Il cuore di un bambino si ascolta prima ancora che nasca

La Dott.ssa Nadia Assanta è specialista in cardiologia pediatrica con anni di esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle malformazioni cardiache congenite. Collabora attivamente con il programma “Cuore di bimbi” di Mission Bambini, contribuendo a offrire una possibilità concreta di vita a tanti bambini affetti da gravi patologie cardiache.
La sua missione è chiara: ascoltare il cuore dei bambini, anche quando è grande appena un centimetro.

“Il tema delle cardiopatie infantili mi è particolarmente caro, anche perché collaboro da tempo con Mission Bambini, che da oltre vent’anni salva migliaia di bambini in tutto il mondo grazie al programma “Cuore di bimbi“. Purtroppo, alcune cardiopatie non si sviluppano con il tempo o in seguito a malattie, ma sono malformazioni congenite, presenti sin dalle primissime fasi della vita intrauterina.

Durante la gravidanza, può capitare che venga consigliato di eseguire un ecocardiogramma fetale. Si tratta di un’esame ecografico non invasivo, utile per studiare l’anatomia, la funzione e il ritmo del cuore del feto.

Generalmente, il cuore viene valutato già durante la cosiddetta ecografia morfologica, che si effettua intorno alla 20ª settimana. Ma se emerge anche solo un sospetto, è fondamentale ripetere l’esame con un cardiologo pediatrico esperto.

In alcune situazioni, anche senza segni evidenti, l’ecocardiogramma fetale è fortemente indicato: ad esempio, in caso di familiarità per cardiopatie congenite, malattie materne, assunzione di farmaci particolari, anomalie riscontrate nel feto o gravidanze ottenute tramite fecondazione assistita.

Va detto però che non sempre è semplice ottenere immagini chiare: la piccola dimensione del cuore fetale (circa 1 cm), il peso corporeo della mamma, la posizione del feto o la quantità di liquido amniotico possono rendere l’esame più complesso. A volte quindi è necessario ripeterlo per avere informazioni più complete. Il periodo ideale per effettuare questa indagine va dalla 18ª alla 22ª settimana di gestazione.

L’ecocardiogramma fetale è uno strumento preziosissimo: ci permette di diagnosticare le cardiopatie congenite più gravi e di organizzare in anticipo il parto nel centro più adatto, con la presenza di specialisti pronti a intervenire fin dai primi istanti di vita. Questo fa davvero la differenza.

Inoltre, grazie a questa metodica possiamo anche individuare e trattare eventuali aritmie fetali, somministrando alla mamma farmaci antiaritmici che arrivano al feto attraverso la placenta, migliorando la sua condizione già prima della nascita.

Ogni cuore merita ascolto, soprattutto quando è così piccolo. E oggi, grazie alla diagnosi prenatale e alla collaborazione tra ginecologi, cardiologi e cardiochirurghi, possiamo garantire una speranza concreta di vita a tanti bambini.”