Un timbro, per far decollare il futuro dei bambini

#educazione, #educazione italia, #infanzia

Scopri l’eredità del nostro progetto Servizi 0-6: Passaporto per il futuro, nato nel 2018 con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa minorile e garantire un futuro migliore a tanti bambini.

 

Primo timbro sul passaporto: l’accessibilità dei servizi educativi

Per noi accessibilità significa aumento della disponibilità dei posti negli asili nido, ma anche possibilità di avere fasce orarie più elastiche per agevolare le famiglie e aiutarle nel trovare un equilibrio casa-lavoro.

Soprattutto, però, significa inclusione: è solo creando contesti educativi adeguati che tutti i bambini, anche i più fragili e in difficoltà, possono essere parte di un progetto di crescita e di cura a 360°.

Dal 2018 a oggi abbiamo infatti offerto opportunità educative di qualità a 1500 bambini di età 0-6 anni, con il coinvolgimento di 11 asili nido e 7 scuole dell’infanzia distribuite sul territorio italiano.

 

Secondo timbro sul passaporto: la sostenibilità dei nostri centri

Potenziare e valorizzare i servizi educativi perché possano migliorare, raggiungere una loro autonomia e dunque continuare nel tempo.
Un aspetto che tocca sia la sfera economica, e dunque la capacità di tenere aperte le porte dei servizi educativi, sia il riconoscimento delle competenze professionali per promuovere i servizi del territorio.

È in questo contesto che si inserisce la nuova figura del manager di sostenibilità: con un occhio e uno sguardo più ampi, sono professionisti che si occupano di garantire la durabilità nel tempo della causa sociale per cui un centro educativo è nato.

 

Terzo timbro sul passaporto: la comunità educante

Una rete di protezione per intercettare i bisogni delle famiglie che, con bambini nella fascia 0-6 anni, cambiano giorno dopo giorno ed evolvono con la loro crescita.

Comunità educante significa anche incontri tra famiglie in cui i genitori, che avevano loro stessi beneficiato di un’intervento d’aiuto, hanno messo a disposizione le proprie risorse per dare sostegno ad altri genitori.

Nasce qui un’altra figura professionale, quella dell’operatore di prossimità, che, pur lavorando all’interno dei servizi per l’infanzia, è allo stesso tempo proiettato nel territorio; facilita la comunicazione tra le equipe multidisciplinari, gli educatori e gli insegnanti; accompagna le famiglie, con particolare attenzione a quelle più fragili, e offre loro un sostegno alla genitorialità.