Nuovi battiti per il cuore di Daors: l’incontro con la nostra volontaria

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Daors Copani è un bambino di 4 anni solare, allegro e pieno di energie! Il cuore lui lo ha stampato in faccia, insieme a un sorriso che abbaglia, ma che potrebbe spegnersi, se non riceverà l’operazione salva vita di cardiochirurgia che gli donerà tanti nuovi e forti battiti.

 

La storia di Daors

Daors vive con la sua famiglia a Durazzo, Albania, ha due fratelli e la gioia di vivere che solo un bambino forte come lui può avere.

Già dai primi mesi di vita, infatti, si deve sottoporre ai primi accertamenti diagnostici. E nel 2019 arriva la diagnosi di una patologia cardiaca interatriale, grazie alla visita del Dr. Marianeschi, in missione con il nostro progetto Cuore di Bimbi, presso l’Ambulatorio di Cardiopediatria “Madonnina del Grappa”, a Scutari.

L’indicazione terapeutica prevedeva un intervento di chirurgia correttiva dopo due anni, ma con lo scoppio della pandemia tutto si fa un po’ più complicato, anche se Daors e sua mamma Besiona non si scoraggiano.

Non si scoraggiano nemmeno quando, a novembre 2021, ricevono dall’Albania il certificato di Non Curabilità: loro sanno che con la nostra Fondazione possono ricevere il supporto di cui hanno bisogno.

Domenica 6 febbraio 2022 inizia finalmente il viaggio di Daors per poter avere un cuoricino forte. Con l’appoggio del Pio Istituto di Maternità ONLUS – che fornisce l’alloggio in Italia – e del Fondo Sanitario Regionale “Interventi sanitari umanitari a favore di cittadini extracomunitari” di Regione Lombardia, il bimbo e la sua mamma sono accolti da Mission Bambini a Milano, per ricevere le cure di cui il cuore di Daors ha urgenza.

 

L’incontro con la nostra volontaria Antonella

Antonella, veterana del progetto Cuore di Bimbi, con il quale già nel 2019 era stata in missione in Zambia, aspetta all’aeroporto insieme a Benedetta, nostra project manager, Daors e sua mamma.

“Besiona è giovane, colta e decisa. Ha paura di volare, ma nulla potrebbe fermarla dal dare al cuore di suo figlio nuovi battiti e la sicurezza nel futuro.”

Queste le prime parole che la nostra volontaria usa per descrivere Besiona, con cui si instaura fin da subito una grande empatia e fiducia.

cuore.volontaria

Il momento è delicato, l’ansia è tanta ma la cura e la delicatezza di Antonella altrettanto.

Nei primi dieci giorni dopo l’arrivo in Italia, Daors e la sua mamma dovranno restare in isolamento. Per questo motivo è Antonella a portare la spesa con i generi di prima necessità nell’appartamento in cui Besiona e il nostro piccolo combattente alloggiano: non devono rischiare e i volontari della Fondazione sono lì per aiutarli.

“Con la mamma di Daors, pur non essendoci problemi di lingua perché parla italiano, abbiamo anche condiviso il silenzio.” – ci racconta Antonella – “Io sono una persona che parlerebbe con i muri, ma ho dovuto frenarmi, Besiona è troppo tesa ed esserci per le persone è anche questo: rispettare i loro limiti“.

 

L’aiuto che non ingombra

Mentre Antonella racconta, un ricordo le attraversa lo sguardo. Pensa al suo primo contatto con i bimbi cardiopatici e le loro mamme, in Zambia, e alle motivazioni che l’hanno portata ad avvicinarsi a Mission Bambini e al lavoro da volontaria.

Qualche anno fa, suo marito ha dovuto trascorrere un lungo periodo in ospedale e Antonella aveva trovato in un gruppo di volontari il supporto necessario. Quella è stata la scintilla che le ha fatto decidere di aiutare chi avesse bisogno.

Così, dopo aver adottato una bimba a distanza, ha deciso di partire con una missione per recarsi dove l’aiuto è più prezioso.

Il contesto con cui è entrata in contatto in Zambia è diverso da quello ritrovato con Besiona e Daors, ma questi due mondi sono legati da una stessa matrice: il valore dell’incontro, la consapevolezza di poter creare un legame, aiutare o alleviare le ansie di qualcun altro.

 

“Far sapere che l’aiuto c’è ma non è ingombrante, corre sullo sfondo per palesarsi quando è necessario” – queste le parole con cui ci lascia Antonella.

 

Così i nostri cuori battono all’unisono con quelli dei bambini nati nei Paesi più poveri del mondo, curati grazie alle scelte solidali delle persone che, insieme a noi, donano un futuro a chi rischia di non poterlo avere.

 

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