Perché introdurre l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole
Il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, di cui Mission Bambini fa parte, raccomanda al Ministero dell’Istruzione e del Merito e al Ministero della Salute di adottare le “Linee di indirizzo nazionali per l’educazione all’affettività, alla sessualità e alla salute riproduttiva nelle scuole”, ultimate ma non ancora rese pubbliche.
Il Gruppo sostiene ormai da tempo il bisogno di introdurre, in modo trasversale e strutturato, l’educazione all’affettività e alla sessualità nei curricula scolastici fin dalla scuola dell’infanzia e ha sollecitato un intervento per approvare una legge che preveda questo inserimento.
Ma perché è necessario? E come farlo?
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Il contesto
Il 94% degli adolescenti ritiene che la scuola dovrebbe formare anche nell’ambito della sessualità e dell’affettività. Questo è uno dei risultati dell’indagine condotta nell’ambito del progetto “Studio Nazionale Fertilità”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità[1]. I giovani, quindi, sono chiaramente interessati a dei percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità, e vedono nella scuola il luogo giusto per farlo.
Solo 10 paesi europei su 25 prevedono percorsi di educazione affettiva sessuale curricolari, tra cui la Svezia, esempio di best practice, dove sono obbligatori in tutte le scuole dal 1955[2]. Tuttavia, ci sono delle differenze sostanziali tra i diversi stati nell’erogazione, nell’accessibilità e nell’organizzazione di questi percorsi. In alcuni casi si tratta di una materia a sé stante, ma nella maggior parte, invece, viene integrata nei programmi di altre materie, come biologia o educazione civica, e dipende largamente dalla formazione dell’insegnante e dai contenuti dell’insegnamento[3].
E in Italia? Il tema, sempre più presente nel dibattito pubblico, è stato parte di più proposte parlamentari che, invano, hanno cercato di regolamentarne l’introduzione nei percorsi scolastici[4]. Di conseguenza, l’educazione sessuale e affettiva, nonostante la buona volontà di alcuni presidi ed insegnanti, viene attivata in modo disomogeneo e poco strutturato, e in moltissime scuole italiane il tema è spesso ancora un tabù[5] o viene comunque affrontato focalizzandosi solo ed esclusivamente sugli aspetti scientifici e biologici.
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Introdurre la Comprehensive Sexuality Education
Il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, semplificato in Gruppo CRC, di cui Mission Bambini fa parte, ha pubblicato un documento dal titolo “Educazione all’affettività e alla sessualità: perché è importante introdurre la Comprehensive Sexuality Education nelle scuole italiane”[6]. Il concetto di Comprehensive Sexuality Education (CSE), presentato dalle Linee guida UNESCO[7], si riferisce a un percorso di educazione affettiva sessuale che non si limita solo alla conoscenza dell’apparato riproduttivo o delle malattie sessualmente trasmissibili, ma include, tramite un approccio olistico, l’educazione alle emozioni, alle relazioni, al rispetto e al consenso[8]. La dimensione affettiva e emozionale è infatti inevitabilmente presente a scuola e la costruzione di relazioni fa parte a tutti gli effetti del percorso scolastico. È necessario quindi, considerando che la consapevolezza emotiva e la capacità di riconoscere i sentimenti determinano una maggiore riuscita in tutti i campi, riconoscere l’importanza dello sviluppo dell’intelligenza emotiva e dell’educazione all’affettività sino dalla nascita e, tramite strumenti di educazione emotiva adeguati all’età, è fondamentale introdurre bambini e bambine al tema molto precocemente[9].
L’insegnamento degli aspetti cognitivi, emotivi, sociali e fisici della affettività e della sessualità in un luogo come la scuola dove è più possibile raggiungere, in modo formale, bambini, bambine e giovani, può avere un impatto positivo sulla loro salute[10]. La Comprehensive Sexuality Education è fortemente rilevante nel processo di costruzione delle identità di studenti e studentesse e nella creazione e sviluppo di relazioni, che sono parte inevitabile del percorso formativo scolastico sin dall’inizio, poiché la scuola è un contesto dove le dimensioni cognitiva ed affettivo-emotiva sono indubbiamente correlate[11] e si co-determinano. Sin dalla nascita, prima ancora che i bambini e le bambine inizino il percorso scolastico, è importante che i genitori, parte integrante del percorso educativo all’affettività e alla sessualità insieme alla scuola, siano consapevoli, grazie ad un’informazione adeguata, del loro ruolo nel far conoscere gli aspetti relazionali e biologici ai propri figli e figlie. Dai tre ai sei anni, invece, i temi possono essere già trattati nelle scuole dell’infanzia, contesti dove è possibile creare relazioni sane e collaborative e dove i bambini e le bambine imparano l’empatia e l’ascolto di sé e degli altri[12]. Educare all’affettività nella scuola primaria e secondaria significa aiutare i bambini e le bambine al riconoscimento e alla legittimazione delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, al consolidamento del concetto del rispetto, e a creare relazioni e ambienti rispettosi e solidali, dove le persone possano essere ascoltate e valorizzate[13]. Come specificato dal documento del Gruppo CRC, al centro della CSE c’è la trasmissione di una visione positiva della sessualità, connessa ai concetti di piacere, consenso, rispetto, condivisione di sentimenti ed emozioni, tramite un percorso che aiuti a rafforzare l’autodeterminazione e l’autonomia della persona.
L’introduzione dell’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole ha anche lo scopo di contrastare informazioni inadeguate, o del tutto scorrette, a cui ragazzi e ragazze hanno sempre più facilmente accesso. L’introduzione al tema viene infatti di frequente gestita da fonti di informazione informali, come per esempio i genitori, che hanno un ruolo fondamentale e indiscutibile nell’avvicinare i bambini e le bambine all’argomento, ma che a volte peccano delle conoscenze necessarie, e viene sempre più veicolata tramite i social media, che offrono informazioni spesso distorte, non realistiche e degradanti, soprattutto per le donne, riproducendo stereotipi e pregiudizi[14]. Di conseguenza, un percorso di formazione pluriennale e strutturato sugli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali dell’affettività e della sessualità può quindi avere anche un effetto positivo su questioni sociali più ampie, come la parità di genere, i diritti umani e il benessere delle nuove generazioni[15].
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In conclusione
Il Gruppo CRC e Mission Bambini sostengono quindi il bisogno di introdurre percorsi curricolari di questo tipo tramite un approccio trasversale e adatto ad ogni età. Viene ritenuta fondamentale l’introduzione dell’educazione all’affettività e alla sessualità a partire dalla scuola dell’infanzia, garantendola per tutta la durata dei percorsi scolastici in modo strutturato e accessibile anche agli studenti con disabilità[16]. I valori e i concetti della CSE sostenuti dal Gruppo CRC e da Mission Bambini sono quindi anche collegati a una visione della scuola come un luogo che non si fermi alle capacità cognitive, ma che possa accompagnare studenti e studentesse nei loro cambiamenti fisici ed emotivi, dando la possibilità di fare domande e ricevere risposte adeguate, facilitando inoltre l’identificazione e la prevenzione di situazioni di abuso e maltrattamento. La scuola viene quindi immaginata come un contesto dove la libera espressione dei sentimenti e delle emozioni è incentivata e i bambini e le bambine sono supportati nella loro interezza durante tutto il percorso di crescita.
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[1] https://www.epicentro.iss.it/materno/studio-nazionale-fertilita-fasce-popolazione
[2-3-14] OMS, Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA, Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, https://www.bzgawhocc.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/BZgA_Standards_Italian.pdf
[4-5-6-8-9-10-11-12-13-15-16] Gruppo CRC, Educazione all’affettività e alla sessualità: perché è importante introdurre la Comprehensive Sexuality Education nelle scuole italiane, https://gruppocrc.net/wp-content/uploads/2024/05/Educazione-allaffettivita-e-alla-sessualita-Gruppo-CRC_27.05.2024.pdf
[7] UNESCO, International Technical Guidance on Sexuality education: An Evidence-Informed Approach. 2nd Revised Edition, Paris 2018, https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000260770