A Napoli una “Stella” illumina l’inclusione sociale
Il contesto
A Napoli il quartiere Bagnoli è situato sulla costa ovest della città, storicamente una zona di origine operaia e popolato da famiglie di pescatori; la sua struttura sociale, nel tempo, ha subìto grandi trasformazioni. Rinomato sin dall’epoca romana per il proprio impianto termale, Bagnoli fu luogo di incontro, anche tra classi sociali differenti, fino ai primi anni del ‘900.
All’inizio del XX secolo la sua natura venne però stravolta: le terme cementificate e la zona trasformata in un importante polo industriale. Questo permise al quartiere di affermarsi come colosso siderurgico, tuttavia portò con sé anche gravi criticità, prime fra tutte il prezzo ambientale e sulla salute che il territorio e le persone di Bagnoli si trovano ancora oggi a pagare.
In anni più recenti, il quartiere si caratterizza per l’arrivo di famiglie della borghesia napoletana e, contemporaneamente, per l’insediamento di gruppi etnici stranieri in situazione di disagio socio-economico, con problemi di integrazione. La Municipalità ospita oggi il 7,7% di popolazione straniera iscritta all’Anagrafe del Comune di Napoli e si fa carico anche delle necessità della zona limitrofa di Pozzuoli, che ospita quasi 29.000 famiglie.
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La Stella Mission Bambini
La Stella Mission Bambini di Napoli è una delle strutture del progetto Scintilla tramite cui Mission Bambini rafforza la propria presenza sul territorio nazionale, supportando i bambini tra gli 0 e i 6 anni. Scintilla è infatti una costellazione di servizi per la prima infanzia che, messi in rete, contrastano la povertà educativa e difendono il diritto all’infanzia nelle grandi periferie d’Italia.
Nel quartiere Bagnoli la necessità che emerge è di una più ampia offerta di servizi per la prima infanzia, che possa accogliere i numerosi minori esclusi dalle strutture pubbliche e lavori nella direzione di una maggiore inclusione socio-culturale.
La Stella Mission Bambini di Napoli opera, insieme al Centro Infanzia Pizzicalaluna, esattamente nell’ambito dell’accoglienza del disagio, coinvolgendo i bambini tra gli 0 e i 6 anni in attività mirate a indurre comportamenti di inclusione grazie alla sperimentazione di diversi registri espressivi.
Alcuni esempi dei laboratori, coordinati da educatori ed esperti di diversi settori, che la Stella offre sono:
- Laboratorio comunicativo-espressivo a scopo inclusivo
- Laboratorio creativo
- Laboratorio naturalistico a scopo didattico/inclusivo
Inoltre, le famiglie possono beneficiare di spazi dedicati al loro ascolto e sostegno, nonché di percorsi personalizzati, che partono dalle esigenze del singolo bambino. Infine, all’intera comunità sono dedicati sportelli di ascolto e informazione sulle problematiche infantili e genitoriali, attività formative aperte alla cittadinanza ed eventi finalizzati alla promozione e sviluppo della comunità educante e di una genitorialità maggiormente consapevole.
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Cenni di Luce
Giuseppe è un bambino con necessità speciali e un ritardo psicomotorio; arrivato alla Stella di Napoli i suoi movimenti erano per lo più inconsulti e le sollecitazioni cadevano nel vuoto, come se vivesse in un mondo immobile e senza colore.
Nei mesi, osservando e rispettando i suoi tempi e le sue esigenze – come la difficoltà a sopportare il chiasso o la necessità di avere vicino una figura di riferimento – Giuseppe è cambiato molto.
Il percorso è iniziato con l’organizzazione di un incontro con i suoi genitori, la psicomotricista e la counsellor, per rendere chiaro che tipo di lavoro si potesse intraprendere insieme. Con la psicomotricista, Giuseppe è riuscito a potenziare le proprie risorse cognitive e motorie attraverso giochi-stimolo e ha imparato a mettere in atto strategie comunicative grazie alle quali relazionarsi ai bambini con cui trascorre gran parte della sua giornata. Dal canto loro, gli altri bimbi hanno imparato a comprendere e accogliere Giuseppe, per includerlo e coinvolgerlo nei giochi.
I genitori di Giuseppe sono stati coinvolti in tutto il percorso e hanno avuto l’opportunità, con la counsellor, di riattivare risorse inutilizzate e potenzialità inespresse che li hanno aiutati a sostenere il figlio nel suo cammino, imparando ad osservare i propri timori e le difficoltà di genitori da diverse angolazioni per individuare strategie risolutive sempre diverse.