Verso una scuola dove si sta bene
Vive con il papà e i nonni paterni in un quartiere della periferia di Milano. La mamma se ne è andata quando era molto piccolo. Linda, l’operatrice di Mission Bambini, ha notato che è sempre un po’ nervoso tutte le volte che arriva il momento dei compiti. Gli chiede che cosa ne pensa e lui risponde che crede di non saper fare nulla e che poi lei lo andrà a dire al papà, che lo metterà in punizione. Lei lo guarda e sorride. Gli dice che l’importante è provarci e che crede in lui.
Questa è la storia di Mirko, un bambino che come tanti a volte vive qualche difficoltà a scuola.
Questa, però, è anche la storia di Linda, un’operatrice che grazie allo Spazio Mission Bambini, un progetto della Fondazione, sostiene ogni giorno gli studenti e le studentesse con meno opportunità.
È già un mese che la scuola è ufficialmente finita in tutta Italia e i bambini e le bambine si sono ormai abituati a questa pausa estiva. Ora, però, è giunto il momento di fare un bilancio sull’anno scolastico appena concluso.
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Andare a scuola in Italia
A scuola si va per imparare. E fin qui, non c’è dubbio. Ma per imparare cosa?
Sin da quando si è piccoli, la maggior parte della giornata la si passa tra i banchi di scuola, dove si impara a scrivere, a leggere, a contare. La scuola, però, non è soltanto un luogo formativo nel senso stretto del termine, ma è anche uno spazio di sviluppo sociale ed emotivo per tutti i bambini e le bambine che la vivono ogni giorno[1]. L’obiettivo della scuola, infatti, non è solo quello di trasferire conoscenze, ma anche di fornire agli studenti e alle studentesse gli strumenti essenziali alla propria crescita e di offrire un luogo dove bambini e bambine possano avere la possibilità di sviluppare le loro competenze cognitive, emotive e relazionali[2]. Imparare a confrontarsi con gli altri, sperimentare, conoscersi e capire il proprio valore mentre si cresce sono parte integrante del percorso formativo della scuola, che è un importante contesto dove promuovere il benessere psico-fisico degli studenti.
Tuttavia, il sistema scolastico italiano presenta da tempo numerose criticità che spesso non vengono affrontate correttamente.
L’inadeguatezza delle strutture scolastiche italiane è diventata recentemente parte del dibattito pubblico, con oltre la metà delle scuole priva delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi. Solo nel periodo tra settembre 2022 e agosto 2023 sono stati 61 i casi di crollo registrati negli istituti italiani[3]. Il 47% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1976 e solo una scuola su 3 risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria[4].
Non è da meno il problema legato al precariato e all’elevata mobilità del corpo docente. Nell’anno scolastico 2022/2023, erano 234.576 i docenti con contratto a tempo determinato e a termine fino al 30 giugno, quasi 1 insegnante su 4[5]. Soprattutto in contesti di periferia, ma in generale in tutto il territorio italiano e nelle scuole di ogni ordine e grado, è comune, infatti, non rincontrare alcuni dei propri insegnanti l’anno successivo o, addirittura, vedere passare mesi prima che un docente riceva ufficialmente l’incarico.
Ma non sono solo problemi pratici. La scuola italiana, nonostante la presenza di molti docenti all’avanguardia, è ancora fortemente basata su un modello trasmissivo del sapere e su lezioni prettamente frontali.
In classi molto numerose, in strutture precarie e senza docenti è difficile portare avanti sia il mandato formativo che quello educativo della scuola. Il lavoro di insegnanti e dirigenti competenti e appassionati aiuta fortemente e fortunatamente a sopperire alle mancanze di un sistema a cui da tempo non vengono affidati fondi adeguati.
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Non è uguale per tutti
Un altro fattore che incide e condiziona il percorso formativo e scolastico di studenti e studentesse e che spesso non è conosciuto dall’immaginario pubblico è il contesto di provenienza di bambini e bambine. Quando si parla di istruzione, viene spesso dato per scontato che a tutti e a tutte vengano date le stesse opportunità. In realtà, le condizioni di partenza hanno un peso enorme sui livelli di apprendimento di bambini e bambine: chi ha un background familiare più favorevole riesce ad avere risultati migliori[6]. Tramite i dati INVALSI, è possibile rilevare questa preoccupante relazione. Quando i voti dei ragazzi e delle ragazze al terzo anno di scuola secondaria di I grado, per esempio, vengono analizzati con l’indicatore statistico ESCS (Economic, Social and Cultural Status), che definisce lo status sociale, economico e culturale delle famiglie degli studenti che partecipano alle Prove INVALSI, si nota chiaramente che la percentuale di voti alti aumenta al crescere dell’ESCS[7].
Nel 2023 i minori in povertà assoluta erano 1,3 milioni – 1 su 7[8] – il valore più alto della serie storica dal 2014[9]. I bambini e le bambine in situazioni di povertà e in contesti difficili vivono spesso in condizioni non adatte allo studio e in abitazioni sovraffollate, faticano ad acquistare materiale scolastico e tecnologico e difficilmente partecipano ad attività sportive, ricreative o culturali[10]. Quindi, questi bambini e bambine non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei che vivono in situazioni migliori e hanno una visione limitata delle loro possibilità. La povertà educativa, infatti, coincide con “la privazione da parte di bambini, bambine e adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”[11] ed è strettamente correlata alla povertà materiale.
-benessere scolastico
Una scuola dove si sta bene
Gli anni che si passano a scuola sono un periodo in cui i bambini e le bambine crescono e cambiano molto velocemente. Nel caso in cui l’esperienza scolastica sia negativa, potrebbero addirittura emergere sintomi di ansia o depressione[12]. Viene largamente riconosciuto, infatti, che le scuole sono un ambiente determinante nel promuovere la salute, il benessere psico-fisico e la crescita di bambini e bambine, e migliorare in questi campi significa anche maggior impegno e migliori risultati da parte di studenti e studentesse.[13]
Promuovere il benessere e la capacità di mettersi in relazione positiva con gli altri sono alcune delle capacità su cui la scuola deve porre attenzione, soprattutto alla luce dei rapidi cambiamenti sociali, economici e tecnologici che espongono bambini, bambine, ragazzi e ragazze a sfide e pressioni sempre più grandi e difficili da gestire in un’età in cui molte competenze sono ancora in fase di sviluppo. Nonostante la scuola sia uno dei contesti che di fatto più contribuisce a generare frustrazione, malessere e stress, è anche l’ambiente in cui è più possibile individuare e prevenire certi disagi[14].
L’interpretazione del concetto di benessere scolastico sta cambiando nel tempo. In passato ci si focalizzava principalmente sugli aspetti problematici e sui rischi, mentre la ricerca ora si concentra sugli aspetti positivi, dando molta più importanza agli studenti e alle studentesse[15]. Il benessere scolastico è una parte essenziale del benessere complessivo di bambini e bambine. Se a scuola si sta bene, la vita di ogni bambino e bambina viene positivamente influenzata. L’esperienza di una scuola dove ci si può conoscere e far conoscere, dove si è riconosciuti e dove la dimensione affettiva e relazionale è presente e incentivata è fondamentale nel percorso di ogni studente e studentessa. Una scuola dove si sta bene, dove andare è un piacere, dove si viene ascoltati e dove si può sperimentare è un luogo di crescita e non un luogo di passaggio[16]. Creare queste condizioni è necessario per avere un forte impatto positivo sulla vita dei bambini e delle bambine che, ogni giorno, si siedono tra i banchi di scuola.
-benessere scolastico
Il lavoro di Mission Bambini a scuola
La Fondazione Mission Bambini lavora nelle scuole dal 2016, concentrando il proprio intervento nelle periferie delle principali città italiane, aree in cui sistematicamente si riversano le principali sfide sociali e dove le disuguaglianze sono più marcate. Avviato in fase di sperimentazione nel 2020 e poi rimodulato in chiave multidisciplinare a partire dal 2023, il progetto di riferimento si chiama Spazio Mission Bambini e viene realizzato nelle periferie di Milano e Roma. L’obiettivo generale di Spazio Mission Bambini è proprio quello di promuovere il benessere della comunità scolastica e la crescita dei bambini e delle bambine, contrastando il fenomeno della povertà educativa. Un’equipe multiprofessionale, composta da pedagogisti, educatori, psicologi e coach, lavora in stretta collaborazione con i docenti per creare un ambiente scolastico sereno e accogliente, un luogo di apprendimento, ma anche di confronto, socializzazione e crescita dove gli studenti e le studentesse si sentano sicuri e lo sviluppo emotivo e sociale sia valorizzato insieme alla dimensione cognitiva dell’apprendimento.
L’obiettivo è promuovere il benessere dell’intera comunità scolastica attraverso un lavoro su più livelli:
- Laboratori multidisciplinari (arte, sport, teatro e robotica educativa)
- Laboratori motivazionali
- Attività di accompagnamento allo studio
- Attività di orientamento per genitori e alunni coinvolti nel processo di scelta formativa.
La scuola non è uguale per tutti e non sempre a scuola si sta bene, ma sicuramente l’ambiente scolastico è un contesto dove professionisti e professioniste possono individuare le difficoltà che bambini e bambine hanno in un periodo molto delicato della loro crescita. Il progetto Spazio Mission Bambini possiede uno sguardo preventivo e trasformativo: l’obiettivo è creare un ambiente sicuro, sano e rispettoso dove le difficoltà possano essere affrontate insieme e superate prima che diventino qualcosa di più grande.
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Fonti:
[1] Indire, “Benessere a scuola” è il nuovo tema annuale eTwinning per il 2024
[2] Vita e Pensiero, Il benessere scolastico
[3] Cittadinanzattiva, XXI Rapporto Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, Focus Atenei.
[4] Report ISTAT, L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità | A.S. 2021-2022, dicembre 2022, citato in Cittadinanzattiva, XXI Rapporto Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, Focus Atenei.
[5] Portale Unico dei Dati della Scuola, Personale Docente a tempo determinato, 2022/2023; Tutto scuola, Precari della scuola: nella statale sono quasi 235mila. E il numero è destinato a salire.
[6] Invalsi Open, Cosa ci dice il contesto di provenienza sul percorso scolastico degli alunni?
[7] Invalsi Open, Cosa ci dice il contesto di provenienza sul percorso scolastico degli alunni?
[8] Save the Children, Povertà e aspirazioni: cosa vuol dire crescere in periferia?
[9] Istat, Resta stabile la povertà assoluta, la spesa media cresce ma meno dell’inflazione.
[10] Save the Children, Povertà e aspirazioni: cosa vuol dire crescere in periferia?
[11] Save the Children, Povertà e aspirazioni: cosa vuol dire crescere in periferia?
[12] How school systems can improve health and well-being. Topic brief: mental health. World Health Organization, the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, and Unicef.
[13] Making every school a health-promoting school: global standards and indicators for health-promoting schools and systems. Geneva: World Health Organization and the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization; 2021.
[14] Unicef, Oltre l’ipercompetizione e l’omologazione.
[15] Evento “Il benessere scolastico: dimensioni e implicazioni”. L’evento vede la partecipazione della prof.ssa Emanuela Confalonieri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
[16] Evento “Il benessere scolastico: dimensioni e implicazioni”. L’evento vede la partecipazione della prof.ssa Emanuela Confalonieri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.