere per i loro grandi eventi. Un atto di amore verso il prossimo, ma anche una scelta estetica ben definita.”

Nel selezionare le nostre bomboniere, infatti, un’attenzione particolare è stata dedicata allo stile e ai materiali, così che fare una scelta etica non tolga nulla all’eleganza e alla classe che si desidera per le proprie nozze.

 

Scegli le tue bomboniere solidali »

Social Team Building: si parte con Mediobanca

La collaborazione con Mediobanca ci ha visti impegnati nella realizzazione di un giardino sensoriale in una scuola alla periferia di Milano: una struttura di cui beneficeranno bambini e insegnanti nelle attività outdoor.

 

Restare #viciniaibambini diventa green

All’interno dell’Istituto Comprensivo Arcadia – nel Quartiere Gratosoglio di Milano – è stato progettato e realizzato dai dipendenti di Mediobanca un giardino sensoriale: un’attività all’aria aperta per allenare soft skills e comportamenti organizzativi.

Grazie al Social Team Building è infatti possibile vivere un’esperienza di crescita personale e professionale e, al contempo, generatrice di valore sociale per se stessi, la comunità e l’ambiente. 

Lo spazio rinnovato permetterà agli studenti di realizzare lezioni e attività tradizionali immersi nel verde, superando i confini fisici delle aule, e renderà possibile l’attivazione di nuove forme di didattica laboratoriale per fornire una struttura più interattiva e dinamica alle lezioni.

Si creerà dunque un setting idoneo per esperienze di apprendimento complete e coinvolgenti, in cui la multisensorialità diventa il canale privilegiato per lo sviluppo di competenze e la costruzione del pensiero riflessivo.

 

Social Team Building: di cosa si tratta?

È un format di Fondazione Mission Bambini, che consente di unire la formazione e il volontariato d’impresa.

Da un lato fornisce un importante contributo di arricchimento personale, attraverso il miglioramento delle proprie competenze e abilità professionali; dall’altro coniuga il bisogno formativo delle persone e dei team ad un valore sociale più ampio.

Ogni volontario avrà la possibilità di fare esperienza su tre livelli:

  •  Individuale, allenando le proprie competenze
  •  Di team, sperimentando la condivisione di gruppo
  •  Sociale, contribuendo a generare impatto sociale nella comunità

Il Social Team Building è realizzato in collaborazione con Orbita Architettura, società di consulenza che coniuga il mondo HR con il mondo dell’architettura; e con l’impresa sociale Solaris Lavoro e Ambiente.

Obiettivo S.C.U.O.L.A.

#eventi, #volontariato

Sviluppare Concretamente Uniche Opportunità, Laboratori e Attività.

Sabato 7 maggio ti aspettiamo all’open day di Mission Bambini: un evento inserito nella cornice della Civil Week e un pomeriggio in cui presenteremo e faremo conoscere i nostri progetti in ambito educativo volti a contrastare il fenomeno della povertà educativa nei contesti di maggior disagio.

L’evento è aperto a tutti, scopri di cosa si tratta!

 

Porte aperte: quelle della nostra Fondazione

Incontri, dimostrazioni pratiche e laboratori – aperti a grandi e piccoli – per mettersi nei panni di bambini e ragazzi che, nel nostro Paese, si trovano in contesti di disagio materiale, economico e sociale.

Racconteremo di come, dal 2006, potenziamo e innoviamo l’offerta didattica nelle scuole di periferia e cerchiamo di prevenire l’abbandono scolastico tra gli studenti.

Faremo conoscere le nostre attività sulla città di Milano non solo attraverso il racconto dei nostri professionisti, ma anche con laboratori e giochi per toccare con mano la realtà in cui operiamo.

Mostreremo come portiamo l’educazione ambientale nelle scuole primarie, tramite il gioco PiantaLÀ: un gioco da tavolo che insegna ai bambini, in maniera ludica, importanti nozioni sul tema della sostenibilità e della tutela ambientale; o ancora, presenteremo una nuova metodologia educativa attraverso attività di robotica educativa e di coding, servendoci di piccoli robot.

Ti aspettiamo!
Iscriviti qui »

 


Civil Week 2022 è la manifestazione che si svolgerà dal 5 all’8 maggio dove cittadini attivi, organizzazioni di terzo settore e scuole faranno vivere il proprio impegno civico attraverso iniziative diffuse in tutto il territorio metropolitano. La kermesse è promossa da Corriere della Sera – Buone Notizie, CSV Milano, Forum Terzo settore Adda Martesana, Altomilanese e Milano, Fondazione di Comunità Milano, Fondazione Comunitaria Nord Milano e Ticino Olona con il patrocinio e il contributo di Regione Lombardia, Città metropolitana di Milano e il patrocinio del Comune di Milano.

Lo “Spazio Mission Bambini” a Milano e Padova

#educazione italia, #scuola, #spazio mission bambini

È partito nelle scuole di Milano e Padova lo Spazio Mission Bambini, un’aula dedicata dove i bambini delle classi coinvolte – accompagnati da personale specializzato – potranno sviluppare il pensiero creativo, le competenze cognitive e computazionali, nonché la comunicazione e la cooperazione tra pari.

 

Una base sicura dedicata ai bambini

“Questi sono bambini sani, ma hanno assolutamente bisogno di un supporto emotivo. Perché da soli non sono in grado di fronteggiare le situazioni di forte stress che stanno vivendo”. È questo il grido d’allarme lanciato dalla professoressa Sara Scrimin dell’Università di Padova (Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione), partner di Mission Bambini nel nuovo progetto all’interno delle scuole.

“Le scuole dove abbiamo avviato questi interventi – continua Scrimin – sono localizzate in contesti caratterizzati da forte povertà educativa e materiale. Alle spalle questi bambini hanno famiglie già fragili, duramente provate dalla pandemia anche sul piano economico. E le difficoltà delle famiglie si riversano inevitabilmente sui più piccoli”.

Perdita di concentrazione, comportamenti inappropriati e aggressivi, pianti incontrollati… È così che il disagio di bambini e ragazzini si manifesta in classe. “Per questo insieme alla Fondazione abbiamo deciso di creare all’interno delle scuole un ambiente fisico separato che svolga la funzione di “base sicura”. Un’aula dedicata dove lo studente, o un piccolo gruppo di studenti, può ‘ricaricarsi’ trovando il supporto emotivo che gli serve, anche grazie alla presenza di figure professionali come psicologi ed educatori in affiancamento agli insegnanti”.

È così che nasce all’interno delle scuole lo “Spazio Mission Bambini”. Grazie ai fondi raccolti attraverso la campagna “Illuminiamo la scuola” lanciata dalla nostra Fondazione lo scorso autunno, sono già due gli istituti coinvolti, per un totale di 400 studenti: a Milano l’Istituto Comprensivo Statale Arcadia, a Padova il VII Istituto Comprensivo San Camillo. Oltre allo spazio fisico, l’intervento prevede la realizzazione in aula, durante l’orario scolastico, di laboratori multidisciplinari utili a dare ai giovani studenti preziosi strumenti di regolazione emotiva. “Sono strumenti fondamentali – conclude Scrimin – perché se non sta bene, un bambino non apprende”.

 

Ti racconto: la parola agli insegnanti

Antonino Gullo, insegnante e referente del progetto presso l’ICS Arcadia di Milano, ci racconta:

“Il focus di noi insegnanti è sulla didattica, per questo l’intervento di Mission Bambini rappresenta una manna dal cielo: si prende carico della parte emotiva, attraverso personale specializzato. Gli psicologi del team entrano nelle aule ‘in punta di piedi’, proponendo attività laboratoriali sulla gestione delle emozioni. Osservano le dinamiche della classe e quindi possono poi proporre interventi mirati sul singolo bambino o su piccoli gruppi attraverso lo Spazio Mission Bambini, sempre con il coinvolgimento di noi insegnanti e durante l’orario curriculare. Durante le prime attività in aula i bambini sono stati bene e hanno mostrato interesse. Anche da parte degli insegnanti ho ricevuto riscontri positivi. Il primo seme è stato piantato: grazie a Mission Bambini, che ancora una volta è stata attenta alle nostre richieste per progettare insieme un intervento che risponde ai bisogni reali di bambini e ragazzi”.

Congo: un’opportunità per i bambini di strada

#educazione estero

Ai bambini di strada di Kinshasa serve solo una spinta: quella che possono dare accoglienza, istruzione e cure mediche, ma anche l’ascolto dei loro sogni e desideri per il futuro.

 

Repubblica Democratica del Congo: un Paese enorme e complesso

Da solo ha un’estensione territoriale pari a mezza Europa e attraversa quasi tutta l’Africa. Ha una storia coloniale e post-coloniale difficile, e da una ventina d’anni sta vivendo una delle più gravi crisi umanitarie a livello mondiale. È infatti segnato da una guerra civile, che ha causato circa 6 milioni di morti. Grandi ricchezze naturali nel sottosuolo come diamanti, oro e coltan attirano gli interessi di milizie e gruppi armati di varia natura, lasciando in povertà gran parte della popolazione.

 

Come restiamo #viciniaibambini?

Nella capitale sosteniamo dal 2010 il centro “Point d’Eau”, che accoglie bambini di strada. “Solo a Kinshasa, che ha un’area metropolitana di oltre 17 milioni di abitanti, i bambini di strada sono decine di migliaia” – ha raccontato durante un incontro online con i nostri donatori Giampaolo Musumeci, giornalista esperto di Africa da anni vicino alla Fondazione. “Orfani o abbandonati, questi bambini diventano facilmente preda delle bande criminali. Uno delinque non perché è cattivo, ma perché vittima di condizioni di povertà ed emarginazione. Il lavoro di Mission Bambini in questo contesto è meritorio, perché non è facile prendere per mano questi bambini, restituire loro un senso e una motivazione, tirarli fuori dalla strada”.   

 

 

Al Centro i bambini trovano uno spazio sicuro dove poter mangiare una volta al giorno, curare l’igiene personale, lavare i propri indumenti, farsi medicare, apprendere a leggere e scrivere, fermarsi a dormire. “Il centro è gestito dall’associazione locale OSEPER e grazie al nostro contributo – racconta Maria Torelli, Program coordinator della Fondazione – copriamo i costi per l’accoglienza di 65 bambini ogni anno. Oltre l’aiuto immediato, l’obiettivo è quello di reinserirli gradualmente nel loro nucleo familiare – se possibile – o nella società, attraverso progetti educativi che puntano alla loro autonomia”.

Mauro Besana, volontario di Mission Bambini che ha potuto visitare il nostro Centro di Kinshasa nel 2018, ci racconta di un bambino che ha conosciuto: “Abigael aveva 9 anni. Nato con una zoppia, a 3 anni è stato abbandonato sui binari del treno dal padre, che addossa a lui la colpa della separazione dalla moglie. Altri bambini di strada l’hanno trovato e portato al Centro. Qui gli educatori sono riusciti a coinvolgerlo, nominandolo responsabile dei conigli. Col tempo ha acquisito fiducia: oggi gioca a pallone e può finalmente fare il bambino”.

 

Anche tu hai l’opportunità di sostenere in modo regolare il Centro “Point d’Eau” e regalare una seconda opportunità ai bambini di strada di Kinshasa.

Sottoscrivi un’adozione a distanza!

Bisa, operata in Uganda grazie al sostegno dei nostri donatori

#cuore di bimbi, #salute

A inizio 2021 il Dr. Muhoozi, cardiochirurgo presso il Mulago Hospital di Kampala in Uganda, ci ha raccontato di non avere gli strumenti e il materiale necessari per realizzare gli interventi chirurgici a favore dei bambini malati di cuore. Abbiamo rivolto questo appello ai nostri donatori e, come spesso accade, in tanti hanno risposto con grande generosità!

 

In Uganda c’è un cuore che è tornato a battere forte

Bisa, due anni e mezzo, è figlia di un papà contadino e di una mamma casalinga, e vive nel Distretto di Katakwi, nell’Est dell’Uganda, che dista più di 350km da Kampala. La bambina è nata con un difetto del setto interventricolare, cardiopatia che le procurava un rallentamento della crescita e difficoltà respiratorie. I genitori, proprio osservando il respiro affannoso della piccola e il fatto che fosse meno sviluppata dei suoi coetanei, avevano capito che qualcosa non andava e – grazie a questa attenzione – hanno richiesto dei controlli che hanno evidenziato la malformazione.

 

 

La situazione economica della famiglia però non permetteva di garantire alla piccola la visita cardiologica e l’intervento, necessari per salvarle la vita. Grazie all’aiuto della nostra Fondazione Bisa ha potuto effettuare un’ecocardiografia presso l’Uganda Heart Institute, è stata inserita nella lista operatoria e, nel giro di poche settimane, è stata operata dal Dr. Muhoozi. L’intervento è andato a buon fine ed è stato risolutivo; Bisa, dopo un periodo di osservazione, è stata dimessa e i medici hanno comunicato che la bimba non necessiterà di ulteriori operazioni. La sua vita potrà proseguire tranquilla e la sua crescita potrà essere monitorata con semplici visite periodiche.

È attraverso i fondi raccolti che siamo riusciti ad acquistare materiale utile per gli interventi per salvare bambini come Bisa: cerotti per tessuto cardiaco, tubi utilizzati su vasi sanguigni danneggiati o malati, cannule aortiche pediatriche e cannule di cardioplegia per la circolazione extracorporea, cateteri e tubi tracheali.

 

La storia di Bisa è una delle tante storie che stiamo scrivendo in Uganda, per salvare i bambini cardiopatici; puoi scegliere di scriverle anche tu, insieme a noi.

Sostieni un bambino cardiopatico

Storie di ragazze: l’opportunità di poter scrivere il proprio futuro

#educazione italia

In occasione della Festa della Donna abbiamo raccolto alcune storie: di ragazze, di donne, che hanno avuto l’opportunità di mettersi in gioco, di scoprire i propri talenti e poter cominciare a scrivere il loro futuro. 

Grazie ad Associazione Gruppo di Betania per avercele raccontate.

 

“Noi come bottoni”: il laboratorio creativo 

All’inizio – ci raccontano le ragazze – il laboratorio creativo di Villaluce era solo una porta chiusa che ci faceva paura, quella paura che prende ciascuno di noi di fronte a tutte le cose nuove. Poi l’abbiamo aperta, insieme. All’interno della stanza bottoni, stoffe, fili… tutto ai nostri occhi appariva inutile. Alla vista di quegli oggetti ci siamo spaventate, ci siamo sentite non all’altezza. Come potevamo utilizzare e trasformare tutto quel materiale in qualcosa di bello, capace di rallegrare noi nel creare e gli altri nell’ammirare? 

Superato quel blocco iniziale, in cui ci sentivamo incapaci di creare e ridare vita a quei bottoni ammassati, alle cassette di frutta raccolte al mercato, ai fili e alle stoffe sparse, tutto è diventato più interessante

Piano piano sono nate idee e questi oggetti hanno preso vita e, insieme a loro, anche noi! 

Il laboratorio creativo – continuano a raccontare – è infatti uno spazio che permette a noi ragazze di esprimerci, di trasmettere emozioni, di fare quel passo in più per raggiungere qualcosa di bello. Qualcosa che è dentro ciascuno di noi anche se spesso ce ne dimentichiamo. Qui ogni gesto diventa un’opportunità. Soltanto alla fine abbiamo capito l’importanza della ricerca: l’importanza di non mollare anche quando tutto sembra inutile e non vale la pena di provarci. Fare la fatica di superare quelle paure iniziali e fidarci di chi ci dice: “Vale la pena arrivare fino in fondo”

 

Dalla formazione al lavoro: la storia di Clara 

Clara*, originaria della Bolivia, è arrivata a Villaluce all’età di 15 anni, dopo alcune burrascose vicende familiari. Durante i primi mesi di permanenza in Comunità era molto timida, introversa. Faceva fatica a entrare in relazione con gli educatori e con le altre ragazze. 

Giorno dopo giorno, Clara inizia ad aprirsi con le sue compagne, facendo emergere alcuni aspetti di lei fino a quel momento celati: l’altruismo, la curiosità, la tenacia, la voglia di mettersi in gioco. Clara inizia inoltre a delineare i suoi obiettivi sia personali che lavorativi, primo tra tutti quello di poter lavorare in un ristorante, in particolare in sala. Essendo una ragazza piena di energia, decide di cercare un tirocinio adatto alle sue aspirazioni. La Responsabile del Servizio, Federica, contatta un ristorante che le sembra adeguato alle caratteristiche della ragazza: è un ristorante facile da raggiungere, non troppo frequentato e caotico, a conduzione familiare e quindi un ambiente molto accogliente. Il titolare del ristorante accetta di ospitare la ragazza in stage per 4 mesi e di formarla sulle mansioni. 

Inizialmente Clara, nonostante la grande motivazione, mostra alcune difficoltà legate alla novità del contesto lavorativo, all’ansia iniziale, alla fatica di mantenere alto il livello di concentrazione. Attraverso il supporto della Responsabile del Servizio, dell’educatrice di riferimento e dei colleghi, Clara riesce a superare le difficoltà iniziali e ad acquisire competenze e autonomie utili per professionalizzarsi come cameriera. Si dimostra più ricettiva, dinamica, desiderosa di imparare, maggiormente a suo agio nel contatto con i clienti. I riscontri dei titolari sono positivi e la ragazza diventa un membro importante dell’organico, tanto che alla fine dello stage decidono di chiederle di collaborare ancora con il ristorante, coprendo i servizi in sala nei week end. Clara accetta e firma il suo primo contratto vero e proprio. Clara è molto felice del suo percorso e si sta formando ulteriormente nel settore: nei suoi giorni liberi svolge infatti un’attività di apprendistato, per arricchire sempre di più il suo bagaglio di competenze trasversali e tecnico-professionali, così da costruirsi le basi per un futuro migliore

*nome di fantasia  

 

Vuoi aiutare anche tu bambine e ragazze a scrivere il loro futuro?

Realizza un desiderio

#viciniaibambini, anche in Ucraina

#infanzia

24 febbraio 2022: alle 4 della mattina, ora italiana, ha inizio l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. 

Dall’inizio di questa guerra, mamme e bambini ucraini stanno scappando dal Paese abbandonando le loro famiglie, le loro case, le loro vite. Noi vogliamo esserci, adesso.

 

Emergenza Ucraina: insieme, per dare aiuti concreti

Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio esodo: il dramma, ad oggi, è di oltre 800 mila persone in fuga. Tra loro soprattutto donne e bambini soli.

Chi resta è in pericolo: sono infatti già centinaia le persone che hanno perso la vita dall’inizio degli scontri, e tra queste ci sono anche – purtroppo – decine di bambini.

In queste drammatiche ore ci stiamo attivando per portare aiuti concreti alla popolazione ucraina, grazie al lavoro di partner locali sicuri e affidabili che lavorano ai confini del Paese.

Abbiamo quindi aperto una raccolta fondi per acquistare prodotti specifici per l’infanzia. In particolare beni di prima necessità come indumenti caldi, latte in polvere, omogeneizzati; medicinali e prodotti per l’igiene come antibiotici, disinfettanti, cerotti, garze, pannolini, docciaschiuma e shampoo, siringhe e carta igienica. Prodotti che più servono e più serviranno nelle prossime settimane.

 

La fase 2 del nostro intervento

Oggi, a due mesi dallo scoppio della guerra, ci attiviamo per garantire supporto e accoglienza ai bambini e alle loro famiglie in fuga.

Le scuole e i servizi educativi del nostro Paese si stanno attrezzando per accogliere i bambini e le loro famiglie che arrivano in Italia con un vissuto traumatico e in cerca di protezione.

Negli Spazi Mission Bambini i nostri volontari offriranno ai bambini e alle famiglie un servizio di mediazione linguistica, affiancando e agevolando il sostegno psicologico offerto da educatori specializzati.
Garantiremo inoltre sostegno economico alle famiglie, per permettere loro di affrontare con serenità le nuove condizioni di vita, e supporteremo gli insegnanti nel difficile compito di inserimento dei bambini ucraini nelle classi italiane.

 

Non possiamo stare a guardare, perché i bambini hanno sempre diritto ad avere un futuro sicuro e dignitoso. Per questo dobbiamo tutti dare il nostro contributo, subito.

Aiutaci a garantire supporto e accoglienza


Noi scegliamo di impegnarci, ogni giorno, per assicurare un futuro sicuro e dignitoso ai bambini che rischiano di perderlo. Per questo ci uniamo al messaggio per la pace di Alleanza per l’Infanzia »


Con il sostegno di »

«Fare la differenza».

Questa espressione indica solitamente un trattamento diverso nei confronti di una persona, dunque il suo significato è di media negativo.
Noi proponiamo un ribaltamento: fare la differenza in positivo, in un mondo che le differenze ancora le fa, per colmare il gap tra bambine e bambini e offrire a tutt* gli stessi diritti.

 

Il nostro obiettivo

Ci sono diversi modi per diventare attori attivi del cambiamento; noi pensiamo che l’azione più radicale sia agire alla base. Questo vuol dire intervenire sul contesto e offrire supporto a bambine e ragazze, così da promuovere l’empowerment femminile e collaborare all’appianamento della disparità di genere.

Abbiamo progetti attivi in vari ambiti e diversi Paesi del mondo (come il programma Borse Rosa), per poter agire prima che le differenze e le mancate opportunità rubino il futuro alle bambine.

 

Come interveniamo?

  •  Offrendo sostegno psicologico alle ragazze che provengono da contesti caratterizzati da povertà educativa, che spesso va a braccetto con violenze, abbandono, drop-out scolastico, dipendenze, ecc… Le accompagniamo verso una vita autonoma mediante residenzialità temporanea, laboratori formativi, tirocini e azioni di volontariato.

 

  •  Dando supporto a ragazze dagli 11 ai 16 anni all’interno delle scuole, organizzando laboratori multidisciplinari (sport, STEM, arte, ecc…), attivando sportelli di ascolto psicologico e indirizzandole nella scelta del loro futuro tramite attività di orientamento scolastico.

 

  •  Garantendo l’accesso alle cure necessarie (es. mediche, alimentari) e alla scuola, nonché la fornitura del materiale scolastico.

 

  •  Supportando le mamme con interventi specifici, mirati a rafforzare sia la loro identità, sia il loro ruolo di madri. Lo facciamo tramite offerte di beni per l’infanzia o prodotti alimentari, contributi economici – per far fronte ai bisogni delle loro famiglie – e accoglienza gratuita nei servizi 0-6 anni per i* loro bambin*. Infine accompagnandole nel loro percorso di mamme, attraverso corsi sulla genitorialità, e di donne, grazie a percorsi di formazione lavorativa.

 

Non possiamo sempre proteggere bambine e ragazze da una cultura che fa ancora troppe differenze, ma possiamo dare loro gli strumenti per renderle protagoniste del proprio futuro.

Unisciti a noi nel fare la differenza, aiutandole nella loro autodeterminazione e nell’avere consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità.

 

San Valentino: una questione di cuore

#cuore di bimbi, #salute

Il 14 febbraio è il giorno di San Valentino, la festa dell’Amore, ma per noi oggi è una questione di cuore anche perché è la Giornata Internazionale delle Cardiopatie Congenite.

 

A questo proposito abbiamo intervistato il Dr. Stefano Marianeschi, Scientific Advisor del nostro progetto Cuore di Bimbi e Responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Niguarda di Milano.

Il Dr. Marianeschi è il cardiochirurgo che opererà Daors, il bambino albanese arrivato a Milano poco fa per poter ricevere le cure che il suo piccolo cuore richiede.

Ve lo avevamo presentato qui.

cuore

  •  Si sta preparando ad operare Daors, che già aveva visitato un paio di anni fa in Albania. Con quale frequenza viaggia per visitare e/o operare bambini affetti da patologie cardiache?
    Purtroppo a causa della pandemia non quanto vorrei, prima dell’emergenza da Covid19 andavo in missione in Albania un paio di volte all’anno, inoltre quando possibile visitavo altre missioni in Africa e in Asia, arrivando a un massimo di quattro viaggi all’anno.

 

  •  Cosa può dirci della patologia di Daors, diagnosticato quando non aveva neanche due anni. È frequente lo screening in così tenera età? Cosa ha reso necessaria la sua diagnosi?
    Daors è affetto da una patologia congenita, il che significa che dalla nascita il suo cuore presenta una piccola malformazione. Circa 8 bimbi ogni 1000 nascono con questo tipo di problematica, inoltre, alcune patologie sono più complicate da diagnosticare e ciò che accade in Paesi come l’Albania, l’Uganda, la Zambia, o il Myanmar (tutti paesi in cui Mission Bambini opera) è che i medici in loco sono solo in grado di denotare una problematica nei bambini, ma sono necessari medici specializzati che si rechino come volontari per poter definire l’iter terapeutico.

 

  •  Come inizia, dunque, la diagnosi di bambini come Daors? Quali le prospettive per questi Paesi?
    La formazione dei medici locali non è specializzata come la nostra e alcune cardiopatie sono sconosciute, grazie a programmi come Cuore di Bimbi però le cose stanno cambiando. All’ospedale di Tirana c’è un centro di cardiochirurgia per adulti e bambini. Rispetto a 10 anni fa sono stati fatti grandi passi avanti. Ciò a cui si sta mirando è rendere indipendenti i medici locali, così che l’intervento di professionisti come me sia solo sporadico e di supporto.

 

Al momento il Dr. Marianeschi sta formando una studentessa, specializzanda dell’Albania. La giovane dottoressa, grazie ad una borsa di studio sovvenzionata dalla Fondazione, resterà all’Ospedale Niguarda per un anno, al fine di conseguire il master in cardiochirurgia con la scuola internazionale e possa così diagnosticare bimbi come Daors e operare in Albania.

 

  •  Approfondiamo la questione del cuore di Daors, in cosa consiste la sua patologia?
    Il piccolo ha un difetto interatriale, ossia un “buco” tra i due atri del cuore, può essere una patologia ben sopportata in età infantile ma porta ad un affaticamento del cuore precoce e un’aspettativa di vita ridotta rispetto a bambini sani. Inoltre, Daors soffre anche di insufficienza di una valvola del cuore.

 

  •  Cosa ne pensa del certificato di Non Curabilità emesso dall’Albania? Ci potrebbe spiegare meglio in cosa consiste?
    Il certificato di Non Curabilità implica che Daors non può essere operato in Albania, sebbene a Tirana ci sia un buon centro cardiochirurgico. Evidentemente il difetto interatriale, sommato all’insufficienza della valvola, lo rendono inoperabile.
    Tuttavia l’ideale sarebbe ridurre sempre di più l’emissione di questi certificati, perché significa che bimbi come Daors possono essere curati nel proprio paese d’origine e non sono costretti a dipendere da progetti come Cuore di Bimbi.

 

  •  Parlando proprio del programma Cuore di Bimbi, lei collabora da oltre 10 anni con Mission Bambini nell’ambito di questo progetto, guardando al percorso fatto cosa ci può raccontare?
    Da quando ne faccio parte il progetto è stato solo un crescendo, anche con la pandemia  si è sempre rimasti in contatto, ricevendo aggiornamenti sulla situazione nei vari paesi e dando supporto a distanza come possibile.
    Dopo aver visitato la maggior parte dei Paesi inclusi nel progetto, posso dire che ogni Paese ha le sue caratteristiche, il suo modo di fare le missioni, e io mi sono trovato bene in tutti. Lavorativamente e umanamente.

 

  •  Le emozioni penso siano una parte integrante del suo lavoro, cosa prova quando entra in contatto con i bambini di “Cuore di Bimbi”? Ci potrebbe raccontare il punto di vista della persona che materialmente salva la vita a dei bambini così piccoli?
    Ci sono due aspetti da considerare: quello tecnico, per cui è bene restare un po’ freddi durante gli interventi, altrimenti non è possibile operare nella maniera migliore. Poi c’è una componente emotiva di grande gioia e soddisfazione, ma anche di sofferenza quando le cose non vanno bene. Questo è un lavoro che crea emozioni molto forti, perché i bambini curati durante le missioni vengono incontrati e visitati una prima volta e poi subito operati. Dunque quando si incontrano è già evidente la perdita di peso o gli altri sintomi di scarsa ossigenazione: fa tanta emozione perché si percepisce appieno l’urgenza. Poi, dopo gli interventi sono gli occhi dei bambini a parlare: capisci che stanno meglio e hanno finalmente davanti tutta una vita. Vedi anche la riconoscenza dei genitori che osservano il bimbo rinascere.

 

  •  Quando tornerà in missione? Sa già la destinazione?
    A maggio, se la situazione rimane stabile, tornerò in Uganda.

 

  •  Vuole aggiungere qualcosa?
    A dispetto della fatica fisica, le missioni ricaricano le batterie.

 


Davvero San Valentino è una questione di cuore e puoi far battere anche tu il cuoricino di tanti bimbi, oggi.

Diventa creatore di battiti