Abbandono scolastico in Italia: una possibile svolta

#educazione italia

Che cos’è l’abbandono scolastico?

Con la parola abbandono scolastico si intende un’interruzione precoce degli studi che avviene spesso al termine della scuola media. Un concetto da non confondere con la dispersione scolastica, che è invece un rallentamento del percorso di studio causato da varie problematiche – come il cambio di indirizzo scolastico – che possono poi portare all’abbandono.

A livello internazionale, i giovani che si trovano in questa situazione possono essere definiti con due acronimi: i NEET (Not in Education, Employment or Training) sono quelli che non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso di istruzione o di formazione; gli ELET (Early Leaver from Education and Training) sono coloro che non hanno mai completato il proprio percorso di studi.

 

Qual è la situazione del nostro Paese?

Secondo i dati Eurostat pubblicati nel 2022, l’abbandono scolastico è un fenomeno particolarmente diffuso in Italia: ben il 12,7% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni ha rinunciato a ottenere il diploma di scuola superiore o alla formazione professionale. Si parla comunque di un numero più basso rispetto al 2020, quando il tasso di abbandono arrivava al 13,1% (1). Tuttavia, proprio nel 2020, tutti gli Stati dell’Unione Europea si erano impegnati a ridurre la media degli abbandoni scolastici a meno del 10% (2).

 

Che conseguenze sta portando questo fenomeno?

A fine 2022 il Cedefop, l’agenzia dell’Unione Europea che si occupa delle politiche in materia di istruzione e formazione, ha pubblicato lo European Skills Index: una misurazione in una scala da 1 a 100 che confronta lo sviluppo delle competenze professionali in tutti gli Stati europei. In questa speciale classifica l’Italia si posiziona all’ultimo posto con soli 15 punti, cosa già accaduta nei due anni precedenti, anche se con punteggi leggermente più alti: 20 punti nel 2021 e 17 punti nel 2020. L’abbandono scolastico innesca un meccanismo per cui le ragazze e i ragazzi italiani rimangano privi di un titolo di studio rilevante; in questo modo faticano a sviluppare le competenze appropriate per trovare lavoro, per rendersi autonomi e per essere attivi all’interno della società.

 

Quali possono essere le cause dell’abbandono?

Per intervenire efficacemente in modo da ridurre l’abbandono scolastico è essenziale capire quali sono le cause che portano a questo fenomeno: in molti casi si tratta di problemi economici, con le famiglie che non possono garantire il proseguimento degli studi ai propri figli; ci possono essere anche motivazioni sociali, quando sono proprio le famiglie che non spingono i figli a completare la scuola perché non la ritengono così importante. Inoltre, sono molti i bambini che arrivano in Italia da un Paese straniero: per loro diventa ancora più difficile adattarsi ad un nuovo contesto e ottenere, quindi, un titolo di studio. Infine, esistono anche delle cause individuali, perché molti giovani hanno delle difficoltà di apprendimento o addirittura soffrono di ansia e, a volte, l’offerta formativa delle scuole non riesce a venire incontro a questo tipo di necessità (3).

 

Quali sono le possibili soluzioni?

In Italia sta per avvenire un cambiamento che potrà contribuire a risolvere il fenomeno dell’abbandono scolastico: parliamo dell’attuazione del PNRR il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – che punta a una crescita del nostro Paese in favore delle generazioni future. All’interno di questo piano, infatti, è compreso il progetto Futura, che prevede una serie di interventi nella scuola italiana grazie ad investimenti pari a 17,59 miliardi di euro fino al 2026 (4). 

I cambiamenti previsti riguardano nuove infrastrutture scolastiche, un’avanzata formazione degli insegnanti, un miglior orientamento per studenti di scuole medie e superiori affinché possano scegliere liberamente del proprio futuro, una riduzione del numero di studenti per classe in modo da aumentare la qualità dell’insegnamento e, più in generale, un arricchimento dell’offerta formativa. Tutto questo ha come obiettivo quello di mettere la scuola al centro della crescita del nostro Paese, adattandosi pienamente alla dimensione europea; la disparità tra domanda e offerta di lavoro potrebbe essere colmata e molti più giovani potranno realizzarsi e svolgere un ruolo attivo nella società. Inoltre, è previsto un miglior supporto agli studenti con difficoltà di apprendimento, una sensibilizzazione sull’importanza della scuola e un maggior coinvolgimento delle famiglie nel percorso scolastico dei figli (4). In questo modo sarà possibile portare il tasso di abbandono scolastico almeno al 9% entro il 2030, come stabilito dal Consiglio Europeo (5).

 

Dove ci inseriamo noi?

Noi ci impegniamo direttamente per venire incontro ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso di istruzione o di formazione: lo facciamo con il progetto AllenaMenti per il Futuro, che prevede un ciclo di incontri per aiutare ragazzi e ragazze a riscoprire i propri talenti, così che possano costruire la loro strada verso una professione che permetta loro di realizzarsi. Il prossimo corso prenderà il via nel mese di maggio 2023.

L’importanza di soluzioni come queste è sottolineata anche dall’Articolo 28 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che sostiene come tutti i ragazzi e le ragazze abbiano diritto a essere educati e istruiti adeguatamente, per evitare che possano abbandonare il proprio percorso scolastico (6). 

 

Note

1.https://op.europa.eu/webpub/eac/education-and-training-monitor-2022/it/country-reports/italy.html#2-focus-on

2.https://education.ec.europa.eu/it/document/education-and-training-monitor-2020-eu-factsheet?

3.https://www.huffingtonpost.it/giuliana-proietti/il-problema-dellabbandono-scolastico-e-un-possibile-rimedio_b_4688868.html

4.https://pnrr.istruzione.it/wp-content/uploads/2021/12/PNRR.pdf

5.https://www.ilsole24ore.com/art/scuola-l-abbandono-scende-13percento-ma-l-italia-e-lontana-piu-alti-standard-europei-AE58Zbk

6.https://www.unicef.it/convenzione-diritti-infanzia/articoli/