A febbraio, mettici il cuore
Chi, pensando a febbraio, non abbina l’immagine di un cuore e il giorno di San Valentino?
Per noi, questo è anche il mese dedicato ai bambini che soffrono di cardiopatie, ossia malattie cardiache che mettono a grave rischio il loro futuro.
Sono bimbi che nascono nei Paesi più poveri del mondo: il loro cuore è malato, e hanno bisogno del nostro aiuto per farlo tornare a battere forte, grazie al programma Cuore di Bimbi.
Noi a febbraio, e non solo, il cuore ce lo mettiamo tutto. Per questo abbiamo aggiunto al nostro store dei nuovi Regali Solidali pensati appositamente per il giorno di San Valentino.
Il 14 febbraio, infatti, è anche la giornata mondiale dedicata alle cardiopatie congenite, e non possiamo pensare ad un modo migliore di celebrare l’amore se non dando la possibilità a tanti bambini di avere un cuore sano.
Scegli di celebrare la festa degli innamorati con i nostri Regali Solidali, ogni dono è un aiuto concreto per sostenere i bambini più in difficoltà.
Una carovana del sorriso per i bambini della Tanzania
La nostra seconda missione all’estero ci ha portati in Tanzania, per visitare un nuovo progetto educativo a Mabilioni e per conoscere il partner locale. Ad accompagnare Maria Torelli – nostra program coordinator – anche Beppe Mambretti, Maruscka Nonini e Jeannette Rogalla, nuovi volontari della Fondazione e già volontari de “La Carovana del Sorriso”, a cui abbiamo dato il benvenuto durante l’estate.
Dove ci troviamo? Il contesto e il popolo Masai
Il progetto si svolge a Mabilioni, nel comune di Hedaru: è una circoscrizione mista con una popolazione di oltre 18.000 abitanti, e dista 379 km dalla capitale della Tanzania, Dar Es Salaam. Il villaggio di Mabilioni dista 2 km dalla strada principale ed è al limite di un territorio popolato essenzialmente da Masai; ci troviamo infatti nella regione del Kilimanjaro, in piena steppa masai.
Ed è proprio qui, al confine con il Kenya, che vive questo popolo antico che ha portato nella storia contemporanea le tradizioni del proprio passato. La loro lingua è il maa, dalla quale deriva il nome della popolazione. I masai sono tradizionalmente pastori semi-nomadi e il bestiame riveste per loro un’importanza vitale. I villaggi sono composti da rudimentali capanne rotonde costruite in legno e fango; al centro del villaggio è solitamente presente un recinto dove viene rinchiuso il bestiame durante la notte, per evitare gli attacchi dei predatori.
Anche gli abiti, spesso caratterizzati da stoffe di color rosso, sono rimasti immutati nel tempo; inoltre i masai indossano numerosi monili e gioielli, che tanto li rendono riconoscibili, su polsi, caviglie e collo. L’insieme dei colori utilizzati ha un significato ben preciso e aiuta ad identificare lo status sociale di chi li indossa.
Tanzania, al via un nuovo progetto
Ed eccoci giunti allo scopo del viaggio: visitare il nuovo progetto educativo a Mabilioni e conoscere il partner locale, i Brothers of Jesus the Good Shepherd. Ad accompagnare Maria Torelli c’erano dall’Italia anche i nostri nuovi volontari e già volontari de “La Carovana del Sorriso”, organizzazione di volontariato di Lecco che, dopo un impegno di 12 anni e la realizzazione di importanti opere per questa comunità, ha deciso di affiliarsi alla nostra Fondazione.
“Dando continuità al loro impegno – ci spiega Maria – la nostra Fondazione sosterrà “La Casa degli Angeli” di Mabilioni, struttura che accoglie attualmente 17 bambini e ragazzi che frequentano le scuole primarie e secondarie statali di questa località. Durante la mia permanenza ho visto con i miei occhi quanto i bambini siano trattati in maniera molto amorevole e attenta. La sveglia è alle 5 e i bambini escono per andare a scuola tra le 6 e le 6.30, a seconda della distanza. Ritornano all’incirca alle 17 e contribuiscono alla pulizia degli spazi e dei loro vestiti, alla cura degli animali, alla gestione del magazzino, nonché alla preparazione dei pasti: a seconda dell’età ciascuno svolge i propri compiti. Alla sera hanno sempre del tempo libero prima e dopo la cena. Il venerdì sera, in particolare, c’è una serata di sviluppo dei talenti, dove ciascun bambino può presentare una propria creazione o raccontare qualcosa: ecco come li si aiuta a sviluppare la fiducia in se stessi!”
Presso il Charity Village, di cui La Casa degli Angeli fa parte, vi sono anche uno spazio per attività ricreative, una chiesa dove i Brothers dicono messa ogni mattina, e un orto con ortaggi – per ridurre i costi degli acquisti esterni e per insegnare ai bambini a coltivare. Nella zona circostante sono stati piantati alberi e posizionati vasi con fiori e piante, per abbellire l’ambiente e creare ombra: ciò ha fatto sì che la zona si sia popolata anche di specie di uccelli variopinti. Esternamente al recinto è stato inoltre attrezzato un campo da calcio, per la gioia di grandi e piccoli.
“Cosa vuoi fare da grande?”: l’istruzione per aprire le porte del futuro
La scuola primaria si trova a 10 minuti a piedi dal Charity Village ed è frequentata da 9 bambini, mentre 8 ragazzi frequentano la scuola secondaria a Mabilioni.
Sostenuto dal progetto è anche un ragazzo masai, fortemente raccomandato dal preside della scuola del suo villaggio poiché talentuoso, che sta frequentando il terzo anno di scuola secondaria presso un college privato. A lui si aggiungono un ragazzo che sta per terminare l’Università, e una ragazza che frequenta il primo anno di Scienze della Formazione e che vorrebbe diventare insegnante. Un ragazzo ha invece da poco terminato il primo anno di scuola per elettricisti, mentre un altro inizierà a breve una scuola di arte e musica vicino alla capitale.
Alla scuola primaria e secondaria si è affiancata, nel 2019, la scuola dell’infanzia per bambine e bambini Masai dai 4 anni circa provenienti dal villaggio di Gunge, che dista 3 km dal Charity Village. Nelle aree circostanti, infatti, sorgono numerosi villaggi in cui vivono circa 800 bambini, per la maggior parte di etnia masai. Il nostro impegno è dunque quello di garantire l’accesso all’istruzione e il pranzo per tutti i bambini della pre-school, che dura generalmente 2 anni; può eventualmente durare anche di più, qualora i bambini cominciassero a frequentarla prima dei 5 anni, come talvolta accade. Questa è la fase più delicata, perché l’insegnamento dello swahili – la lingua ufficiale della Tanzania – permetterà ai bimbi di integrarsi nelle scuole statali.
La struttura, divisa in 2 classi, accoglie attualmente circa 70 bambini. Qui vengono insegnati swahili (lettura e scrittura), matematica (contare, somme, sottrazioni), nonché le nozioni base dell’inglese, su cui i bimbi vengono valutati a metà e a fine anno. I pasti per i bimbi vengono cucinati a turno dalle mamme e sono composti da porridge, mentre i bambini portano il latte da casa.
Un aspetto molto positivo, e un segnale di interesse verso l’istruzione dei bambini, è che ad aprile 2021 il nostro partner locale, nella figura di Br Valerian McHome, ha effettuato un incontro con 55 Masai, che si sono impegnati a contribuire economicamente per costruire una nuova aula: hanno già raccolto 300.000 TZS (circa 107 €) e metteranno a disposizione 10 acri per la scuola. Nel frattempo, hanno ripulito l’area e stanno iniziando a raccogliere pietre per la costruzione. L’aula sorgerà in una zona con anche spazi in ombra, dove i bambini potranno anche giocare. Nell’aula verranno accolte le due classi, ciascuna con la sua lavagna, mentre l’aula precedente verrà utilizzata per il culto.
“Br Valerian – ci racconta Maria – cena coi bambini 2-3 volte a settimana. Se qualche bambino si comporta male, gli viene chiesto il suo parere per responsabilizzarlo, per poi invitarlo a scusarsi con la persona offesa. I bambini si correggono anche tra di loro: vengono educati a sentire la casa come loro e a orientare i più piccoli. I più grandi contribuiscono inoltre alla gestione della casa. Per quanto riguarda il percorso futuro dei bambini, viene chiesto loro cosa vorrebbero fare da grandi, viene osservato il loro atteggiamento nei confronti degli altri, ad esempio per vedere se potrebbero essere dei bravi infermieri o insegnanti e, seguendo le loro inclinazioni e le loro passioni, vengono guidati nella scelta formativa.”
Ecco come continueremo a mantenere vivo il progetto e a prenderci cura dei bambini e dei ragazzi di Mabilioni e Gunge: dando loro nuove opportunità di vita attraverso l’istruzione, insieme.
I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia: i dati regione per regione
Il Gruppo CRC – di cui la nostra Fondazione fa parte – ha pubblicato la seconda edizione del rapporto “I dati regione per regione 2021”, con l’obiettivo di affiancare l’analisi nazionale annuale e offrire una fotografia regionale attraverso una serie di indicatori. Le informazioni raccolte potranno essere utili a programmare interventi efficaci e sostenibili per i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie.
Scarica la versione integrale del Rapporto CRC – Dati per regione 2021 »
Una fotografia dell’Italia
«In Italia – si legge nel sito del Gruppo CRC – permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute, dei servizi educativi e nell’incidenza della povertà, il che vuol dire che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono.»
Si tratta di una discriminazione su base regionale che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare – da parte di tutti gli attori coinvolti – una programmazione strategica in grado di investire con efficacia le risorse per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di migliorare la capacità di tutela e di effettiva promozione dei diritti dei bambini e dei ragazzi su tutto il territorio nazionale.
I dati riportati coprono diversi temi, tra cui: povertà materiale ed educativa; educazione, gioco e attività culturali; salute e servizi di base. Lo sforzo nella stesura di questo rapporto è quello di costruire un set di indicatori che, seppur limitato anche in considerazione della difficoltà a reperire dati disaggregati per la fascia 0-17 anni a livello regionale, possa rappresentare la condizione dell’infanzia nei diversi territori per le specifiche aree tematiche.
4^ edizione di Volontariando online!
Vuoi chiudere l’anno all’insegna della solidarietà, arricchendo te stesso e gli altri? Allora c’è una cosa che puoi fare: entrare a far parte della famiglia dei nostri volontari, uniti dal desiderio di aiutare i bambini più in difficoltà!
Martedì 14 dicembre, alle ore 18.00 su Zoom, partecipa a Volontariando, il nostro corso di formazione – giunto alla 4^ edizione online – dedicato a chi è interessato al mondo del volontariato e a chi si vuole avvicinare alla nostra Fondazione.
In questa occasione ti racconteremo chi siamo e che cosa abbiamo fatto per aiutare i bambini in questo periodo caratterizzato dalla pandemia… e cosa possiamo fare insieme il prossimo anno! Te lo descriveremo insieme ai nostri storici volontari, che condivideranno le loro esperienze e risponderanno alle tue curiosità.
Insieme a noi, il tuo desiderio di fare volontariato con i bambini può diventare realtà!
Vuoi partecipare a Volontariando?
Investi sulla cosa che conta davvero: il futuro dei bambini
Fino al 9 gennaio 2022 sarà attiva sulla nostra piattaforma una nuova campagna di crowdfunding, per garantire ai bambini che provengono da contesti fragili servizi per l’infanzia accessibili e ad alto impatto educativo.
A che punto siamo oggi: il contesto e il problema
In Italia, secondo i dati Istat, sono oltre 2 milioni il numero di famiglie che riversano in condizioni di povertà economica, a cui spesso si accompagna una povertà educativa, caratterizzata da violenza, abbandono, dipendenze e criminalità.
Purtroppo questo causa, già dal primo anno di vita, disuguaglianze tra i bambini sia per il loro stato di salute che per competenze cognitive e socio-relazionali. Differenze che continuano ad accrescersi negli anni successivi, a causa dell’impossibilità ad accedere ai servizi per la prima infanzia ed alla scarsa qualità dei percorsi pedagogici proposti.
La campagna: perché e come partecipare
Investiamo nel futuro nasce con l’obiettivo di creare servizi accessibili e ad alto impatto educativo, capaci di lavorare a 360° sul territorio accanto a bambini, famiglie e centri per l’infanzia.
Un obiettivo che, con la nostra campagna di crowdfunding, possiamo raggiungere insieme:
- garantendo la completa gratuità di accesso per i bambini più indigenti e offrendo un progetto educativo costruito sulle loro reali necessità e bisogni;
- attivando corsi di formazione, gruppi di confronto, consulenze psicologiche, webinar, incontri online e piattaforme digitali ricche di contenuti pedagogici;
- migliorando le strutture e le competenze professionali degli educatori attraverso percorsi formativi, materiale tecnologico e arredi.
Se è vero che al giorno d’oggi si può investire su tutto, è anche vero che nessun investimento è sicuro al 100%. Tranne uno: quello sui bambini e sul loro futuro.
Dai forma al tuo Natale, e illuminalo insieme a noi!
Vuoi dare forma al tuo Natale, ma non sai da dove iniziare?
Abbiamo preparato una mini-guida che ti aiuterà a scegliere tra i nostri regali quello che fa per te, quello più adatto alla persona a te cara, ma soprattutto che ci permetterà, insieme, di illuminare il futuro dei bambini.
10 motivi per scegliere un regalo di Natale solidale
1. Il tuo regalo non farà felice solo la persona che lo riceve, ma anche un bambino in difficoltà
2. I nostri regali solidali sono originali e unici
3. I nostri prodotti sono di qualità, e hanno il valore aggiunto di essere realizzati da piccole realtà locali
4. Sono inoltre ecosostenibili, perfetti per quella persona dal cuore green e attenta all’ambiente
5. Un regalo solidale è anche perfetto per fare un regalo a te stessə
6. Ogni nostro prodotto porta con sé una storia
7. Se hai figli, scegliere un regalo solidale ti darà lo spunto per parlare con loro del valore di essere altruisti
8. Portare in dono un regalo solidale può aiutarti ad avvicinare un tuo caro a un tema per te importante e che senti vicino
9. I nostri regali solidali sono deducibili e detraibili fiscalmente
10. Con un regalo solidale, non sbagli mai!
Ti abbiamo convintə? Allora cosa aspetti:
Le nostre missioni all’estero: un ritorno tanto atteso
Maria Torelli, nostra program coordinator per i progetti di educazione all’estero, è da poco tornata da una missione in Kenya. Si tratta del primo viaggio in epoca di pandemia, con l’obiettivo di monitorare i nostri progetti educativi di Bomet e Nairobi.
Bomet e Nairobi: dove ci troviamo?
Bomet è il capoluogo dell’omonima contea, nell’ovest del Paese; il nostro progetto è situato a Chebole, una località distante qualche chilometro. I bambini che frequentano la scuola provengono da un’area molto vasta: alcuni la raggiungono grazie a uno scuolabus, altri hanno la possibilità di essere accolti direttamente nella struttura (a partire dai 10 anni) o presso la Laura Children’s Home (dai 3 ai 9 anni).
Nairobi, la capitale del Kenya, continua ad essere una città economicamente molto in crescita. Maria ci racconta che le strade sono piene di cartelloni pubblicitari che invitano ad avviarsi verso un modello di maggior consumo, e i centri commerciali si stanno moltiplicando a vista d’occhio. La condizione dello slum di Donholm non è però ottimale: non è stata ancora portata l’acqua, e le famiglie continuano ad avere scarse risorse sia per contribuire ai costi della scuola che per mangiare. Le case costruite in lamiera e cartoni sono ancora affiancate alla discarica e alle fognature all’aperto, e la commistione tra persone e animali rende l’ambiente ancor più malsano.
A Bomet, tutti a scuola!
Attraverso il racconto di Maria, andiamo a visitare il nostro progetto di Bomet. La prima struttura che incontriamo è la Laura Children’s Home, dormitorio maschile e femminile presso la casa della famiglia Bet – fondatrice dell’organizzazione nostra partner locale – che accoglie attualmente 12 bambini dai 3 ai 9 anni.
Ci spostiamo poi alla Mosop School, scuola dell’infanzia e primaria, con dormitori maschili e femminili, che accoglie 368 bambini. Mosop era il padre di Mr Bet, e il significato del nome è ‘un posto dove si può stoccare molto cibo’, e quindi, per estensione, un luogo di abbondanza.
La struttura della scuola è in muratura, ma con tetto in lamiera: “quando piove forte – ci spiega Maria – con le mascherine e il rumore della pioggia è molto difficile capirsi, anche a un metro di distanza”.
La Mosop School, avviata da Mr. Bet, non offre solo educazione e cibo ai bambini che la frequentano, ma fornisce loro un modello di famiglia e di educazione che va ben al di là delle conoscenze scolastiche. Lo scopo del progetto è assistere e accogliere i bambini orfani, abbandonati o vulnerabili della zona, e offrire loro l’istruzione che meritano.
Dalla nostra visita alla scuola abbiamo appreso come alcuni ex studenti abbiano conseguito ottimi risultati lavorativi: c’è Petty, che è diventata una dottoressa negli Stati Uniti; Jeremiah, un ragazzo albino masai divenuto direttore di un centro medico; Ronnie, che dopo aver lavorato come addetto alla produzione di latte per procurarsi fondi per curare la madre sieropositiva, è oggi un infermiere.
Alcuni ex studenti hanno creato un’associazione, la Laura Children’s Home Alumni, e si trovano tutti gli anni, a maggio, per incoraggiare gli alunni attuali e svolgere attività di volontariato: quest’anno, causa pandemia, vi è stata solo una cerimonia veloce. Con il passare del tempo, come ci racconta Maria, tutti loro potrebbero diventare risorse preziose per la scuola e la comunità: ad esempio come supporto di un insegnante nella realizzazione di attività pomeridiane, per passare del tempo con i bambini, incontrarli durante i giorni di visita o fare piccoli lavoretti. Questo, anche col passare degli anni, li farebbe sentire ancora parte della famiglia della Mosop.
Allontanandoci da Bomet, visitiamo infine la scuola di Kuresoi: ci vogliono circa quattro ore di auto per raggiungerla, e la strada è in pessime condizioni. È una scuola dell’infanzia e primaria che accoglie oggi 173 bambini, di cui alcuni orfani; la struttura, come la maggior parte delle case della zona, è in legno e con il tetto di lamiera, segnale del contesto difficile in cui vivono i bambini.
A Nairobi, istruzione per i bambini degli slum
Proseguiamo con l’ultima tappa del nostro viaggio, recandoci al Centro Mother of Mercy nelle due strutture che sosteniamo: la scuola dell’infanzia e primaria di Kariobangi, che accoglie attualmente 190 studenti, e la scuola dell’infanzia e primaria di Donholm, con 161 studenti.
Il Centro ha l’obiettivo principale di garantire ai bambini delle baraccopoli e dei quartieri poveri un’istruzione di qualità, poiché l’istruzione per loro è l’unico spiraglio verso il futuro. A scuola gli studenti ricevono anche un pasto, il materiale didattico, il vestiario e l’assistenza sanitaria.
La scuola è sempre di più un punto di riferimento per i bambini, e un terreno di scambio e socializzazione tra grandi e piccoli. “Un giorno – ci racconta Maria – nello spiegare il funzionamento di alcuni giochi recuperati nel magazzino della nostra Fondazione, mi sono ritrovata a fare insieme ai bimbi un puzzle da 500 pezzi. È stato interessante vedere quanto si sono appassionati non solo i bambini, ma anche le direttrici e alcuni insegnanti, che hanno pensato di poter utilizzare il puzzle come strumento di team building all’interno delle classi.”
È stata questa una missione tanto attesa dopo quasi due anni di pandemia; uno sguardo dal campo non solo con lo scopo di visitare e monitorare un nostro progetto, ma anche per toccare con mano la quotidianità vissuta dai bambini e dai ragazzi che risiedono in un Paese così lontano, ma che grazie a questo racconto possiamo sentire un po’ più vicino.
Trekking solidale: un’occasione per ritrovarsi e ripartire, insieme
Domenica 24 ottobre, nelle colline appena fuori Bologna, si è tenuta una passeggiata solidale organizzata da alcuni nostri volontari. Tra loro, Roberta ha trovato le parole per raccontare ciò che tutto il gruppo ha provato e condiviso.
I nostri volontari: una famiglia che cammina, insieme, verso un obiettivo comune
“Ci siamo, finalmente è arrivato il momento di preparare lo zaino per la nostra passeggiata solidale a sostegno del progetto Illuminiamo la scuola. I giorni che hanno preceduto questo momento sono arrivati nel silenzio, il silenzio delle aspettative, di nuove e ritrovate emozioni. Ma anche di paura, paura che un’ennesima speranza venisse sospesa da un qualsiasi evento fuori controllo, a cui siamo stati fin troppo abituati in questi ultimi mesi.”
Invece no, il giorno è arrivato e ha accolto i nostri volontari sotto un cielo e un sole meravigliosi.
“La prima iniziativa dopo tanto tempo, quanto tempo… Arrivo al ritrovo, alzo gli occhi, poi mi guardo intorno e ho come l’impressione che siamo di nuovo tutti qui per ripartire, insieme, da dove eravamo rimasti due anni fa. È un quadro perfetto, in cui ogni persona è al posto giusto. Il cielo diventa una tela, la natura è una tavolozza incredibile di colori e noi siamo pittori improvvisati di questo nuovo corso, di questa giornata che in me ha il sapore della rinascita.
Rivedo Marina, che assieme alla sua macchina gialla piena di opuscoli e volantini si conferma la mia spalla, dispensatrice di buone maniere, di suggerimenti sempre giusti e spirito organizzativo perfetto. C’è l’entusiasmo di Grazia e la sua energia, calmierata dalla pacatezza di Emilio, poeta, narratore e guida in questa giornata perfetta. Ritrovo Francesca, finalmente mano nella mano al suo Roberto, uniti sempre di più e sorridenti dopo tanti tormenti. C’è Francesca – è venuta con Marco – la mamma che vorrei essere, la donna determinata che conosco, con cui confrontarsi è sempre costruttivo e illuminante. C’è Emilio, che vedo sorridere e mi chiedo se abbia trovato la strada per essere felice nel suo nuovo appartamento, nella sua nuova o vecchia vita. C’è Stefano, che un passo dopo l’altro arriva dove vuole e riesce sempre a dar letture positive ad ogni circostanza, e che sento sempre accanto in ogni mia difficoltà.
Poi ci sono loro, gli amici, gli sconosciuti, i bambini, le persone che in una domenica di autunno hanno deciso di accompagnarci in questa giornata che io sento essere una rinascita dal valore inestimabile, un po’ per tutti.”
Ritrovarsi e ripartire: è questo che ha fatto il nostro gruppo, salita dopo salita, sdraiati sul prato della Chiesa arrivati in vetta, sotto il grande cedro dell’Himalaya, in discesa tra le vigne, nel rosso e nel giallo delle foglie di questo autunno.
“Siamo ripartiti, siamo tornati, e io sento nuova linfa scorrere nel mio sangue, aria fresca sulla faccia e la forza che mi dà affrontare un passo dopo l’altro accanto ai miei amici volontari, presenti e non, e a chi crede nel grande potere del volontariato, della solidarietà, e a chi dedica il proprio tempo per restare vicino ai bambini e illuminare il loro futuro.”
È online il nostro catalogo di regali solidali per il periodo natalizio
Un Natale che addolcisce, che fiorisce, ma soprattutto che illumina il futuro di tanti bambini.
Così diamo forma al nostro Natale e puoi farlo anche tu, con noi!
Sfoglia il nostro catalogo e scopri di più.
Insieme per l’ambiente: continua il nostro impegno per far crescere la sostenibilità
La nostra collaborazione con Mediobanca prosegue, con la piantumazione di 500 nuovi alberi in un’ex area industriale di Monza. Scopri come educhiamo bambini e ragazzi allo sviluppo sostenibile.
Nuova linfa all’educazione ambientale
L’iniziativa, che si è svolta nella mattina del 26 ottobre in collaborazione con l’Associazione Selva Urbana e il Comune di Monza, ha coinvolto come volontari 30 dipendenti del gruppo Mediobanca che sono diventati “giardinieri per un giorno”, dedicandosi alla piantumazione di oltre venti tipologie diverse di piante autoctone per la riqualificazione dell’ex area industriale di via Baradello.
Un tempo area degradata, negli ultimi anni si è trasformata in una zona residenziale con forti potenzialità di sviluppo e di integrazione. Gli alberi piantati permetteranno di migliorare la qualità dell’aria, e diventeranno anche un’opportunità educativa importante per bambini e ragazzi. Nell’area interessata sono infatti presenti alcune scuole, che ci proponiamo di coinvolgere organizzando uscite didattiche per insegnare ai ragazzi a rispettare e amare la natura e l’importanza di preservarla.
Continuiamo a guardare al futuro, insieme
Sempre insieme a Mediobanca, e in collaborazione con Selva Urbana, saranno piantumati altri 500 alberi per riforestare le aree ex industriali di tre comuni alle porte di Milano (Trezzano sul Naviglio, Osnago e Gaggiano).
La partnership con il Gruppo Mediobanca, avviata all’inizio del 2021 e incentrata sul tema dell’educazione, prevede anche interventi di potenziamento della strumentazione informatica delle scuole, miglioramento dello stato manutentivo degli edifici scolastici grazie al volontariato aziendale, nonché educazione allo sviluppo sostenibile per gli studenti.